di enricosesselego [user #28271] - pubblicato il 15 settembre 2021 ore 08:00
Parliamo ancora di registrazione e produzione di chitarre elettriche, questa volta in un ambito stilistico ben preciso, quello del metal più moderno. La chitarra in gioco è una otto corde e la distorsione, seppur estrema, deve supportare la precisione chirurgica di un riffing cesellato sugli incastri ritmici della batteria. Compressore e riverbero ci vengono in aiuto.
Nella precedente lezioneabbiamo analizzato la parte musicale di questo riff: seguendo il link se ne troverà la trascrizione e una serie di spiegazioni e indicazioni di supporto ad una corretta esecuzione.
Oggi ci concentriamo sul suono.
Per registrare ho utilizzato il Kemper, servendomi di un profilo Choptones. L'ampli profilato e un ENGL IRONBALL e il suono si chiama Metal Drive.
Il suono era soddisfacente di partenza. Non necessitava di alcun intervento correttivo e mi permetteva, quindi, di lavorare in positivo: preoccupandomi unicamente di ottimizzarne la presenza nel posizionamento sonoro tra basso e – soprattutto – batteria. Un tipo di agevolazione che il digitale offre e che può snellire e facilitare il lavoro, soprattutto in produzioni che hanno un’estetica di suono con esigenze già ben definite.
La parte da leone, nella resa delle chitarre, l’ha fatta l’utilizzo delle compressioni nel mix.
Eccezionalmente, queste compressioni sono state applicate sulle chitarre dopo un leggero EQ sulle alte, effettuato non per una vera e propria esigenza di sound ma per modificare la risposta dei compressori. Su ciascuna chitarra sono stati utilizzati tre compressori in cascata, dandomi la possibilità di non schiacciare troppo le chitarre da subito ma gradualmente. Questo approccio permette di avere sul risultato finale, un suono che - dopo i 3 stadi di compressione seriale - risulta poco snaturato ma con un valido apporto globale di "tightness".
Certamente si potrebbero schiacciare le chitarre solo con uno o due compressori ma l’effetto sarebbe differente: più artificioso e costretto nella dinamica. Comunque differente da come avevo immaginato il riff.
Da notare che non ho aggiunto nessun EQ post compressione. Mi sono avvalso, invece e ancora una volta, di un Riverbero-non-Riverbero che sostituisce l’equalizzatore: molto corto nel decay, denso e soprattutto "attaccato" alla sorgente sonora, ovvero con un predelay corto!
Quindi, nel servirmi del riverbero, più che dare ambiente e spazialità alle chitarre, mi interessava che queste risultassero "up front", "secche" ma con le note ingrossate e valorizzate nell' insieme del mix…
Perché poi le chitarre così trattate siano coerenti con il mix d’insieme, è stato importante fare in modo che anche gli altri strumenti supportino la stessa estetica. Per cui, nell’ottima batteria suonata da Paolo Caridi, mi sono sincerato di avere cassa e rullo definiti e overheads tagliati, compressi e non troppo presenti nel mix.