Per questo il testo - pur concedendo ampio spazio a soluzioni personali dell'autore nate dalla sintesi di esperienze e influenze eterogenee - resta saldo sull'approcco tecnico tradizionale. Un approccio che vede la chitarra fingerstyle legata ad una lunga storia che si è evoluta soprattutto nell'ambito della musica tradizionale americana e celtica irlandese.
Aspetto peculiare del libro, oltre a quello delle coerenza stilistica, è l'attenzione alla gestione del tempo: l'mprovvisazione fingerstyle, infatti, si sviluppa nel delicato e virtuosistico spazio del Guitar Solo, e non può beneficiare o appoggiarsi, al supporto di una sezione ritmica.
Abbiamo approfondito il testo con l'autore Micki Piperno.
Quali sono i requisiti tecnici e teorici da possedere per poter affrontare lo studio di “Improvvisare con latecnica Fingerstyle” in maniera consapevole?
Il libro è stato pensato per tutti coloro che vogliano ampliare i propri orizzonti improvvisativi, soprattutto nell'ambito del ruolo del chitarrista acustico fingerstyle o jazz impegnato nel complesso mondo del guitar solo.
L'ideale sarebbe avere una buona conoscenza degli argomenti legati al mondo dell’improvvisazione — scale e arpeggi — e una discreta o buona tecnica della mano destra per poter comprendere a fondo i tanti, e piuttosto complessi, argomenti del testo.Ciò non toglie che avendo al suo interno una raccolta di tante frasi e spunti creativi può, parzialmente, essere consultato anche e solo dai più curiosi.
Il tuo manuale mette sotto i riflettori il ruolo del chitarrista che improvvisa all’interno di un guitar solo: vogliamo approfondire questa dimensione?
Nel manuale sono trattate tutte quelle tecniche che servono per eseguire parti di assolo che abbiano sempre un supporto polifonico e ritmico importante quando si vuole abbandonare il tema principale del brano per creare invenzioni, assoli che consentano, secondo un corretto stile, di non percepire un calo drastico della ricchezza del suono nel brano che si esegue da soli in concerto. Nella chitarra fingerstyle, jazz o negli arrangiamenti più pop di canzoni eseguiti con la chitarra, esiste la possibilità di andare ben oltre la riproposizione del tema principale della composizione.
A tale scopo, attraverso lo studio di tecniche quali harp style, banjo rollse cadenze di fraseggio jazzistico con supporto di bassi di accompagnamento si può arricchire il proprio bagaglio strumentale di tecniche di improvvisazione attraverso l'utilizzo di fraseggi diciamo “precotti”, che potranno essere utilizzati come pattern di riferimento per creare zone di improvvisazione e di creazione momentanea nei brani che ci accingiamo ad arrangiare.
Quanto in questo libro è frutto della riproposizione di tecniche tradizionali e quanto mette in gioco tue personali rielaborazioni maturate in anni di ascolti, pratica e ricerca?
Nel libro sono presenti entrambi gli aspetti e moltissimo di quello che ho trascritto è frutto di grande studio, rielaborazione ed evoluzione di tante tecniche che uso e che ho approfondito nel tempo. Ogni nota di questo libro, nonché diteggiatura, fa parte di quello che utilizzo per la mia musica e che insegno ai miei studenti e nasce dal desiderio di mettere su carta tanti spunti e idee raccolti in tanti anni e che i miei allievi più volte mi hanno invitato a formalizzare in modo serio al fine di arrivare ad una pubblicazione.
Riguardo la domanda iniziale, per esempio la tecnica dell’harp styleviene sempre insegnata con esempi nelle tonalità semplici perché hanno la possibilità di utilizzate le corde a vuoto in modo istintivo, mentre nel libro attraverso ricerca e studio per ovviare all"oggettivo limite strutturale dello strumento sono riuscito, attraverso l'uso di legature tra note vicine, ad ottenere lo stesso effetto musicale in tonalità più ostiche. Molti ragazzi oggi non ricordano il grandissimo Lenny Breau, forse gli è più noto il giovane Julian Lage, ma entrambi in epoche molto diverse utilizzano molto queste possibilità anche in ambito di modern jazz.
Insomma, direi che il testo contenga molta tradizione e tanta innovazione.
Tra i tanti argomenti trattati nel tuo testo, due hanno catturato la mia curiositàe ti chiederei di approfondirli, anticiparli: “Rimbalzi Metrici” e “Pop Creative Linear Phrasing”…
Sì, questi sono due capitoli di cui vado molto orgoglioso: il primo dei due è un mio mustdidattico da anni e si riferisce alla capacitàà del musicista solista di riuscire a pronunciare i fraseggi in modo corretto dal punto di vista ritmico, cosicché i soli possano volare corretti nel beatdel brano.
Un assolo scorretto dal punto di vista metrico non può danzare in modo lineare nel brano, mentre un assolo metricamente perfetto invece può essere ben raccolto da chi ascolta anche senza l'accompagnamento della band.
Faccio sempre un riferimento alle ghost notesutilizzate dai batteristi per realizzare il fraseggio, o al gioco labiale dei trombettisti per realizzare moduli di sedicesimi perfetti nei raddoppi del fraseggio. Ottengo sulla chitarra un risultato analogo al di là della scala scelta, ribattendo delle note che utilizzo non come note reali, ma come ghost, rumori atti all’intento —è una tecnica che se ben assimilata può essere utilizzata in tutti gli stili musicali, dal rock al jazz, passando per il County senza barriere — cambia l'estetica ma le regole della musica sono sempre le stesse.
Il secondo argomento sui cui avete posto l’attenzione —"Pop Creative linear Phrasing” — riguarda altre soluzioni come frasi moderne concepite con intervalli particolari, quali quelli di ottava e quarta utilizzate anche da chitarristi come Eric Jhonson o Carl Verheyen, e idee con i doublestop molto usati da Hendrix piuttosto che ottimi spunti per fraseggiare anche sullo strumento in contesti acustici e non solo, utili per completare il campionario di idee complementari alle finalitàà del metodo.
Aggiungo, per concludere. che i libri da me realizzati negli ultimi anni sono stati concepiti con grande grande fatica e dedizione nella prospettiva di creare un percorso di studi ordinato per i ragazzi che studiano per la prima volta la chitarra acustica fingerstyle in Conservatorio.
è un vero specialista e virtuoso della chitarra acustica fingerstyle— concertista e docente, è una vecchia conoscenza di Accordo per cui ha tenuto anche una rubrica didattica di successo per oltre due anni e, ogni tanto, torna a farci visita.
Micki è il primo musicista in Italia a tenere un corso di questa specificitàà strumentale presso i Conservatori di Teramo, dove è docente del primo corso di chitarra pop ad indirizzo fingerstylee dell’Aquila, dove da quest'anno è docente del primo corso di Chitarra Folk nel nuovissimo dipartimento di Musica Tradizionale. |