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Sharks e il disco che esce trent'anni dopo
Sharks e il disco che esce trent'anni dopo
di [user #116] - pubblicato il

Alla fine degli anni '80 esplode in Italia la meteora degli Sharks, band che ottiene attenzione e successo rileggendo in chiave personale l'hard rock rock anglo-americano: dopo Sanremo, le collaborazioni e il tour con Vasco, i palchi condivisi con i Jehtro Tull e i Deep Purple, e un disco che impazza per le radio, per il gruppo iniziano le difficoltà: la pubblicazione del secondo disco non va in porto.

Accordo, nell'ultimo episodio di questa serie esclusiva dedicata alla band, discute con gli Sharks (oggi tutti professionisti affermati della scena nazionale) le motivazioni che hanno rallentato di 30 anni la pubblicazione dell'album SLOW SONG. 

Leggi il primo, il secondo, il terzo, ed il quarto episodio dedicati alla storia degli SHARKS.

Nel 1990 gli Sharks si trovano a dover affrontare la crisi della CGD, celebre etichetta nota per aver accompagnato la band durante l'ascesa. Una crisi che mette in discussione la registrazione, e di conseguenza l'uscita, del secondo album. Il momento si fa ancora più complicato con l'abbandono del gruppo da parte di Fabrizio Palermo, ingaggiato da Enrico Ruggeri per il suo tour in qualità di bassista. Al posto di Palermo nella band enterà Mark Harris e sarà proprio lui a suonare le tastiere nel disco che - in onore dei mondiali di calcio che in quell'anno cadevano in Italia - avrebbe dovuto chiamarsi SHARKS 90.
 Il limbo in cui la band si trova a gravitare a causa dei problemi e dell'immobilità dall'etichetta è aggravato da una scena musicale che cambia e, sedotta da grunge e alternative, pare meno interessata all'hard rock.
Complice una scena discografica non ancora pronta (Oggi lo è? NDR) ad accettare testi italiani incorniciati dall'hard rock, il secondo disco degli Sharks resta nel cassetto fino al 2021, quando finalmente viene pubblicato con il titolo di SLOW SONG.

Sharks e il disco che esce trent'anni dopo

Gli Sharks in tour con Vasco, 1989

ACCORDO: Perché avete sentito la necessità di fare uscire questo disco adesso? Ci sono state delle modifiche in vista della pubblicazione?


Mauro Palermo (chitarrista):
Un inedito nel cassetto è un po’ un rospo che abbiamo avuto sullo stomaco per oltre 30 anni. E’ sempre un peccato produrre qualcosa e non farlo uscire.

Andrea Ge (batterista):
Purtroppo non c’è stato modo di apportare modifiche. I master dell’album proprietà di Rovelli e custoditi in uno studio di Vasco sono spariti in strane circostanze.
Ad ogni modo sono nastri analogici e dubito che dopo 30 anni ci sia ancora qualcosa sopra. Questi sono i mix originali del 1990, trasferiti in digitale.

Dario Fochi (voce):
Diciamo che già da diverso tempo ho incominciato a dire ai ragazzi che era un peccato tenere quell’album nel cassetto. Ho sempre creduto in quei brani e in quelle sonorità, poi con il tempo si sono convinti tutti e ora eccoci qui.
Ancora oggi, nonostante sia passato molto tempo, a ogni ascolto i brividi non si fanno attendere. Ora mi sento soddisfatto e mi pare di leggere lo stesso anche negli occhi dei miei compagni d’avventura.
Inoltre sono davvero grato dell’apporto di Roberto Casini, fondamentale a partire dalle prime fasi di pre-produzione (prove, stesure, arrangiamenti, testi etc.), fino a quelle di post-produzione (registrazioni, missaggi etc.), che ha seguito in ogni dettaglio con grande passione ed estrema competenza.
Ha sempre creduto in noi e nel nostro progetto come fosse un membro effettivo della band e il suo intervento è stato decisivo anche ora, perché l’album vedesse finalmente la luce.

