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RobertRoger
utente #10461 - registrato il 07/06/2006
Città: Torino
Sono interessato a: Chitarra elettrica.
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Attività

Il mio puttantour chitarristico
di RobertRoger | 05 dicembre 2007 ore 09:49
Abito a Torino. Città che o la ami o la odi. Io, traffico a parte, la amo. E, fortunatamente, è una città che propone una discreta scelta di negozi di strumenti musicali, tra piccoli e più o meno grandi. Però, il Sabato (preferibilemnte mattina, c'è meno gente...), almeno una volta al mese, si può assistere al rituale del "puttantour chitarristico" assieme ai miei amici fidati nel famosissimo e grandissimo negozio di cui non faccio il nome tanto quello c'è... . Il "puttantour chitarristico" consiste in:- caffè e sigaretta alla partenza - mezz'ora/45 minuti di macchina per raggiungere il luogo della perdizione - caffè e sigaretta alla stazione di servizio che incontriamo lungo la strada - pagamento del casello (pago io l'andata che poi ci aggiustiamo al ritorno) - un paio d'ore di puttantour tra nuovo / usato / effettistica e poi si ripete il giro almeno altre due volte - acquisto dei due plettri menzionati nel precedente diario - Ritorno. mezz'ora/45 minuti di macchina - caffè e sigaretta alla stazione di servizio che incontriamo lungo la strada - arrivo al casello di Torino. Dormono tutti. Pago di nuovo io, tanto poi vi frego i cavetti a tutti quanti...Questo è il rituale. L'ultima volta mi è capitata una scenetta quantomeno bizzarra.Ero in coda alla cassa per prendere i plettri (chi frequenta questo negozio sa che la coda alla cassa ha una durata minima di una decina di minuti prima che scatti il proprio turno).Prima di me, ragazzo sui 16 anni. Dietro mamma e papà col bancomat in mano. Mi scende una lacrima, mi vedo io 10 anni fa. Aveva acquistato, lo avevo sentito prima mentre smanettava un economica, quasi sicuramente la sua prima elettrica. Li avrei guardati per ore, commosso. Ma la scenetta s'è guastata nell'arco di un minuto. E' il loro turno, dopo tocca a me. Attendo pazientemente. La chitarra l'avevano già pagata, erano lì per comprare un jack. Il commesso era uno nuovo, non l'avevo mai visto prima.Ragazzo: "Mi servirebbe un jack" Commesso: "Che jack?" Io penso: vabbè domanda abbastanza lecita, vorrà sapere la lunghezza. Ragazzo: "un jack per collegare la chitarra all'aplificatore". Io penso: che tenerezza. deve essere prorpio il suo primo primo acquisto. Un verginello. Commesso: "si ma quanto lungo?" Ragazzo: "non lo so, devo solo arrivare all'amplificatore" Io comincio a pensare: Ok, il ragazzo non ha mai visto un jack in vita sua. Tu, o commesso,in quanto tale, o gli spieghi come funziona la storia, o prendi un jack da 2-3 metri e glielo dai, il ragazzo lo userà per anni e ne sarà contentissimo. Commesso: "e non lo so, dimmelo tu scusa, un metro, tre metri, cinque metri..." Io penso: Cazzuola, oh commesso, ma non ti accorgi che il ragazzo è impanicato, sta sudando e lo stai interrogando su di un argomento che non ha studiato? Il ragazzo, mosso dallo stesso spirito di chi usa il 50/50 a chi vuol essere milionario, riesce a sillabare timidamente un "2 metri" Io penso: Oh, ce la si è fatta... bravo figliolo. Commesso: "si ma lo vuoi a pipa o dritto, metallico o in plastica..."Il commesso ha voluto infierire. In quel momento la realtà si è divisa in due universi paralleli. Nel primo, quello in cui sto scrivendo questo diario e voi lo state leggendo, in cui ho lanciato un occhiataccia al commesso mentre ho sentito il ragazzo, stremato, rispondere al commesso un timido "Fai tu". Nell'altro universo, io ho guardato il ragazzo con affetto, i suoi genitori con stima, sono diventato verde e gonfio, ho scavalcato il bancone e ho preso il commesso a testate. Tante. Son fatto così, mi schiero coi deboli, di default.Tornando a casa, ci fermiamo a prendere il caffè nella solita piazzola di sosta (come faranno poi i miei amici ad addormentarsi con trè caffè in corpo, puntualmente sempre in coincidenza del casello...)Io: "4 caffè per favore di cui uno macchiato" Commesso: "Macchiato caldo o freddo?" Io: "Caldo" Commesso: "Vuole il cacao su quello macchiato?" Io: eh? ma mica ho chiesto un cappuccino... vabbè rispondo "No no grazie lo stesso" Commesso: "Sicuro, è buono sà?"Il tizio in coda dietro di me, è diventato verde, gonfio, ha scavalcato e ha preso a testate il commesso...Sarà l'aria del cuneese il Sabato mattina...
Natale si avvicina...
di RobertRoger | 04 dicembre 2007 ore 13:03
...e questo in genere è il periodo dell'anno in cui si fa:a) una stima dell' agognata tredicesima in arrivo;b) una valutazione più o meno reale di quello che della tredicesima andrà via nei soliti in pigiami di flanella (amici maschietti) e saponette al muschio bianco (amicie femmine);c) a - b = c laddove "c" rappresenta la quota di tredicesima che può essere spesa in cazzate ad uso personale senza incontrare le ire della propria compagna la quale avrà ricevuto anche lei una parte della mia tredicesima sottoforma di "gioiellino-cosìpoipossocomprarmiquellochevogliocongliavanzi".Purtroppo il fattore c, complice l'euro, il caro petrolio, Il caro benzina, il caro diesel, quello che parcheggia in doppia fila sotto casa e le tasse in busta paga per coprire le spese statali causa l'ultima invasione degli Unni, negli ultimi Natali tende inesorabilmente a ZERO.Ciò significa che per Natale mi regalerò un paio di plettri. Di quelli belli però. Quelli che quando poi vado in sala prova scompaiono tempo 10 secondi per poi ritrovarli a casa dell'altro chitarrista. Io però in cambio gli frego i cavetti, quelli corti, per i pedalini.E il nostro modo di scambiarci i regali, tra chitarristi.
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