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Into Your Sweetness: Filippo Bertipaglia racconta l'EP tra acustica ed esperimenti elettronici
Into Your Sweetness: Filippo Bertipaglia racconta l'EP tra acustica ed esperimenti elettronici
di [user #116] - pubblicato il

Chitarra acustica tra elettronica e virtuosismi: Filippo Bertipaglia racconta Into Your Sweetness, l’EP prodotto da Corrado Rustici che fa da anticipazione all’album di prossima uscita.
Per Filippo Bertipaglia, la strada verso l’album è fatta di assaggi assai gustosi. Into Your Sweetness è l’EP con cui saluta l’estate 2024, una perla strumentale in tre brani composti, suonati e prodotti con una cura eccezionale.
In un viaggio musicale di poco meno di 15 minuti, che è possibile ascoltare sulle principali piattaforme di streaming a questo link, Filippo sfoggia tecnica sopraffina con una forte attenzione alla melodia, dove la ricercatezza delle soluzioni armoniche e delle sonorità si sposa con un lavoro di produzione artistica non da meno, con la firma di Corrado Rustici - produttore storico già autore del Breviario del Produttore Artistico raccontato anche su Accordo in questo articolo.
Si parte con i toni onirici della title track per esplorare le sonorità eccentriche di “Sultry Weather”, dove l’uso più pesante dell’elettronica dà vita a un connubio originale con la chitarra acustica più pura. Chiude “Time After Time”, reinterpretazione in chiave acustica del classico di Cyndi Lauper che da riassume alla perfezione il gusto musicale e la padronanza che Bertipaglia ha del mezzo.
Lo abbiamo raggiunto per conoscere più da vicino il suo mondo musicale.

Into Your Sweetness: Filippo Bertipaglia racconta l'EP tra acustica ed esperimenti elettronici

Accordo: Possiamo definirti senza dubbio un virtuoso, ma nei brani si percepisce una forte attenzione alla melodia e al facile ascolto, senza scadere in tecnicismi astrusi per i meno avvezzi al genere. Quali delle tue influenze - o delle tue esperienze passate - pensi siano state più determinanti per la definizione di questo stile?

Filippo Bertipaglia: Ho ascoltato sempre moltissima musica pop dove per forza di cose la melodia vocale regna sovrana. Anche laddove i brani presentano armonie particolarmente elaborate nella maggior parte dei casi senza una buona melodia rischiano di annoiare o risultare ostici. A riguardo mi hanno sempre affascinato le composizioni che, grazie a una melodia accattivante, riescono a giustificare e a far passare quasi inosservati arrangiamenti di grande spessore e varietà armonica. Da un punto di vista “strumentale” invece sono cresciuto studiando chitarra classica e ho appreso come anche i brani più complicati da eseguire avessero sempre una giustificazione musicale nella loro difficoltà; a maggior ragione nelle composizioni scritte da non chitarristi o originariamente scritte per altri strumenti (quindi trascrizioni). Pensa a Bach per esempio: ci sono certi passaggi di una difficoltà sorprendente ma al contempo la musica è talmente lampante e trascendentale che non vedi l’ora di impossessarti del materiale per gioirne appieno e “viaggiare” grazie a esso. Ho compreso che per rispettare al massimo la mia personalità devo essere davvero fedele alle emozioni che provo nel momento in cui ascolto la mia musica. Se la “pirotecnica” da me imbastita non ha il fine di illustrare musicalmente qualcosa di particolare allora la scarto a priori perché oltre alla soddisfazione iniziale di essere stato in grado di suonare qualcosa di estremamente complicato alla fine non mi resta nulla. Magari la lascio per i social :)

A: Nei lavori si percepisce una grande attenzione ai suoni, con l’intervento di effetti ed elettronica. Ci racconti il processo che ha portato a tali scelte?

FB: A me piace molto l’utilizzo di effetti d’ambiente, penso che per rappresentare le mie idee, almeno quelle che sento ora, essi siano una sorta di conditio sine qua non. Il messaggio viene veicolato con maggior spessore e intensità a mio parere, ed è sicuramente più legato a un mondo immaginifico, malinconico e onirico, che è esattamente il mio ritratto. Detto questo nello specifico io non ho assolutamente fatto nulla: Corrado Rustici in primis e poi Sabino Cannone sono gli artefici del sound che si ascolta nel disco. Ti assicuro che la scelta dei giusti plugin con le relative regolazioni ha comportato l’investimento di molto tempo ma penso che il risultato finale sia davvero interessante e differente. In generale comunque si è cercato di non soffocare troppo il playing sommergendolo in un marasma caotico di effetti “time-based and modulation” per non perdere la polifonia e la dinamica che sono elementi tipici della mia scrittura. L’aspetto più particolare è l’aggiunta di elettronica pura, e in questo caso l’idea è stata propugnata da Corrado che è sempre avanti di qualche decennio rispetto a noi poveri mortali: appena ne ha l’occasione vuol cercare di rendere il sound il più moderno e all’avanguardia possibile.

A: Parlaci un po’ di strumentazione: che chitarre, tipo di microfonazione, accorgimenti in generale hai usato?

FB: Per i brani dell’EP in questione ho usato una Takamine Tan45C (modificata con prolungamento della tastiera fino al 24° tasto) e una Seagull Peppino D’Agostino. Il suono è stato ripreso da due microfoni Lauten “Oceanus “ e “Torch”, e combinato con la linea diretta. Come accorgimento posso dirti che ho registrato in piedi perché mi offre una impostazione e una postura più naturale del mio corpo nei confronti dello strumento: provo meno tensione.



A: Corrado Rustici ti ha affiancato in qualità di produttore: in che modo pensi che il suo intervento abbia determinato il risultato finale? Senti che ne sia scaturito una sorta di lavoro a quattro mani o che il produttore sia riuscito a tirare fuori qualcosa che già era nella tua personale visione?

FB: Corrado è stato estremamente paziente e rispettoso verso la mia scrittura. Per il materiale che gli proponevo non mi ha mai detto o tantomeno imposto come modificare nello specifico le parti che lui non riteneva necessarie o ben scritte. Il suo modus operandi nei miei confronti è stato quello di elargire consigli (anche tramite metafore e immagini) riguardanti un miglior sviluppo dello svolgimento melodico: non “sgattaiolare” repentinamente in differenti mondi melodici e armonici ma coltivare i temi ampliandoli e appunto sviluppandoli. L’istrionismo e la continua proliferazione di idee diventa invece giustificabile laddove diventa un elemento intrinseco e caratteristico della composizione, parte stessa del messaggio musicale finale (vedi “Sultry Weather”). In conclusione posso dire che Corrado ha addomesticato la mia creatività.

A: Sappiamo che questo EP è solo uno step per un lavoro più ampio. Cosa verrà dopo?

FB: Seguiranno altri singoli che poi saranno inglobati in un album vero e proprio. Chiaramente poi l’obiettivo principe è quello di suonare live il più possibile. Sto contando i giorni!
album filippo bertipaglia interviste
Link utili
Breviario del Produttore Artistico di Corrado Rustici
Ascolta Into Your Sweetness
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