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Chi è che mi spiega gentilmente la verit&ag...

di pelgas [user #50313] - pubblicato il 11 ottobre 2022 ore 06:17
Chi è che mi spiega gentilmente la verità sulle chitarre elettriche negli Spaghetti Western? Da quel che so (a parte che son tutti morti) Sergio Leone chiamò Morricone che chiamò Rucher he chiamò Alessandroni che chiamò Ciacci che non potendo chiamare nessuno imbracciò una Telecaster (ma non capisco perché tutti dicono che possedeva solo una Stratocaster dell'inizio degli anni sessanta fiesta red e quindi questa Telecaster di chi era? Della RCA forse?) e si mise a suonare... Chi mi illumina? 🙏

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di tittis [user #28285]
commento del 11/10/2022 ore 11:34:14
...dove hai trovato queste notizie? Io ricordo che Ciacci faceva il turnista alla RCA, e collaborava con Morricone, npn ricordo avesse anche la tele, ma la strato e una Burnsquesta forse più tardi...)...
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 11/10/2022 ore 16:58:10
varie cose che ho messo insieme. ciacci mi è sempre piaciuto. molto
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 11/10/2022 ore 16:18:28
Di sicuro non è una Telecaster ma una chitarra con la leva del vibrato e si sente..
O una Jaguar o una Stratocaster.
A quanto pare a suonare era Pino Rucher ma c'è una causa in corso.
vai al link
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 11/10/2022 ore 16:59:47
no non credo. in quei mesi ciacci ascoltava parecchio gli shadows. gli shadows sbancarono in inghilterra peggio dei beatles. e se ascolti bene, gli spaghetti western sono a metà strada fra gli shadows e il surf (che andava in america) messo un po' più lento
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 12/10/2022 ore 15:42:21
Hank Marvin usava allora ed usa ancora oggi la stratocaster e la Burns chitarre con la leva,
In quei tempi usavano corde come pali della luce con il sol avvolto.
E' famosissimo l'uso costante della leva da parte di Hank Marvin addirittura ha una leva piegata apposta per lui in un modo tale da tenerla sempre in mano quando plettra le corde
Nessuna telecaster.
in questi video Hank Marvin spiega che ha iniziato fa usare la leva a causa delle corde enormi di alllorae si vede che la leva è stata piegata ad angolo retto alvcune volte appena fuori dal ponte in modo che la possa tenere costantemente in mano sempre anche quando plettra.
vai al link
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Per fare il suono surf e fare il vibrato anche sugli accordi serve la leva.