Sharks e il disco che esce trent'anni dopo
 
Gli  Sharks nel 2021 con Sonja Annibaldi 

ACCORDO: Chi è il principale destinatario del disco: un pubblico nuovo o i vecchi ascoltatori?

Fabrizio Palermo (tastierista):
Siamo tutti perfettamente consapevoli che questo album “suona” anni ’90, anche dal punto di vista della scrittura e delle stesure, ma quello era il periodo e noi quello eravamo. Sinceramente non saprei dire chi potrebbe essere oggi il principale destinatario.
Probabilmente credo più un ascoltatore adulto e/o un nostalgico, anche se i testi erano ovviamente destinati ai ventenni com’eravamo noi all’epoca.
Oggi i giovani ascoltano tutt’altra musica e brani del genere non verrebbero mai passati dalle radio, anche se sono convinto che siano di gran lunga superiori alla maggior parte delle canzoni fatte con lo stampino che escono oggi.
SLOW SONG è un album registrato e concepito nel 1990, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti e va ascoltato oggi in quell’ottica, niente di più e niente di meno.

Andrea Ge (batterista):
Mi sento di dire che più che altro, l’album l’abbiamo pubblicato per noi stessi, era davvero un peccato lasciarlo lì sepolto. Se fosse uscito all’epoca, avrebbe di certo mostrato una nostra rinnovata maturità, un’indubbia crescita. C’erano dei singoli validi, potevamo andare avanti e magari dire la nostra nel panorama nazionale. Ora sono passati più di 30 anni, la musica è cambiata e non ho davvero idea se qualcuno ha ancora voglia di sentire quel tipo di canzoni.
Qualcuno dice che quei brani erano eccezionali ai tempi e lo sono tutt’ora ma alla fine è il pubblico a decidere. Se la reazione è positiva potrebbe darci lo stimolo a fare qualcos’altro, chi può dirlo. 

Mauro Palermo (chitarrista):
A mio parere quando si registra qualcosa non si pensa a che tipo di pubblico e' rivolto, è un po’ limitativo, anche se ovviamente facendo rock il pubblico più attento e interessato dovrebbe essere più o meno quello. In generale credo che un artista produca quello che sente dentro. SLOW SONG parla di quello che in quegli anni vivevamo sulla nostra pelle, con suoni e arrangiamenti adatti e moderni per l' epoca, pur avendo per certi versi ancor oggi qualche tratto molto interessante e oserei dire quasi attuale. Ognuno spera sempre che le proprie opere vengano apprezzate in larga scala, dalla massa e chissà se questo lavoro aprirà o meno le porte a nuove idee, nuovi progetti. Del resto la musica è magica e imprevedibile ed è proprio questo il suo immenso e immortale fascino. 

Sharks e il disco che esce trent'anni dopo

Gli Sharks intervistati in occasione dell'uscita di SLOW SONG nel 2021

Giunti al termine di questa fuggente fiaba musicale, si può parlare di SLOW SONG come del frutto di sensazioni, incontri, modi di creare valore. Un sapore musicale e di emozioni  legatissime agli anni in cui è nato: l'incontro diretto con i protagonisti ci ha permesso di mettere in evidenza come sia vivere un'esperienza così fugace da neo-adolescenti:
gli Sharks dimostrano, con la pubblicazione di questo disco, che esiste ed è affiorante la voglia di fare musica sia per se stessi, sia per il pubblico - nuovo o affezionato - con l'obiettivo di sfruttare il suo magico potere di imprevidibilità e condivisione. 

Gli Sharks sono: Dario Fochi voce, Mauro Palermo chitarre, Fabrizio Palermo tastiere, Francesco Di Foggia basso, Andrea Ge batteria.

L’album “Slow Song” prodotto da Roberto Casini per Selvaggia Music, Enrico Rovelli produzione e management, Mark Harris (keyboards), è disponibile su tutte le principali piattaforme digitali (iTunes, Spotify, Apple Music etc.)

andrea ge enrico ruggeri fabrizio palermo mauro palermo sharks
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