Fender Stratocaster #0689 dell'agosto 1954: il restauro ToneTeam
di CescosCorner [user #36147] - pubblicato il 30 giugno 2021 ore 07:30
Il figlio del primo proprietario di una Stratocaster del 1954 la offre in vendita su Facebook per 3mila dollari, e viene attaccato dagli utenti che gridano al “falso”. Invece lo strumento era originale: ecco la sua storia.
Il restauro ToneTeam della Fender Stratocaster numero di serie “0689” dell’Agosto del 1954
Accade spesso che i “gruppi” dedicati agli strumenti musicali d’epoca e non presenti sui social network vengano sfruttati per proporre strumenti fasulli in vendita, per truffe e raggiri. A causa di questo, in certi gruppi dove l’utenza è un po’ più preparata, si scatena sempre un certo fervore nei commenti quando qualche falso viene proposto come originale.
Non sempre però chi pubblica l'annuncio è in malafede, e non sempre lo strumento “dubbio” per alcuni risulta effettivamente essere falso o falsificato, ed è proprio il caso di questa chitarra di cui raccontiamo oggi la storia.
Su uno dei maggiori gruppi online dedicati alle Fender Pre-CBS, un utente americano pubblica questa “1954” Stratocaster, dicendo essere stata del padre, con una richiesta di 3000 $. Mette alcune foto a corredo, dove si vede una strato anni ’50 con un Sunburst malamente rifatto e rovinato, inserita in una custodia Fender reissue anni ’90. Apriti cielo! Si scatena un putiferio di commenti che gridano al falso, il ragazzo viene accusato delle peggiori nefandezze e la situazione degenera al punto che l’utente cancella il post.
La stratocaster del 1954 pubblicata sul social network
Tutto questo avviene, a causa del fuso orario, quando da noi è già notte, per cui leggo dell’accaduto solo la mattina successiva perché un amico e cliente americano, che aveva seguito la discussione, aveva salvato le fotografie dello strumento e mi aveva chiesto se si fosse trattato di un falso o meno.
Quando vedo le fotografie immediatamente lo avviso che si tratta davvero di una 1954, peraltro completa di molte delle parti originali.
Gli suggerisco quindi di contattare il venditore per avere qualche informazione in più, sia per verificare che fosse effettivamente in possesso del bene ma per poter appurare anche quante e quali parti originali fossero rimaste a corredo, al fine di proporre un’offerta consona sulla base delle reali condizioni dello strumento.
Parlando con il proprietario viene concordato così un prezzo corretto per entrambi (ovviamente ben superiore ai 3mila dollari richiesti nell’annuncio originale) e lo strumento di lì a poco viene spedito al nostro ToneTeam per procedere con il restauro.
Il manico - Liutaio Matteo Rufini
Il manico, pur non avendo danni strutturali, aveva subìto alcuni refret non esattamente da manuale, anche se l’ultimo di questi era stato ben eseguito. Nei precedenti interventi però i bordi tastiera, che nel 1954 erano arrotondati, erano stati portati a “spigolo vivo” e gli ultimi dot sostituiti con della resina nera. Inoltre erano state montate altre meccaniche con fori aggiuntivi sul retro paletta. La vernice era stata pressoché rimossa da tutto il manico, salvo che sulla paletta. La decal originale purtroppo era stata sommersa da uno spesso strato di vernice non nitro.
Il nostro Maestro Liutaio Matteo Rufini ha curato il restauro del manico del 1954.
Di comune accordo con il proprietario, siccome il manico era già pressoché totalmente sverniciato e purtroppo la decal originale non recuperabile da sotto lo spesso strato di vernice aggiunto, si è deciso di ripulire totalmente il manico dalla vernice, in modo da poter affrontare i lavori di riparazione del legno in maniera ottimale.
Matteo ha effettuato così la riparazione dei fori aggiuntivi presenti sulla paletta, sia sul fronte sia sul retro, andando anche a ricostruire le parti di acero che erano state manomesse per installare le nuove meccaniche. Anche se questa modifica era stata fatta in quella parte di paletta che risulta poi nascosta dalle meccaniche una volta montate, in questi casi è consigliabile ricostruire la parte di legno al fine di ripristinare il foro passante delle meccaniche e poter rimontare le Kluson originali senza che queste si muovano lungo l’asse, con conseguenti perdite di intonazione della corda stessa.
