È una delle questioni più discusse, quando si tirano in ballo le più recenti produzioni Fender Made in Mexico: meglio la ricerca stilistica delle Player Plus o la tradizione delle Vintera? Quali sono le differenze in termini puramente qualitativi e quale sposa meglio lo stile di ognuno?
Incuriositi dal tema e spinti da commenti e richieste che fioccano ogni volta che mettiamo le mani su una di queste Fender, abbiamo voluto confrontarle in un testa a testa tutto in territorio fenderiano, stilistico e sonoro. Così, grazie al supporto di MusicalStore2005, abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento una splendida e un’accattivante , e qui ve le raccontiamo.
Preferire una Player Plus o una Vintera, c’è poco da dire, è innanzi tutto una questione di gusti personali. Tuttavia, all’interno delle rispettive serie, non mancano i punti di contatto.
Le differenze tra una Player Plus con pickup Noiseless o humbucker e una Vintera ‘50s con manico cicciotto e pickup a basso output sono evidenti, mentre la distanza si accorcia quando ci si rivolge alle edizioni Vintera Modified, le quali promettono una suonabilità più moderna e un’elettronica rivisitata che potrebbero mettere in crisi chi è già indeciso sul prossimo acquisto.
Le Vintera Modified, come la ’50s Modified Stratocaster in prova, introducono infatti diversi accorgimenti del tutto moderni in una ricetta profondamente classica per approccio generale, aspetti che rendono il confronto ancora più appetitoso.
Liuteria
La Player Plus e la Vintera in prova sono due Stratocaster, della stessa fascia di prezzo, provenienti dagli stessi stabilimenti, probabilmente dagli stessi stock di legname e passate sotto le stesse macchine. Insomma, i due strumenti sono effettivamente assai simili, per forme, peso, feeling. E non ci aspettavamo nulla di diverso.
Entrambe hanno un body in ontano e manico in acero. Per le Vintera come per le Player Plus, a seconda dei modelli sono disponibili tastiere in acero quanto in pau ferro.
Sulla ‘50s Modified, d’ispirazione anni ’50, si tratta di acero.
Sulla Player Plus HSS è pau ferro, a dire il vero molto più scuro rispetto a quello usato dalla .
La differenza nei legni usati per la tastiera è spesso oggetto di discussioni accese tra i chitarristi. Da amplificati quanto da spenti, i due strumenti sembrano effettivamente differenziarsi per precisi aspetti. Pare avvertire bassi più fermi sul pau ferro della Player Plus e il caratteristico “chonk” dell’acero sulla Vintera. Se sia tutto merito del legno o se entrano in ballo le differenze nell’hardware, disparità naturali tra esemplari simili, psicoacustica o altre diavolerie, temo non vi daremo risposta in questa sede.
Manico e suonabilità
Entrambe le chitarre hanno un profilo a C moderno, ma si distinguono per tasti, raggio e, soprattutto, per il trattamento riservato ai bordi.
La ‘50s conta 21 fret, ma anziché tasti sottili tipo vintage preferisce dei più comuni medium jumbo. Anche il raggio non è estremo, bensì l’ottimo compromesso tra curvatura e suonabilità del 9,5 pollici.
I tasti diventano 22 sulla Player Plus, e il raggio si appiattisce fino a toccare i 12 pollici. Il tasto extra è uno di quei dettagli graditi che aggiunge flessibilità per chi lo usa, ma non cambia granché per chi si spinge raramente verso tali “vette”. Suonabilità e suono sono immutati sotto questo aspetto, ne abbiamo già parlato .
Un dettaglio fin troppo sottovalutato, ma realmente sensibile quando si parla di suonabilità, è il trattamento che Fender ha riservato ai bordi delle tastiere sui modelli Player Plus. Un leggero smusso accoglie la mano in modo morbido, davvero piacevole, che riesce a far sentire a casa anche chi non è abituato a raggi così piatti.
Viceversa, la Vintera ha una tastiera classica. Ciò non vuol dire che sia scomoda o che abbia spigoli vivi da segnalare: insomma, se è vero abbiamo suonato per tanti anni tastiere dai bordi più netti senza mai lamentarcene, non possiamo negare che quello della ‘50s Modified sia un gran bel manico. Solo, è altrettanto vero che la Player Plus ha un feeling tutto suo, da provare.
In ultimo, una sostanziale differenza è nella posizione del truss rod: alla base del manico per la Vintera, al capotasto per la Player Plus. Qui la ricerca dello storicamente corretto nella Vintera è evidente, perché è fuori discussione la comodità di un accesso alla paletta nella Player Plus, per regolazioni rapide senza dover smontare corde e manico. Non ci viene in mente un motivo diverso per preferirvi l’inaccessibile vite al tacco.
Hardware
La Vintera ha un ponte a due viti, con sellette vintage. La Player Plus pure due viti, ma sceglie sellette moderne a blocco.
C’è chi individua nelle sellette ricurve tipo vintage un timbro più squillante, trovando viceversa nelle più grosse sellette moderne un suono maggiormente “fermo” e definito. Sensazioni e filosofie sonore a parte, qui è fuori dubbio che la scelta è dettata principalmente dalle sensazioni tattili a cui si è abituati sotto il palmo.
Del tutto stilistiche sono anche le preferenze relative alle meccaniche. La Vintera Modified usa un set vintage, mentre le Player Plus sono moderne, ma sono entrambe locking.
