di polaroidblog [user #26857] - pubblicato il 28 gennaio 2011 ore 15:00
Da quando è diventato alla portata di chiunque registrare dischi in maniera impeccabile e dal suono in apparenza professionale, grazie a software ormai comuni come Garage Band, Pro-Tools, Ableton, Cubase, Fruity Loops e chissà quanti altri domani, un numero sempre crescente di band indipendenti negli ultimi anni sembra rivolgersi all’estetica opposta, preferendo l’effetto vintage e polveroso dei quattro piste, una certa “precarietà” della strumentazione stessa, il rilancio del formato cassetta (o in alternativa, di vinili a tirature limitate per oscure etichette), a cui non di rado fanno da contraltare una deliberata negligenza e mancanza di rigore nella scrittura, quasi un sistematico disordine, il dissolversi dei contorni delle canzoni.