Prima di mettersi al lavoro è bene ripetere alcune considerazioni generiche, spese in in occasione ovvero la prima nota di un accordo, un arpeggio, una scala, quella che li nomina.
“Il basso elettrico è uno strumento caratterizzato dalla possibilità di visualizzare geometrie e diteggiature che possono permettere di destreggiarsi anche senza avere la totale consapevolezza delle note che si suonano. Proprio perché caratteristico del basso, questo ricorrere a geometrie visive è un approccio che non va demonizzato e, soprattutto in una fase iniziale, può essere persino utile. È necessario però, con lo studio, acquisire una conoscenza più solida e consapevole che potrà arrivare solo dalla piena comprensione di dove siano dislocate le note sulla tastiera.”
Nella lezione di oggi, ci occuperemo della Quinta Giusta. Quindi data o supposta una Fondamentale, noi suoneremo la sua Quinta Giusta. Per esempio, dato un C suoneremo il G; dato un D suoneremo il A e così via…
Questa lezione dunque, contribuirà a formare e rinforzare non solo la conoscenza delle note sul manico, ma contribuirà a costruire un importante legame armonico che congiunge tra loro le note, legame che si rivelerà poi utilissimo nella costruzione di linee di basso e arrangiamenti, gestione di progressioni armoniche.
Mettiamoci al lavoro.
La prima serie di esercizi si sviluppa su ciclo di accordi che si muovono per intervalli di Quarta: C, F, Bb, Eb, Ab, Db, Gb, B, E, A, D, G.
Nell’esempio in cui proponiamo il semplice giro di accordi, in ogni battuta è affiancata alla propria fondamentale la sua Quinta giusta.
ES. 1)
Nel primo esercizio, suoniamo la Quinta di ogni accordo della progressione.
Nella battuta dove c’è, per esempio il C, suoneremo esclusivamente il G; in quella del F il Bb. Perché ci resti chiaro che, quindi, l’accordo che nomina quella battuta non è di volta in volta il G o il Bb, ma la sua Fondamentale C o G abbiamo scritto in partitura C/G, F/Bb e così via…dunque, ripetiamo: sottintendiamo C ma suoniamo la sua quinta G.
Ogni nota suonerà quattro quarti e ogni battuta cambieremo corda, muovendoci dalla più bassa alla più alta, quindi E, A, D, G.
ES. 2)
Stesso esercizio ma con note da due quarti.
Es. 3)
Ancora lo stesso esercizio ma ora con note da un quarto.
Es.4)
Questo esercizio aiuta a sentire la correlazione tra Fondamentale e Quinta, favorendone anche la visualizzazione sulla tastiera. Suoniamo note da due quarti e, nella prima battuta, sulle corde di E e A suoniamo la Fondamentale. Nella seconda battuta, sulle corde di D e G la sua rispettiva Quinta.
Es. 5)
L’esercizio è lo stesso. Però, sul secondo accordo cambia l’ordine in cui le note sono disposte: si parte con la Fondamentale sulla corda di G e poi di D. Si segue con la sua Quinta sulle corde di A e E. Questa alternanza continua attraverso tutto l’esercizio.
Es. 6)
La durata degli accordi interessa sempre due battute, ma ora il passaggio tra Fondamentale e Quinta si ripete ogni due quarti. Come nell’esercizio precedente, resta la variazione di direzione attraverso cui si suonano le note di ogni accordo.
Dalla corda più bassa alla più alta su un accordo, viceversa sul successivo.
Es. 7)
I cambi si fanno più fitti: ogni accordo dura una sola misura. La prima nota da due quarti è la fondamentale, la successiva la Quinta.
Es. 8)
L’esercizio è lo stesso ma ogni due accordi invertiamo la direzione attraverso le corde.
Gli ultimi due esercizi suppongono una progressione di tre accordi: Ab, C e E.
Es. 9)
Ogni accordo dura due battute. Nella prima si suona la Fondamentale: due note da due quarti, cambiando ogni volta corda; nella seconda la Quinta con lo stesso criterio. Ogni accordo si inverte la direzione. Sul primo si suona una nota per corda dal E a G; sul secondo su parte, invece, dal G e si scenda al E.
Es. 10)
La durata degli accordi è ridotta a due quarti. Di un accordo si suona la fondamentale, del successivo la quinta. Come fatto fino ad ora, si cambia corda ad ogni accordo e ogni due battute si inverte la direzione dell’esecuzione attraverso le corde.
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