Non è la prima volta che un successo sfrutta suoni, campioni o intere parti prelevate da creazioni altrui, ma il caso dei Gorillaz è forse il più estremo.
Maestri in questa prassi sono i Daft Punk o i Prodigy, che sul rimescolare e trasformare campioni musicali incisi da altri decenni prima ci hanno costruito una carriera, ma anche un’insospettabile Rihanna nella sua “Umbrella” rivela somiglianze estremamente sospette con un pattern ritmico presente nei software Apple Garageband e Logic.
Damon Albarn, frontman dei Blur e creatore del progetto Gorillaz, però si è superato. In una recente intervista svela che “Clint Eastwood”, forse il brano più celebre della band virtuale, è praticamente tutto basato sul preset intitolato Rock 1 incluso nel Suzuki Omnichord OM-300.
L’Omnichord è un sintetizzatore nato nei primi anni ’80 con l’intenzione di incorporare e controllare in tempo reale un’intera ensemble di strumenti, arrivando a gestire intere orchestre con l’uso di cartucce di espansione. Il dispositivo permette di richiamare pattern ritmici e parti di più strumenti controllabili per stile e tonalità, arricchendo il tutto con cambi di accordi e fill percussivi.
È stato usato tra gli altri anche da Brian Eno, David Bowie, Simon & Garfunkel e gli Eurythmics. E già qualcuno negli anni scorsi aveva condiviso col web le particolari somiglianze con la canzone che ha lanciato i Gorillaz ormai nel lontano 2001.
Comincia proprio con uno spot su “Clint Eastwood” il documentario pubblicato su Apple Music, un lungo approfondimento nella strumentazione, l’approccio alla composizione e i retroscena dietro i lavori dei Gorillaz.
Basta la pressione di un tasto per riportare immediatamente alla memoria quella hit e, quando Damon schiaccia il pulsante per il fill e attacca con la memorabile parte rap, il brano è praticamente pronto.
Va detto che i Gorillaz hanno sempre dimostrato una certa simpatia per i dispositivi elettronici - si ricorda di come siano stati pionieri della registrazione “smart” incidendo l’album The Fall quasi esclusivamente con un iPad - e hanno saputo sfruttare più volte suoni e schemi pre-esistenti per dare vita a opere inedite, ricche di carattere e di fascino, a dimostrazione che la creatività si nasconde davvero ovunque. |