di Claudio80 [user #27043] - pubblicato il 09 luglio 2014 ore 11:00
Spesso sottovalutato, a volte dimenticato, John Martyn è considerato un vero innovatore nel suo campo, sperimentando l'uso complesso di effetti e di tecniche percussive e ritmiche sulla chitarra acustica quando questa era ancora considerata un semplice strumento d'accompagnamento folk.
Spesso sottovalutato, a volte dimenticato, John Martyn è considerato un vero innovatore nel suo campo, sperimentando l'uso complesso di effetti e di tecniche percussive e ritmiche sulla chitarra acustica quando questa era ancora considerata un semplice strumento d'accompagnamento folk.
La chitarra acustica, si sa, ha il suo fascino e tanti chitarristi elettrici per esempio si sono "convertiti" a questo strumento. Di grandi chitarristi acustici è pieno il mondo, di tanti si parla o se n'è parlato, ma poco si sa, o poco si parla di Iain David McGeachy, meglio noto come John Martyn.
John Martyn, Scozzese DOC, nasce l'11 settembre del 1948 precisamente a New Maiden. Inguaribile romantico capace di emozionare come pochi grandi artisti, il chitarrista e cantante John impara a suonare all'età di 15 anni influenzato da vari generi musicali tra cui Debussy, da uno dei suoi eroi chitarristici Davey Graham e da Clive Palmer, fondatore della Incredible String Band da cui imparerà un sacco di cose sulla musica e sulla chitarra. La sua reputazione cresce rapidamente e così il giovane Martyn capisce che è giunto il momento di fare sul serio andando a esibirsi in rinomati folk club londinesi come il "Les Cousins" o il "Kingston Folk Barge" dove viene notato da Chris Blackwell che gli vale un contratto con la Island Records.
London Conversation, primo album a carattere folk, esce nel 1967. È composto perlopiù di semplici e innocenti canzoni e verrà ben accolto dalla stampa musicale dell'epoca. The Tumbler, secondo album, esce nel dicembre del 1968 e vede comparire, accanto alle delicate canzoni folk, le prime influenze jazz grazie anche all'apporto del flautista Harold McNair.
Nel 1969 sposa John Beverley Kutner, una cantante del Coventry che in quel periodo sta registrando per Joe Boyd dove John viene ingaggiato per essere il chitarrista di supporto di Beverley per le sessioni di registrazione, ma ben presto cominciano e registrare insieme dando alla luce durante l'estate del 1969 Stormbringer, primo album a nome di John e Beverley Martyn dove fa la sua prima comparsa l'Echoplex che utilizzerà per emulare il sustain del sassofonista Pharaoh Sanders nell'album Karma, e che sarà un'elemento chiave e costante per tutti gli anni '70 e oltre, abbinandolo a una tecnica chitarristica sopraffina basata sul fingerpicking in stile folk/blues, creando con la mano destra elementi percussivi rendendo il suono così unico e riconoscibile praticamente per tutta la sua carriera ricordandoci il The Edge degli anni '80 che cita anche come fonte di ispirazione.
The Road To Ruin è l'ultimo album a nome di John e Beverley Martyn, pubblicato nel novembre del 1970. Si verificano dei disaccordi con Joe Boyd sulla produzione, con Martyn che lamenta una carente spontaneità nel disco a causa delle numerose sovraincisioni. Farà qui la sua comparsa, in "New Day", il Pentagle Danny Thompson contrabbassista jazz con il quale instaurerà una fruttuosa e duratura collaborazione musicale. Gli album che vanno dal 1971 al 1975, quindi da Bless The Weather passando per i suoi capolavori assoluti Solid Air (da cui la title track dedicata all'amico e collega Nick Drake) e lo sperimentale Inside Out fino a Sunday Child, vengono considerati dalla quasi unanimità della critica dischi importantissimi, ma dai quali Martyn non ricaverà granché in termini di vendite a differenza degli anni ottanta, dove invece il suo nome diventerà più popolare grazie alla collaborazione con musicisti del calibro di Phil Collins ed Eric Clapton, in un periodo comunque minore della sua carriera.
Tornando alla sua produzione migliore (1971/75), i suoi due capolavori assoluti Solid Air e Inside Out che stanno tra Bless The Weather e Sunday Child dimostrano come Martyn abbia fatto della sua voce un uso "strumentale", usando il canto come un flusso di coscienza etereo, proprio come Tim Buckley che era un "navigatore delle stelle" trasformando parole in suoni sublimi.
A seguire una lista (non completa) delle chitarre, effetti e amplificatori usati. Yamaha FG Series, inizialmente microfonata con microfono di fronte alla buca, sostituito subito dopo da un pickup DeArmond e un Barcus Berry a contatto posizionato dietro il ponte. Intorno al 1972/73 ha scambiato la Yamaha FG con una Martin D28 anch'essa con il DeArmond e Barcus Berry.
Alla fine degli anni '70 comincia a utilizzare sia in tour sia in studio una Guild D55, suonata anche per registrare Outside In.
Il DeArmond montato sulla Guild D55 viene collegato alla catena effetti, mentre il Barcus Berry viene collegato o all'ampli in uno dei due canali, oppure tramite una DI ai monitor.
Nei primi anni '70 utilizza un amplificatore Fender Twin Reverb Silver Face, più un altro ampli Fender. Non è sicuro, ma forse un Vibrolux, dove collega una drum machine Korg utilizzata per esempio su brani come Small Hours o Anna.
Per quanto riguarda l'effettistica ecco una lista di quelli più usati: - EH Big Muff, - Gibson Maestro Booemerang Wah Wah/Volume - MXR Phase 90 - Mu-Tron III Auto-Wah alimentato a 18v. - Un Echoplex una EP2 posizionato sull'ampli, e un altro EP1 sul pavimento.
Il segnale quindi percorre quest'ordine: De Armond - Maestro Boomerang Wah/Vol - Mu-Tron III - MXR Phase 90 - Electro Harmonics Big Muff - Echoplex EP1 - Echoplex EP 2 - Fender Twin Reverb.
Verso la fine degli anni '70 sostituisce il Fender Twin con un Music Man probabilmente l'HD 130 o l'HD 65. La Guild D55 è ancora in uso e aggiunge una Gibson SG con i P90 sostitutuendo però alcuni effetti come il Maestro Boomerang con un wah Vox, e utilizzando ora un Morley come pedale volume.
L'uso del Mu-Tron III diventa più frequente dopo l'uscita di One World e vengono sostituiti (non del tutto) i due Echoplex con delay digitali: Korg SDD3000 prima, e Boss DD1 dopo, più un nuovo pedale volume Ernie Ball. In seguito passa dalla Guild D55 alla Martin D28 sempre con il DeArmond e il Barcus Berry, e aggiunge, nel periodo con cui ha la band, una Tokai Stratocaster copia giapponese delle Fender, mettendo da parte la SG.
Modifica ulteriormente il set-up effetti che ora si fa più semplice ed è così composto: - Ernie Ball Volume Pedal - Il Big Muff è stato sostituito con un ProCo RAT - Boss Delay DD1 o Echoplex - Electro Harmonix Q-Tron.
Anche l' amplificatore subirà un cambiamento passando da un Peavey (Bandit 65?) a un Roland JC120.
Spero di aver dato un po' di meriti a un grandissimo artista che molto spesso viene sottovalutato e dimenticato ma che invece è stato, nel mondo musicale e in particolare chitarristico, un pionere e innovatore.