In ogni caso porta le fonti delle cose che dici ogni tanto.
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 11/10/2022 ore 17:35:52
Ciao Pel, a quanto pare D’Amario e Alessandroni sono quelli a cui attribuire l’esecuzione, anche ciacci è stato incluso. Rucher non ne avanzò mai in vita la paternità, aveva lavorato come orchestrale alle colonne sonore ma non alle parti prime. Sembrerebbe più un tentativo peraltro un po’ maldestro, da parte degli eredi di Rucher, che però non hanno prodotto prove, mentre ci sono stati molti riscontri per parte dei portati in giudizio. Qui c’è la sentenza vai al link che una volta appurati i fatti fornisce le motivazioni, e che oltre a dar torto agli eredi di Rucher, li condanna a rifondere le spese processuali in favore dei portati in causa.
Se poi ti interessa sapere quale strumento fu usato esattamente, ho visto in giro varie interviste di D’Amario e Alessandroni, probabilmente una ricerca su internet farà uscire qualche indizio. Io ricordo da qualche parte di aver letto di una stratocaster ma di aver sentito anche qualcuno far spuntare fuori una gretsch. Il problema, come leggerai dagli atti è che facevano un sacco di prove e riprese microfoniche, ma che poi nell’abbondanza e nel turbine dei lavori, spesso il diretto interessato non sapeva quale esattamente andasse a finire sul master.
Rispondi
di tittis [user #28285]
commento del 11/10/2022 ore 19:32:36
ragacci, complimenti per le info...
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 11/10/2022 ore 20:36:46
a me farebbe tanto piacere capirne un po' di più. ciacci secondo me è underrated come si suol dire
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 11/10/2022 ore 20:43:21
L’ho scoperto tardi anch’io ma è vero che è un underrated. In effetti ci sono tanti bravissimi musicisti e professionisti in Italia che sono apprezzatissimi tra gli addetti ai lavori ma al grande pubblico sono completamente sconosciuti.
Rispondi
di strimp [user #13472]
commento del 12/10/2022 ore 06:53:49
Bravo Ernesto! È così che si fa,cominciamo a risparmiare il Gas. Venderemo cara la Pel😀
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 12/10/2022 ore 07:34:23
🤣
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 12/10/2022 ore 09:57:17
Bellissima la sentenza che hai scovato, siete dei pozzi di scienza ragazzi, mi stupisco sempre !
Rispondi
di tittis [user #28285]
commento del 15/10/2022 ore 12:40:36
...'azz, e chi legge tutta la sentenza? ci vuole mezza giornata. Cmq sarei curioso di come ne sei venuto a conoscenza di queste cose...
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 12/10/2022 ore 22:20:30
ascoltando le colonne sonore degli spaghetti western a me pareva più una telecaster
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 13/10/2022 ore 19:03:20
Non so per certo, certamente Fender. Potrebbero essere anche delle offset, tipo una Jazzmaster o Jaguar, che erano molto in voga in quegli anni per i suoni surf usati da Morricone
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 14/10/2022 ore 14:54:31
Ok
Ma possibile che nessuno ne sa in più?
Rispondi
di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 12/11/2022 ore 21:48:57
Conversazione tra Emiliano Ferri e il M° Ennio Morricone su Pino Rucher
vai al link
Ennio Morricone: Sì Rucher, il grandissimo chitarrista.
Emiliano Ferri: Sì.
Ennio Morricone: Lui suonava con me molto bene, era bravissimo, me lo ricordo molto bene.
Emiliano Ferri: Sì.
Ennio Morricone: È stato sempre un grande chitarrista, con delle grandi prestazioni, con una generosità importante e rara e me lo ricordo benissimo come se fosse adesso.
Emiliano Ferri: Forse potrebbe parlarmi di lavori nei quali figurava mio nonno, io, io devo dire che un po’ tramite i diari di mio nonno, alcuni documenti, alcune testimonianze di colleghi, so per certo in quali colonne sonore ha suonato.
Ennio Morricone: Allora le basta quello che lei ha detto, che le risulta.
Emiliano Ferri: Maestro, ma io vorrei una sua testimonianza.
Ennio Morricone: Io ho 45 anni, 50 anni di carriera, io ho avuto anche altri chitarristi, come Alessandroni, come D’Amario.
Emiliano Ferri: Sì, sì.
Ennio Morricone: Come Tosoni ed altri, la chitarra elettrica la suonava suo nonno, la chitarra classica Bruno Battisti D’Amario. Mi ricordo benissimo di suo nonno, gliel’ho detto subito che era un bravissimo, eccezionale chitarrista.
Emiliano Ferri: Ecco comunque io, un’altra cosa che volevo chiedere, ne ho parlato anche con il Signor Angelo Franchi, ecco, io vorrei insomma che il nome di mio nonno fosse inserito in quelle colonne sonore dove lui, dove lui ha suonato. Volevo chiedere l’autorizzazione a utilizzare alcuni brani da colonne sonore nei quali sicuramente figura mio nonno, per esempio, il film “L’autostrada del sole”, l’episodio tratto da “Thrilling”, “Per un pugno di dollari”. La chitarra elettrica, chiedo scusa Maestro, chi la suonò in quel film?
Ennio Morricone: Il chitarrista era suo nonno.

In questa testimonianza Tonino Ferrelli ricorda la partecipazione artistica di Pino Rucher nei film “Il buono, il brutto, il cattivo” e “Questo sporco mondo meraviglioso” (Musiche di Piero Umiliani).
vai al link
Trascrizione del pensiero di Tonino Ferrelli su Pino Rucher
Pino Rucher.
Ricordi incancellabili di un intenso, lungo
periodo lavorativo trascorso insieme, in RAI,
nella “Unione Musicisti di Roma” per le colonne
sonore e dischi; ad un solista ed accompagnatore
dal gusto raffinato, scrupoloso nella ricerca di
sonorità e armonizzazioni di tante belle musiche.
Una attività indefessa al fianco di nomi eccellenti
in tante occasioni ormai “irripetibili” delle
quali, in questo momento, il mio ricordo va
a film, fra i tantissimi, quali “Il buono, il brutto,
il cattivo” e “Questo sporco mondo meraviglioso”.
Tonino Ferrelli
Roma, 15 febbraio 2008

