Perchè non c'è unicamente lo sforzo - titanico - di imparare due repertori diversi: bisogna coordinare e ottimizzare la strumentazione. Infatti, visto che pochi possono concedersi il lusso di avere tutto doppio, non si può immaginare di dover muovere e spostare ogni volta amplificatori, chitarre, pedaliere... E tantomeno, rischiare di trovarsi la strumentazione bloccata in viaggio con una produzione, mentre noi si è a suonare con l'altra. Per non parlare poi, appunto, di viaggi, spostamenti, backup, scalette...
Ne abbiamo parlato con , chitarrista eccellente che, qui su Accordo, abbiamo conosciuto come per poi scoprirlo in prima linea, nella nuova scena pop cantautoriale italiana con
"Per mia fortuna, negli scorsi mesi mi sono trovato a gestire, tra aprile e settembre, un periodo nel quale avrei dovuto seguire in tour due artisti Gazzelle e Fulminacci. Come se non bastasse, nello stesso lasso di tempo, si è sovrapposto un altro lavoro, al fianco di un cantautore chiamato Alfa. Ovviamente, questa mole di impegni, va sempre considerata in aggiunta alle attività parallele che ognuno di noi musicisti porta avanti: dal lavoro in studio di registrazione, alla didattica...
Portare sul palco, tre repertori, tre scalette, richiede un notevole sforzo mentale e di concentrazione. Negli ultimi periodi, per aiutarmi, mi sono abituato ad avere sempre con me la registrazione di una delle ultime scalette ripresa durante l'allestimento del tour. (Per allestimento si intende la sessione di prove che band e artista compiono a ridosso del tour, durante la quale ogni dettaglio dello spettacolo viene definito e ottimizzato. NDR). Questa registrazione è una ripresa multi traccia, supportata dalla presenza del Click. Posso quindi ripassare le mie parti in maniera ottimale: spegnendo la mia chitarra e suonando con il resto della band, scegliendo persino quali strumenti privilegiare nell'ascolto. Non solo, anche se può sembrare una cosa da poco, ascoltare l'intera registrazione della scaletta - magari durante i lunghi spostamenti e viaggi che essere in tour comporta - ma aiuta a essere sempre calato nei suoni, nell'atmosfera, nellae parti che dovrò suonare.
Poi, facendo un passo indietro, c'è il lavoro di studio vero e proprio dei tre repertori. È impossibile pensare di imparare (tra apprendimento, pratica, creazione dei suoni) tre scalette, magari molto diverse tra loro, durante l'allestimento: è un lavoro che va fatto prima, a casa!
Proprio dal punto di vista dei suoni, io da anni lavoro con il Kemper che, in questo senso è straordinariamente efficace. Preparo i suoni dei tre spettacoli e li salvo su una pennetta. Chiedo alla produzione di trovare in ogni allestimento un Kemper residente, così è sufficiente importare i suoni, perchè io mi ritrovi, identico, quanto ho preparato. Risparmiandomi complicatissime gestioni di spostamento della strumentazione!
Viceversa, non transigo sulla chitarra: non posso rinunciare alla mia Stratocaster N° 1 che devo portarmi, necessariamente su tutti i palchi. Ha una versatilità che mi permette di eseguire al meglio tutti i repertori. Quella mi servirà sempre! Viceversa, sulle seconde chitarre, quelle complementari, deciderò (a seconda dell'artista) quale è più funzionale io mi porti appresso. Per esempio, con Gazzelle alla Stratocaster affianco una Danelectro; con Alfa una Les Paul. Portarle entrambe, con entrambe gli artisti non avrebbe senso."
Per chi volesse esplorare l'aspetto più acustico del chitarrismo di Claudio, suggeriamo in cui racconta
scrittura e produzione del suo brano strumentale "Between The Tides". |