La valvola è rock, il transistor è lento. Direbbe Adriano Celentano.
In effetti se in musica questo passaggio di consegne definitivo non è mai avvenuto, non si può dire lo stesso per molti altri aspetti della vita e della società.
Il passaggio dalla valvola al transistor è il passaggio dalla società contadina/industriale alla società dell’informazione. Dai tempi in cui tra un avvenimento e l’altro c’era tempo per riflettere e capire, ai tempi in cui le cosse si susseguono a tal velocità che immagazziniamo dati senza avere la cognizione di cosa sta passando. Dai tempi in cui pochi suonavano uno strumento e lo facevano spesso male, ma con passione, ai tempi in cui lo si fa per moda, lo si fa spesso bene, ma senza suscitare emozioni. Dai tempi in cui le Formula 1 andavano più lente, ma si sorpassavano, ai tempi in cui vanno tutti veloci, per questo non sorpassa più nessuno. Dai tempi in cui Wimbledon era serve and volley ai tempi in cui sono tutti martellatori da fondo. Dai tempi in cui si avevano pochi amori, ma spesso uno diventava tua moglie per tutta la vita, ai tempi in cui puoi avere mille partners, ma nessun amore. Dai tempi in cui andavi a piedi tutto il tempo perchè la macchina non ce l’avevi, ai tempi in cui hai due e macchine e non puoi andare a piedi perchè in certe zone a certe ore è pericoloso. Dai tempi in cui i laureati si contavano sulle punte delle dita, ma ne sapevano una cifra ed avevano lavoro, ai tempi in cui i laureati sono milioni, spesso ignoranti e senza lavoro.
Il passaggio dalla valvola al transistor non è solo il passaggio da un suono più autentico, imperfetto e caldo ad uno più plastificato, preciso e freddo; è invece il momento che segna il confine tra due mondi ben distinti, due modi molto diversi di affrontare la vita.
Io avrei voluto nascere nel mondo delle valvole, ma per fortuna o purtroppo sono nato del mondo dei transistor.