di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 07 agosto 2024 ore 07:30
Puntuta, aggressiva e forse destinata a non tornare mai più in produzione: la Katana ha solleticato i metallari degli anni ’80 con un design unico, finito ingiustamente nel dimenticatoio.
Dan Smith non poteva scegliere un nome più azzeccato quando, nel fermento per la rinascita di Fender dopo i tumulti dell’epoca CBS, commissionava agli stabilimenti giapponesi la sua prima vera chitarra disegnata per il rock duro e per il metal.
La Katana nasce in un momento in cui i generi musicali più spinti catalizzano le fantasie dei più giovani e il mercato è tutto indirizzato verso una ricerca tecnologica fatta di Floyd Rose, elettroniche versatili e nuove idee di suonabilità. Il concetto di super-Strat è ancora in gestazione e la sperimentazione passa anche attraverso shape a dir poco avveniristici.
Nel pieno degli anni ’80, Fender si appresta a scrollarsi di dosso l’infelice eredità della proprietà CBS. La rinascita condotta da Dan Smith richiede tempo e le fabbriche californiane non sono del tutto operative quando si decide di dare una scossa al catalogo con delle forme insolite.
Così la Katana viene assegnata agli stabilimenti giapponesi, in un momento di assestamento per il quartier generale americano.
La chitarra è ispirata alle forme a V in voga nel periodo, trainate fra tutte dalla Jackson Concorde di Randy Rhoads.
La “coda” inferiore tranciata di netto genera un profilo asimmetrico che l’avvicina più alla soluzione Jackson che allo storico riferimento Gibson, e gli scalini lungo i bordi suggeriscono un’aggressività ancora maggiore.
Costruzione con manico incollato e due humbucker dimostrano la volontà del marchio di distaccarsi pesantemente dai propri canoni abituali. La scelta di montare un ponte stile Floyd Rose, con tanto di fine-tune ma tutto a progetto e marchio Fender, evidenzia il desiderio di elevarsi sulla concorrenza.
Anche la paletta è inedita e si staglia come una freccia in cima a un design che promette grandi cose.
È persino prevista una controparte Squier per strizzare l’occhio alle fasce di mercato più basse, con una versione a manico avvitato, un solo humbucker e ponte mobile più tradizionale a sei viti.
La storia della Katana però è quella di una meteora che attraversa i cieli di Fender e Squier solo per un breve periodo. Le produzioni restano circoscritte tra il 1985 e il 1987, in tempo per cedere il posto alla rivoluzione della super-Strat.
A oggi la Katana è una rarità incompresa. Lasciata fuori dalla “bolla” del vintage a tutti i costi, sull’usato è possibile scovarne a dei prezzi decisamente umani. La stessa Fender ha lasciato per lungo tempo da parte la Katana, salvo vederne presentare un’edizione speciale al NAMM del 2016 a opera di Todd Krause, come edizione limitata per il Custom Shop.
Ora che i marchi Charvel e Jackson fanno parte del gruppo Fender, e la direzione dei rispettivi cataloghi appare chiara: ogni firma viene sempre più legata a precise correnti stilistiche e appare sempre meno probabile vedere una chitarra da metal venire fuori con Fender sulla paletta.
Se il nuovo assetto rende possibile utilizzare in modo ufficiale le forme della Stratocaster e della Telecaster per declinarne i design nelle derive più aggressive del rock con le So-Cal, non sembra che ci sia la volontà di spingersi nella direzione opposta al punto da giustificare la reintroduzione di un’ascia da metal a marchio Fender come la Katana.
Eppure, mai dire mai…