Una copertina stropicciata a imitare un vecchio vinile, una foto ingiallita da cowboy immerso in contemplazione del tramonto e una chitarra deliziosamente retrò al collo. Basta dare un’occhiata all’artwork di The Guitar Album Volume 1 per prepararsi al mood che terrà l’ascoltatore per mano lungo 16 brani che sembrano sbucati da una registrazione perduta in uno studio dalla metà del secolo scorso. Il “ritrovamento” però si rivela ancora oggi fresco, da godersi tutto d’un fiato.
The Guitar Album è il nuovo lavoro di Don Diego, al secolo Diego Geraci, uno tra i padrini italiani del twang che, con la sua ultima fatica, regala un tributo ai chitarristi che hanno gettato le basi del linguaggio elettrico. Linguaggio che, con abilità, padronanza e sempre con un tocco di estro, Diego sviscera e piega ora sullo stile di Chet Atkins, ora sulle sonorità di Buddy Holly passando per Cliff Gallup e Les Paul.
The Guitar Album è in effetti un’ode ai maestri della chitarra elettrica degli albori. I 16 brani sono filtrati tutti attraverso il carattere distintivo di Geraci, che vuole lasciare però trasparire evidenti i riferimenti originali. Si parte quindi dal twang puro e si passa per sonorità latine e rumba fino a un accenno di one drop in stile ska roots jamaicano, si ammicca poi al sound di Nashville e, quando meno te l’aspetti, si tirano fuori dalla manica fraseggi d’impianto jazz e si sfodera una gustosa intro a base di nylon nel tema de Il Padrino.
Tutto, superfluo specificarlo, immerso in un mare di twang dal timbro cristallino e scoppiettante, con uno spesso riverbero a richiamare quella che era la prassi negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.
La chitarra d’annata, a guardar bene, è trattata in maniera estremamente trasversale da Diego, che lungo la tracklist imbraccia Telecaster, Stratocaster, chitarra baritona, ukulele, chitarre acustiche e quelle che descrive come “Organ Guitar” e “Sitarcaster”.
Al suo fianco, Giulio Farinelli e Andrea Amico si alternano al contrabbasso, mentre le tracce di batteria vedono darsi il cambio Andy Calligaris e Federico Chisesi. Unico brano cantato del disco, “Bye Bye Blues” si arricchisce delle armonie vocali di Patrizia Capizzi per un omaggio a Lester Polfus e Mary Ford.
Ascoltare Diego e i suoi compagni all’opera è sempre un piacere, un tuffo nel passato che si impreziosisce con tutta l’evoluzione stilistica che il genere rockabilly e dintorni ha visto nei decenni.
Ancor più, il valore del disco oltrepassa i margini del prodotto musicale e va a toccare da vicino temi attuali quali pandemia, collaborazioni in remoto e nuove strade per tenere la musica sempre viva e vivida: le parti dei brani sono state infatti registrate tutte singolarmente dai musicisti, nelle proprie case, e poi mixate presso lo studio Retro Recording Services di Milano.
Fare musica suonata, insomma, si può e si deve, e Diego ne dà un esempio da manuale.
Ci auguriamo che il “Volume 1” abbia preso un seguito. Nel frattempo, potete dare voi stessi un ascolto a The Guitar Album acquistandolo a prezzo scontato entro il 21 marzo contattando direttamente Diego Geraci: diegocaster@tin.it |