Per il CEO Fender Andy Mooney la crisi produttiva potrebbe durare a lungo
di redazione [user #116] - pubblicato il 10 gennaio 2022 ore 14:15
Andy Mooney, CEO di Fender, non si dice ottimista sul breve periodo circa la carenza di materiali e i problemi logistici che causano ritardi sulle linee di produzione. Il mercato dello strumento, però, continua a crescere.
Quasi due anni dopo l’inizio, l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus Covid-19 continua a far sentire il suo peso non solo sulla salute e sul quotidiano, ma anche sui mercati.
Carenza di personale, materie prime che arrivano in ritardo e in quantità limitate, componenti elettronici introvabili hanno messo in difficoltà interi settori, e quello dello strumento musicale non è da meno. Viceversa, sembra che i recenti lockdown e le restrizioni abbiano riacceso l’interesse del pubblico verso la musica suonata, dando così luogo a una medaglia a due facce in cui la richiesta di strumenti aumenta considerevolmente, ma le aziende produttrici non riescono a starle dietro.
Intervistato dalla trasmissione finanziaria The Exchange della rete statunitense CNBC, il CEO di Fender Andy Mooney non prevede una risoluzione del problema nel breve periodo.
“Credo che le cose miglioreranno, la grande domanda è ‘quando’.” spiega Andy Mooney, secondo il quale potrebbe essere necessario attendere ancora diversi mesi prima di notare un’inversione del trend.
Il problema trova le sue radici nella richiesta da parte del pubblico, cresciuta a dismisura dall’inizio della pandemia da Covid-19.
Il settore dello strumento musicale era già in decisa crescita prima del 2020. Negli ultimi anni, dal 10% del periodo precedente, l’intero mercato ha fatto un balzo in avanti di un ulteriore 35%, e non è da escludere che il ritmo continui anche dopo la fine dell’emergenza.
Secondo una ricerca effettuata da Fender, dall’inizio della pandemia, 16 milioni di americani - il 7% dell’intera popolazione statunitense - hanno imbracciato una chitarra per la prima volta.
Per l’azienda, ciò si è tradotto in un incremento delle vendite del 30% nel 2021 con un picco del 40% sulla fascia di strumenti più economica, inferiore ai 500 dollari.
Le leggi del mercato sono chiare in situazioni simili: quando la domanda cresce, i prezzi salgono. Così, Mooney spiega che Fender ha registrato un aumento dei prezzi fino al 10%, senza comunque riuscire a tenere granché a bada l’entusiasmo degli acquirenti, che continuano ad accorrere numerosi.
Così i tempi di consegna si allungano, per le chitarre ma in particolar modo per tutto ciò che riguarda l’elettronica legata allo strumento. Gli amplificatori per chitarra, come anche i dispositivi per l’home recording - altro settore in sensibile crescita dall’inizio della pandemia - soffrono per la difficoltà di reperire chip in tempi stretti. A questo si sommano complessità logistiche e connesse al trasporto, che potrebbero rendere complicato mettere le mani sull’ultima novità nei cataloghi musicali ancora per diversi mesi.
È recente la notizia di nuove varianti del virus che costringono intere nazioni a navigare quasi a vista, rendendo davvero difficile prevedere cosa accadrà nel medio termine.
Il 2022 è anche l’anno in cui il NAMM Show prevede il suo grande ritorno, in una nuova veste che riunisce l’edizione invernale di Los Angeles e quella estiva di Nashville in un appuntamento inedito fissato ai primi giorni di giugno.
Per il momento l’allestimento dello Show è in corso come da programma e le nuove ondate non sembrano preoccupare gli organizzatori. Come sempre, seguiremo la storia da vicino sulle pagine di Accordo.