Dettaglio della paletta una volta completati gli inserti di acero
Una volta installati i perni in legno di chiusura dei fori, lavorati a mano uno per uno, Matteo ha poi ricentrato e forato gli stessi per ri-allineare correttamente le meccaniche.
Dettaglio della paletta dopo nuova fresatura per alloggiamento meccaniche originali
La ricostruzione è stata molto delicata con la complicazione data dal fatto che chi aveva allargato i fori lo aveva fatto “fuori asse”, per cui ogni spina di acero è stata di fatto lavorata a mano ad hoc. Il lavoro però è stato eseguito a regola d’arte e ora la chitarra può finalmente montare le sue meccaniche originali.
Una volta ultimato il restauro delle meccaniche, Matteo ha dapprima ripristinato la stondatura originale del bordo tastiera e poi rimosso gli ultimi tre dot frontali - che come avevamo accennato poco sopra erano stati maldestramente ricostruiti con resina colorata - installando i dot in “black fiberboard” come in origine.
Dettaglio del restauro dei dot frontali
A questo punto ha riverniciato il manico, salvando ovviamente la data originale sul tacco, con metodologia corretta per il 1954, utilizzando una 1954 originale come riferimento anche a livello di patina e aspetto finale.
Dettaglio della verniciatura e dell’aging sul fronte tastiera
Il cliente ci ha fornito una decal replacement, realizzata in corretta serigrafia, richiesta alla Fender quando si è capito che non sarebbe stato possibile preservare l’originale.
Dettaglio della paletta
Il body - Liutaio Romano Burini
Il body, in due pezzi di swamp ash, conserva la data originale di agosto 1954 e aveva nelle cavità tracce della verniciatura Sunburst, ancora presente a protezione della data nella cavità delle molle del ponte ma anche, incredibilmente, abbiamo trovato la vernice originale al di sotto della piastrina con il numero seriale.
Per fortuna il body non era stato rovinato nelle forme e nel contour, ma solo sverniciato come era la moda negli anni ’70 con effetto a legno naturale, mentre solo in seguito è stato applicato un maldestro tentativo di Sunburst.
Del restauro del body si è occupato il nostro Maestro Liutaio Romano Burini, che ha prima di tutto rimosso la verniciatura amatoriale Sunburst dal body, dopo aver però protetto le parti originali che abbiamo deciso di preservare, sia nella cavità tremolo sia al di sotto del neckplate.
Sono stati così mantenuti bordi, sagome e spessori, così come tutte le tracce di Sunburst presenti nelle cavità.
Il body una volta rimossa la verniciatura non originale
A quel punto è iniziata la fase di verniciatura vera e propria. Prendendo come esempio le originali presenti nella nostra collezione, in particolare la nostra agosto 1954, prodotta quindi nello stesso periodo di questa, abbiamo ripristinato il Sunburst, sfruttando ovviamente il campione colore ancora presente sulla chitarra per stabilire la tonalità e l'intensità finale della nuova verniciatura.
Dettaglio della verniciatura finale
Su richiesta del cliente la verniciatura è stata trattata con un processo di “aging” leggero, consono all’età dello strumento.
Dettaglio della data e vernice originale nel vano molle, e della vernice originale preservata sotto al neckplate
Il setup finale e il ritorno a casa
Una volta ultimati i lavori di restauro la chitarra è stata quindi rimontata, ripristinando il cablaggio originale. Aldilà dei knob e covers dei pickup - le originali del ’54 erano estremamente fragili, moltissime si rompevano fin dalla prima installazione, tanto che Fender dovette ridisegnare i pomelli e le cover - lo strumento conserva tutte le altre parti originali, in particolare i pickup, mai riavvolti o riparati.
A differenza della bellissima Stratocaster #0018 che abbiamo raccontato in questo articolo, questa agosto del 1954 non presenta alcun problema col setup, perché Fender in quel mese aveva ormai risolto i problemi di angolazione del manico, creando anche il “worm route” nei body per meglio alloggiare la mascherina con l’elettronica pre-cablata.
Il risultato finale è una chitarra che è tornata “indietro nel tempo”, rivestita dell’abito che aveva in origine e riportata alle sue caratteristiche uniche per quell’anno, anche a livello di suonabilità. Infatti i bordi del manico stondati “rolled edges” sono immediatamente percepibili e apprezzabili sotto le dita (“feeling”, come direbbero in America), anche dal neofita non appassionato di strumenti d’epoca.