avevamo analizzato un approccio al doppiaggio delle chitarre elettriche in una registrazione o produzione, lavorando su un riff in stile hard rock, che aveva scomodato richiami stilistici tra Extreme e Mr. Big.
Oggi, restiamo in ambito rock ma in una declinazione molto più moderna e aggressiva: utilizziamo distorsioni high gain, chitarre ad otto corde e maneggiamo un riff con sonorità e intenzione che possono richiamare quelle di una band come i Messhuggah.
La chitarra utilizzata è una RG8 Ibanez a ponte fisso. Ho utilizzato esclusivamente il pick up al ponte e la chitarra è accordata in maniera standard: ovvero con l'ottava corda in F# a cui segue la settima in B per poi proseguire con un’accordatura tradizionale. Si tratta di uno strumento di fascia media che fa egregiamente il suo lavoro. Lavorando tra registrazioni e produzioni, ritengo sia importante avere strumenti variegati che, anche in ambito piuttosto economico, garantiscano un buon rapporto qualità prezzo ma forniscano suoni mirati e autentici in diversi ambiti stilistici. Per intendersi: quando serve il suono di una Telecaster o una Sette corde, meglio una buona Telly o una sette corde di fascia entry level ma accordata e settata a puntino, che cercare di ricavare quel suono tra mille accrocchi di Eq, altre chitarre, effetti, split…
Dal punto di vista esecutivo, la forza del riff è l’incastro ritmico con la batteria.
Il beat di batteria è dritto, lineare in 4/4, mentre il riff di chitarra è concepito in 3/4 e – per per tornare dritto e ripartire sul main riff iniziale - aggiunge una battuta in 2/4.
La parte conclusiva sfrutta il fatto che sia l' armonico naturale al nono tasto che quello al quarto tasto della corda di B basso siano la stessa nota, un D#. Quindi, risulta semplice tenere questo armonico quasi come pedale, nonostante la linea passi dalle note di C# a quella di A, prese sull’ottava corda.
Dal punto di vista della resa finale, è stato importantissimo suonare staccando il più possibile le note tra loro. Per farlo, ho applicato un palm muting deciso e mi sono concentrato nello scandire il massimo possibile le note, aiutandomi anche con delle escursioni accentuate del plettro.
Nella prossima lezione, analizzeremo la gestione di suono in fase di scelta e posizionamento nel mix. Intanto, però, anticipo che per registrare ho utilizzato il Kemper, servendomi di un profilo
Enrico Sesselego: chitarre, mix & master
Luca Nicolasi: basso
Paolo Caridi: batteria |