Le meccaniche bloccanti in stile vintage si distinguono per la chiusura a taglio in testa anziché a rotellina sul retro, ma è difficile dire se i due sistemi abbiano un effettivo motivo di preferenza oltre quello prettamente estetico.
La scelta di un ponte a due viti sulla Vintera è sicuramente dettato dalla maggiore affidabilità, sebbene qualche tradizionalista delle sei viti potrebbe storcere il naso. È, in ogni caso, apprezzabile la presenza di meccaniche bloccanti sulla Modified, per un tocco di modernità anche su un design così rivolto al passato.
Più evidente è invece il distacco tra l’alberello abbassacorde tradizionale della Vintera e quello roller della Player Plus.
Entrambe le chitarre si comportano bene quanto a tenuta d’accordatura, i ponti reggono le sollecitazioni delicate senza battere ciglio. Ma, se è davvero difficile dire quanto il tipo di selletta contribuisca nella tenuta finale, tutto suggerirebbe che lo string tree di tipo roller sulla Player Plus le permette di coprire quel “miglio extra” verso qualche escursione un po’ più ampia con la leva senza richiedere particolari aggiustamenti all’accordatura. Ciò si deve non solo al meccanismo roller che riduce la frizione delle corde oltre il capotasto - in osso sintetico su entrambe - ma anche al fatto che l’alberello porta le corde a premere molto meno contro la paletta, creando un angolo meno acuto, e quindi a generare meno attrito. Di contro, la maggior pressione contro il capotasto generato dalla Vintera è solitamente garanzia di vibrazioni più vigorose.
Ognuno, insomma, faccia il proprio bilancio.
Elettronica
Come spesso succede sulle chitarre elettriche, ciò che accade sotto il battipenna connota una parte sostanziosa del risultato finale.
Su quello a strato singolo della Vintera, una configurazione a tre single coil è dovuta. Sul triplo strato a bordi smussati della Player Plus, è possibile scegliere tra modelli a tre single coil o con humbucker al ponte.
Sorprende sulla ‘50s Modified la presenza di uno switch S1 con cui azionare il pickup al manico anche nelle posizioni 1 e 2 del selettore a cinque scatti, così da avere manico più ponte o tutti e tre i pickup insieme, sonorità del tutto contemporanee che regalano un’inaspettata flessibilità.
L’opzione è presente anche sulle Player Plus SSS. Certo, fa meno scalpore considerata la natura sensibilmente più moderna della serie. Nell’esemplare in prova, che al ponte ha un humbucker, è presente invece un push-pull sul secondo tono per lo split.
A proposito di toni, è interessante notare come Fender abbia scelto di aggiornare anche il circuito della Vintera. Qui il primo tono regola manico e centro, mentre il secondo agisce sul ponte, aspetto tutt’altro che scontato sui modelli d’estrazione vintage. In posizione 2, ponte più pickup centrale, a funzionare è solo il secondo potenziometro di tono.
Il ruolo dei toni è uguale nella Player Plus, ma qui in posizione 2 continuano a funzionare entrambi i controlli di tono per regolare individualmente l’uscita del pickup centrale e di quello al ponte.
Il suono
Sul piano sonoro, bisogna mettere le mani avanti: siamo davanti a due Stratocaster, che come tali suonano.
Non ci si aspetti insomma due strumenti diametralmente opposti, bensì due facciate ben definite di un unico universo sonoro che si evolve da ormai tre quarti di secolo.
I tre Hot ‘50s della Vintera offrono un sound classico e un output contenuto, ma comunque maggiore rispetto ai canoni vintage più stretti. Pare sentire una punta di naso in più in tutti i suoni e, in generale, una certa apertura verso gli acuti, con bassi non eccessivi. Raggiungere crunch di concezione moderna è possibile e i single coil non risultano affatto rumorosi, tuttavia sarà necessario lavorare un po’ più sul gain e sull’equalizzazione per sostituire lo “honk” anni ’50 con un ringhio sufficientemente fluido ad affrontare i territori più spinti.
In questo, l’output superiore della Player Plus viene senz’altro in aiuto. In particolare quando si chiama in causa l’humbucker, appositamente progettato per il modello. I due Noiseless montati a centro e manico tengono il passo con un timbro pulito e definito, ma tutt’altro che gommoso o poco reattivo come alcuni irriducibili della bobina singola potrebbero temere.
Il timbro è in generale educato, con acuti brillanti ma non esagerati e bassi presenti, definiti, con una sensazione hi-fi che abbiamo imparato a conoscere con tutte le .
Quale scegliere
Se siete arrivati a leggere fino a questo punto senza ancora farvi un’idea di quale delle due serie faccia maggiormente per voi, il consiglio è quello solito, intramontabile, insostituibile, di provarle sotto le dita.
Da una parte, il suono proprio delle due collezioni è prevedibile, e i riferimenti stilistici sono abbastanza chiari già solo guardando le chitarre. Tutt’altro che scontato è invece il feeling che i due strumenti regalano a chi li imbraccia. Dalle rifiniture del manico al raggio, fino alla sensazione del ponte sotto il palmo, sono tanti i quesiti che avrebbero più facilmente risposta in un blind test, affidandosi unicamente all’istinto.
Io un’idea me la sono fatta, sorprendendo anche me stesso per l’esito. Ma non voglio influenzarvi: scommetto che avete le idee già abbastanza confuse per conto vostro! |