Pensiero di Franco De Gemini su Pino Rucher
vai al link
Trascrizione
18/02/2008
Il mio pensiero torna
agli anni in cui ci
divertivamo a suonare
cercando di essere più
bravi degli altri solisti.
Con Pino Rucher abbiamo
passato assieme tanti e
“ritanti” anni in RAI negli
studi di registrazione a
Sanremo con Angelini nel
lontano 1957 con una
strana posizione sul palcoscenico.
Lui stava a destra all’estremo
bordo; io a sinistra al lato
opposto: in un pezzo di musi-
ca lui arpeggiava e io a 15 metri
da lui tentavo di sentirlo...
ma alla fine il risultato
era ottimo perché eravamo
due ottimi solisti.
Con Pino ricordo i film
Per un pugno di dollari
(tema alla chitarra solista)
ottimamente interpretato.
Poi ancora una tonnellata
di altre colonne sonore vedi
Il buono, il brutto, il cattivo,
Arizona Colt, 1000 dollari
sul nero, etc., etc.
Sarò contento di passeggiare
nella strada che porta il suo
nome. Ciao.
Franco De Gemini

Pensiero del M° Nicola Samale su Pino Rucher
vai al link
La testimonianza di Samale in favore di Rucher in sede di giudizio ha confermato l’iniziale proposito di rendergli giustizia, come dichiarato già nel 2009 nel suo pensiero scritto per Rucher: “la nostra memoria gli sta rendendo giustizia”.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 13/11/2022 ore 01:06:38
Quindi la parola definitiva c'è ed è Rucher.
Quindi Ciacci non è vero è leggenda? Ok
Rispondi
di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 26/12/2022 ore 16:33:34
Trascrizione del servizio di Enzo Del Vecchio su Pino Rucher del 3 luglio 2008
vai al link
«La storia di Pino Rucher, grande chitarrista e arrangiatore di origini pugliesi, nel servizio di Enzo Del Vecchio, vediamo».

Il virtuoso della chitarra elettrica di molti spaghetti western all’italiana, il solista capace di incidere parecchie centinaia di canzoni, alcune delle quali hanno fatto la storia degli anni migliori della televisione italiana. È Pino Rucher, nato il 1° gennaio del ʻ24 a Manfredonia e morto a 72 anni a San Giovanni Rotondo nell’agosto del ʻ96.

Rucher iniziò la sua carriera artistica a 19 anni con le orchestre degli anglo-americani per poi entrare, dopo aver vinto il concorso, a Radio Bari nel 1946 con l’orchestra Ritmo-Sinfonica di Carlo Vitale. Trasferitosi a Milano, diventò prima chitarra dell’orchestra di Cinico Angelini prendendo così parte a innumerevoli eventi musicali dello spettacolo e della TV, dal Festival di Sanremo a Canzonissima, dal Gran varietà a Studio Uno. Ma Pino Rucher lasciò artisticamente un segno importante anche proprio sulle colonne sonore di molti film, a cominciare dalla cosiddetta ‘Trilogia del dollaro’ di Sergio Leone, “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo”.

Di Pino Rucher poco si è saputo al di fuori del mondo degli specialisti fino ad oggi perché l’artista di Manfredonia era un personaggio molto schivo, amava fare vita appartata e così siamo andati a trovare a Roma alcuni dei suoi pochi veri amici.

Intervista di Roberto Pregadio su Pino Rucher
«Pino Rucher era un uomo riservatissimo nella vita, bravissimo musicista, bravissimo chitarrista, generista, perché lui amava il jazz. Lui improvvisava benissimo, benissimo, in maniera, proprio era pignolo perché si preparava, aveva già in testa gli accordi, ma era pignolo perché proprio cercava di perfezionare sempre più la sua esecuzione».

Intervista di Adriano Mazzoletti su Pino Rucher
«Pino Rucher è stato uno straordinario strumentista, assolutamente, uno dei migliori strumentisti nel campo specifico della chitarra, della chitarra elettrica, che ci sono stati in Italia. Abilissimo nel riproporre temi, arrangiamenti, assoli desunti dai grandi del jazz. Era famosissimo perché era l’unico in Italia capace di proporre la musica di Barney Kessel, per esempio; Barney Kessel è un chitarrista molto importante americano. Musicalmente parlando era straordinario. Aveva una bellissima sonorità sulla chitarra; infatti, lui veniva spesso utilizzato da grandi autori di musica da film proprio per la capacità che aveva di interpretare ed era, diciamo, molto musicale».

