Si va indietro fino agli anni ’30 del ‘900, quando nelle strade delle grandi città americane musicisti e cantastorie di colore si esibivano per il pubblico, contribuendo alla diffusione a macchia d’olio di un nuovo modo di fare musica, uno stile che dai campi di lavoro era destinato a raggiungere le sale discografiche e le radio, gettando le basi per quasi tutto quello che sarebbe accaduto nei decenni successivi: il blues.
Quei musicisti avevano bisogno di strumenti facili da trasportare, che potessero essere suonati in accompagnamento al canto, sia per procurarsi una base armonica sia per rispondere alle parole con una voce che proveniva direttamente dalla tradizione del gospel. La chitarra era perfetta allo scopo, ma le esibizioni richiedevano volumi ben maggiori rispetto alle flebili voci delle chitarre classiche, e anche le giovani dreadnought - per quanto potenti - rischiavano di andare in affanno.
Così nacque la chitarra a risuonatore.
Ne parliamo in studio con Gennaro Porcelli, bluesman provetto e fidata chitarra al fianco di Edoardo Bennato.
Lo abbiamo incontrato per una serie di interviste, una chiacchierata tra chitarristi, fanatici dello strumento, in cui abbiamo ripercorso le tappe del chitarrismo blues e delle sue protagoniste a sei corde.
Alla resonator, in particolare all’iconica National Style O, abbiamo voluto dedicare il primo appuntamento.
La Style O di Gennaro è una 14-fret, cioè con attaccatura della tastiera al corpo all’altezza del 14esimo tasto. Ciò implica un’impronta leggermente più moderna, versatile e “universale” rispetto ai modelli con 12 tasti fuori dal corpo e manico a V, maggiormente improntati sull’uso dello slide e indicati per un approccio più tradizionale.
La Style O è senza dubbio il modello più celebre della scuola National. È nato per il blues, per donare alla chitarra acustica una voce possente che, negli anni ’30 del secolo scorso, era preclusa alla tipologia di strumento.
Insieme con un volume impressionante, l’idea del dobro e del risuonatore porta con sé anche una voce altamente caratterizzata, ben nota agli affezionati ma anche al di fuori del genere grazie a musicisti come Mark Knopfler, che hanno fatto della resonator una sfumatura centrale nella propria carriera.
Oggi che pickup, microfoni e amplificatori dedicati assolvono più che adeguatamente al compito, la necessità di una forte pressione sonora viene a cadere, ma il timbro di una National è in modo inconfutabile LA voce del blues.
Tutto questo, prima che l’elettrificazione prima e la solid body catalizzassero l’attenzione dei futuri musicisti.
Ma, come si dice, questo è materiale per un’altra storia. |