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Il Jazz fa male?
di [user #3866] - pubblicato il

platoblues scrive "Ho sempre trovato molto interessante confrontare i molteplici approcci ad una materia, purchè avessero di proprio un'alta dose di onestà intellettuale e non fossero banalmente dilettantistici. Il fatto poi che la musica sia parte integrante delle qualità espressive dell'uomo fa sì che essa possa ancor più prestarsi ad analisi non solo prettamente musicologiche o estetiche - e comunque specialistiche - , ma anche a considerazioni che illuminano il 'dato musicale' nei suoi elementi di 'contaminazione' degli ambiti più svariati della vita umana. Da qui la sensatezza di un approccio diverso, sia esso scientifico, filosofico, psicologico etc... Detto questo vengo subito al dunque di questo articolo: rovistando nei meandri della mia incasinatissima libreria m'è capitato tra le mani un volume di psicoterapia d'un noto grande medico psichiatra italiano "borderline", nel senso che fu uno dei primi in Italia a sganciarsi dall’asfissiante iper-ortodossia freudiana, Roberto Assagioli . Il nome non necessita di alcuna presentazione e il testo, che ebbe la sua prima edizione in inglese (Psychosynthesis, a manual of principles and thechniques), tradotto poi in italiano (sic!) da un'altrettanto nota casa editrice specializzata, presenta una terza parte su 'la musica come causa di malattia e come mezzo di cura'. Incuriosito da quel capitolo che forse m'era passato indifferente anni addietro, mi siedo e lo leggo con vivido interesse. Trovo prima una bella introduzione sulle proprietà curative della musica nella storia fra i greci, gli arabi, i romani, accenni ad Omero (l'armonioso canto di Antolico che cura la ferita di Ulisse), Pitagora, Platone, Aristotele, Porfirio etc…; accenni ad antropologi che studiano il fenomeno in tribù che vivono ancora in uno stadio 'primitivo' e così via fino all'opera di Chomet su l'Effets et influence de la musique sur la santé et sur la maladie'. Si passa poi all'analisi di ritmo, tono, melodia, armonia e timbro."


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