In questa lezione continuiamo a studiare brano scritto da Ralph Salati ad hoc per questo ciclo esclusivo di lezioni prog metal.
"L’estratto di brano che affrontiamo è più complesso di quanto potrebbe sembrare ad un primo ascolto. Iniziamo a studiarlo affrontandolo dal punto di vista melodico/armonico: è un pedale di B, costruito sulla scala di Misolidio b2/b6 (o Frigio di Dominante), modo che si sviluppa sul 5° di una scala Minore Armonica. Nel nostro caso, quindi, avremo: B, C, D#, E, F#, G, A.
La sonorità è molto classica e la nota di B continua a fare da centro tonale per tutto l’articolarsi della parte senza la presenza di accordi veri e propri di supporto: un tipo di sound e approccio estremamente presente in band di riferimento prog metal come Dream Theater o Symphony X ma anche in gruppi più recenti come i Caligula’s Horse.
Mi fa piacere spendere ancora due parole su questo modo che è davvero utilizzatissimo in questo contesto stilistico: il Misolidio b2/b6 è un modo maggiore che funziona sugli accordi di Dominante, quindi accordi maggiori con la settima minore. Per questo, anche se magari più frequentemente utilizzato, io preferisco non chiamarlo Frigio di Dominante, perché il Frigio riconduce ad un accordo minore, mentre qui – come detto – abbiamo una scala/accordo con la terza maggiore.
La particolarità però, è che gli intervalli di b2/b6 offrono a questa scala un colore molto più scuro rispetto a qualunque altro modo maggiore. Quindi, risulta un modo maggiore che riesce a suonare cupo come un modo minore! E questo lo trovo spiazzante perché ad un orecchio inesperto arriva come qualcosa di minore! Ed in questo l’utilizzo di questa scale è vincente perché risulta “incazzato”: un sound molto coerente con il metal!
, anche questa volta il riff mette in gioco una polimetria sviluppata su un 4/4 dove tutta la parte ritmica del riff si muove in 13/8 o 26/16. Soprattutto l’ultima divisione in sedicesimi potrebbe essere più comoda perché permette di contare scandendo in parti ritmiche più piccole. Per agevolare la comprensione dei gruppi di 13/8, nella tab ho inserito una X all’inizio di ogni ciclo polimetrico: attenzione quindi a non leggerla come una ghost note. Questo è uno stratagemma che utilizzo spesso per visualizzare in maniera più immediata le polimetrie in partitura.
Un ottimo esercizio, propedeutico alla corretta interpretazione, esecuzione e – soprattutto - conteggio di questa parte potrebbe essere questo: eliminiamo ogni intenzione espressiva (slide, bending, pennate…) e frammentiamo i 23/16 in questa sequenza numerica 3 + 4 + 3 + 3 + 3 + 3 + 4 la cui somma da 26. Ovviamente, si può suddividere e contare anche in gruppi numerici più consistenti: 7 + 6 + 6 + 7. Un esercizio utile è cantare questa sequenza battendo il piede, o le mani, sul quattro.
Chiarito l’aspetto armonico e la divisione ritmica del riff, lavoriamo sulla corretta gestione della tecnica e meccanica esecutiva. La parte più intricata è quella con i raddoppi in trentaduesimi. In questa sezione i BPM sono 136: nel resto del brano siamo a 140 BPM ma questa leggera diminuzione di BPM rende la sezione più groovy. In ogni caso, 136 BPM rendono i trentaduesimi molto veloci da eseguire: sono piccoli raddoppi, “scattini” tipici e molto comuni nel genere, simili a quelli che si possono sentire in “Bleed” di Meshuggah o in tutto il Djent moderno di Periphery, Monuments o – perché no – ! Questi raddoppi vanno suonati un po’ di nervo e per riuscire a eseguirli bisogna rendere più tesa l’esecuzione della meccanica di plettrata!
Quindi, arrivando alla conclusione, capiamo che la vera sfida esecutiva di questo riff sarà rendere ritmicamente intelligibile la poliritmia anche sulle note che non si stanno plettrando ma sono ottenute attraverso elementi espressivi: bending, bending release, slide, vibrato...)! Mantenere ritmicamente precisi questi eslementi sarà decisivo a livello esecutivo; in una parola, bisognerà mettere a spartito le parti espressive dell’esecuzione!
Questo, tra l’altro, ci permette di puntare i riflettori su uno degli aspetti più delicati e critici di chi non ha ancora affinato e ottimizzato il proprio fraseggio solista: non mantenere un timing coerente su vibrati, slide, bending…In questo, io ho un approccio molto Zappiano: mi piace che quello che scrivo ed eseguo posso essere perfettamente trasposto su uno spartito, garantendone anche live un’esecuzione sempre precisa e puntuale.
Due parole sul suono utilizzato: come ho spiegato, per questo pezzo, ho utilizzato dei suoni di : ho trovato già una solida base di partenza per il genere, scegliendo addirittura tra profiling di ampli di altissima qualità, che non avevo mai considerato di includere nel mio sound. Nello specifico ho utilizzato due pacchetti di suoni : il per le sezioni più ritmiche mentre per la parte solista il ispirato all'estetica di suono Mesa Boogie.
Solitamente tengo un Eq piuttosto Flat, scavare troppo le medie sarebbe controproducente per il sound che cerco, perchè andrei ad eliminare proprio le frequenze della chitarra che mi permettono di avere più suono sotto le dita e nel mix proprio sulle ritmiche." (Raph Salati)
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