|
|
|
Mario Monteleone, un accordiano
|
|
di gwynnett [user #9523] - pubblicato il 07 maggio 2013 ore 03:42
Un week end davvero eclatante quello trascorso nella Salerno di primavera, per assistere alla ormai unica, nel senso di inimitabile, manifestazione del SHG, che pare sia finalmente riuscita ad eludere le nebbie ed i rigori al di sopra del 42° parallelo.
Inutile descrivere la ricchezza degli eventi o lo stile impeccabile dell’apparato organizzativo che ormai ben conosciamo ed al quale quasi siamo avvezzi, definendo una consuetudine il buon esito della manifestazione. Saluti, abbracci sinceri, un discorrere sereno e costruttivo con i molti musicisti di cui mi pregio di essere amico, divagazioni sui modi di animare la fredda elettronica con alcune autorevoli menti dell’amplificazione, nella piena consapevolezza che lo scambio migliori in qualche modo almeno la fonte delle idee.
E poi il sapore al limite dell’emozione della pasta con le acciughe, l’indomabile perversione dei bianchetti in pastella appena ambrati dalla cottura e serviti in contrasto con l’insalata a foglia larga e la polpa di granchio, solamente scottata per non farne avvertire quella tenacità innaturale che avrebbe offeso il palato.
Negli stands le forme sensuali delle moltissime chitarre, vestite dei colori più smaglianti, delle lacche finemente abbinate con il luccichio di ponti e cordiere lucidate più del solito per l’occasione, come se avessero dovuto partecipare ad un ballo per conquistare ed essere rapite da un giovane principe.
Ma una manifestazione così ricca ed importante apre anche a nuove amicizie, a conoscere e discorrere con persone di cui si sapeva solamente il nome anche se, in precedenza, vi era stata occasione di leggere uno scritto e di apprezzarne lo stile.
Dinanzi al primo caffè del pomeriggio ho conosciuto Mario Monteleone, accordiano di vecchia data, al numero 10 nella lista di iscrizione, un professore che vive ed opera nella città di Salerno anche se le sue origini non sono campane.
Un uomo colto ed affatto logorroico, facile nella dialettica, veloce nel pensiero ed estremamente garbato nei modi che affianca all’esercizio della sua importante professione le attitudini più diverse, sempre accompagnato da almeno una delle sue numerose pipe dal cui uso sembra trarre un profondo godimento riscontrabile anche nelle accurate descrizioni che è solito fare.
Durante il continuo discorrere su argomenti che in un certo senso ci accomunano ha rivelato la sua passione per la musica e per gli strumenti musicali, soffermandosi in particolare sulla chitarra acustica che mi è sembrato amasse particolarmente e, visitando i numerosi padiglioni , si è soffermato davanti ad un espositore proprio e solamente di questo tipo di chitarra iniziando una disquisizione sui singoli pezzi che mi ha letteralmente strabiliato.
Sembrava che usasse i cinque sensi per valutare uno strumento, passava le dita su alcune parti che egli riteneva importanti riconoscendone la ruvidità, la scheggiatura, la spigolosità, sembrava ne valutasse la temperatura e la natura della sua consistenza, ritenendola morbida, dura, sufficientemente elastica, sembrava ne annusasse l’essenza per determinare se fosse invitante all’olfatto e ne magnificava il pallore, affermando che le vernici soffocano i legni Stava insomma operando la sua scelta con una tale capacità di discernimento ed una tale meticolosità che certamente si poteva escludere un qualunque errore di valutazione ma non dobbiamo dimenticare che Mario è un professore, non un liutaio.
Oserei definirlo un “arbitro di eleganza”, una persona di grande raffinatezza sia di modi che di pensiero e posso pregiarmi di essere suo amico.
|
|
|
|
|
|