Trascrizione del servizio di Enzo Del Vecchio su Pino Rucher del novembre 2008
vai al link
La chitarra elettrica più affascinante del western all’italiana, un esecutore di grandissima tecnica capace di spaziare dalle orchestrazioni più complesse alle interpretazioni musicali più intriganti e personalizzate, Pino Rucher, nato a Manfredonia nel 1924 e morto a San Giovanni Rotondo nel 1996, è stato anche un ottimo caricaturista. Qui siamo nel ristorante romano nei pressi della RAI di Viale Mazzini, nel quale per anni Rucher ha avuto un tavolo fisso a pranzo e a cena: «Una splendida persona, non si è mai vantato di nulla, so che suonava nella RAI, nell’orchestra della RAI, ma una persona perfetta a tutti i livelli». «Nascevano qui intanto queste caricature?» «Era il suo hobby, quando le aveva pronte me le portava tranquillamente, ma nulla in cambio».

Il chitarrista, quando non aveva ancora 20 anni, aveva già conquistato un posto fisso a Radio Bari nell’orchestra Ritmo-Sinfonica diretta dal M° Carlo Vitale, per poi passare, dopo aver vinto un difficile concorso alla RAI di Milano, al seguito della famosa orchestra diretta dal M° Cinico Angelini.

Negli anni della sua maturità, Rucher ha dato un contributo professionale molto elevato a tutte le più importanti esecuzioni musicali in tv, al cinema, in teatro, dalle colonne sonore dei film di Sergio Leone al Festival di Sanremo, dai musical al Sistina alle più importanti rassegne canore anche internazionali.

Intervista di Roberto Pregadio su Pino Rucher
«Pino Rucher era un uomo riservatissimo nella vita, bravissimo musicista, bravissimo chitarrista, generista, perché lui amava il jazz e quindi, praticamente, quando capitava di fare delle registrazioni di brani dove c’erano delle improvvisazioni. Lui improvvisava benissimo, benissimo, in maniera, proprio era pignolo perché si preparava, aveva già in testa gli accordi, ma era pignolo perché proprio cercava di perfezionare sempre più la sua esecuzione».

Intervista di Adriano Mazzoletti su Pino Rucher
«Pino Rucher è stato uno straordinario strumentista, assolutamente, uno dei migliori strumentisti nel campo specifico della chitarra, della chitarra elettrica, che ci sono stati in Italia, nel senso che lui era abilissimo nel riproporre temi, arrangiamenti, assoli desunti dai grandi del jazz. Era famosissimo perché era l’unico in Italia capace di proporre la musica di Barney Kessel, per esempio; Barney Kessel è un chitarrista molto importante americano».

Intervista di Silvano Chimenti su Pino Rucher
«Indimenticabile, nove mesi di lavoro insieme accanto nella buca del Teatro Sistina, lavoravamo insieme per la commedia musicale “Alleluja brava gente”, quindi, si suonava insieme, si mangiava il panino insieme, scherzavamo insieme, lui giocava al lotto, mi trascinava con lui a giocare, a venire al lotto».

Intervista di Dario Salvatori su Pino Rucher
«Pino Rucher aveva una valenza in più perché era un appassionato, intuì per primo la capacità della chitarra elettrica, la capacità di fraseggio e la capacità di creare qualcosa di diverso, e praticamente iniziò a suonare la chitarra elettrica poco tempo dopo l’invenzione, l’introduzione della chitarra elettrica nel mondo del jazz e della musica leggera».

Il Comune di Manfredonia, con il contributo fondamentale del nipote del chitarrista, Emiliano Ferri, ha di recente dedicato a Pino Rucher una bella serata con la partecipazione di noti esponenti del mondo musicale arrivati da ogni parte d’Italia.

Intervista di Carla Boni su Pino Rucher
«Ho conosciuto Pino con l’orchestra Angelini, dove abbiamo fatto Sanremo, abbiamo fatto il Festival di Venezia, molto importante, dove l’Italia ha vinto per la prima volta, sì, con “Vecchia Europa”».

Intervista di Aura D’Angelo su Pino Rucher
«Io so che è stato uno dei più grandi chitarristi che abbiamo avuto alla RAI, poi con lui ho fatto Sanremo, Canzonissima».

Intervista di Giorgio Consolini su Pino Rucher
«Ben volentieri, mi lascio prendere per Pino, per Pino, Pino».
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 27/12/2022 ore 22:39:07
Barney Kessel lo conosco benissimo. Finissmo jazzista, elegante, e anche in un certo senso didattico, sempre limpide le sue armonizzazioni. Cmq OK per Rucher. Mi dispiace solo che adesso che sono morti tutti (rr ii pp) non si incominci finalmente a parlare delle colonne sonore dei Spaghetti Western in modo chiaro e non solo come sottogenere degli Shadows / surf
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