Ieri sera mi son finalmente goduto un pochino di pace, nessun pensiero importante, nessuna preoccupazione (sono direttamente proporzionali all'età purtroppo...) e mi son dedicato solamente a me stesso, al mio animo, e mi son lasciato andare con un po' di buona e sana malinconia; quello stato d'animo che sta tanto a cuore agli artisti, quel vaso di emozioni che ci fa sentire ancora un pochino bambini e ci permette di viaggiare indietro nel tempo avvolto dai ricordi. Insomma mi sono sentito Blues.
Ho preso la mia prima Fender e mi son messo a suonare, ho chiuso gli occhi e via con le note che fortunatamente vengono fuori ancora spontanee, senza pressioni mentali, solo le dita al posto giusto e al momento giusto come diceva un certo Bach...
Penso capiti a tutti prima o poi nel corso della vita trovarsi a ricordare dei momenti passati con amorevole nostalgia, e lasciarsi andare qualche sorriso o lacrima in memoria di quei pezzi di vita che ci portiamo dietro. Suonando pensavo a come ho iniziato...ragazzino timido, che si sfogava con una chitarra classica dimenticata dal fratello maggiore in una stanza, perché aveva le corde troppo dure, e suonarla non era immediato...poi la prima chitarra elettrica per scoprire nuove espressioni sonore, la voglia di stare assieme agli amici e suonare per ore, cercando di imitare i propri idoli...sentirsi stupidamente “figo” suonando qualche canzone di Malmsteen e lasciando gli altri in silenzio per la pulizia e la velocità, senza poi non conoscere nemmeno le note disposte sulla tastiera...ahahah benedetta adolescenza! Poi si cresce, si incontrano i primi amori, si inizia a scrivere musica più dolce pensando a chi si ama, si studia meglio il proprio suono, si spendono un'infinità di soldi in chitarre, effetti, amplificatori e tutto quello che ci gira intorno per trovare la propria dimensione, si passano notti intere a suonare, a far sanguinare quelle povere dita fin quando la melodia creata dal proprio cervello non vien fuori perfetta...si cresce ancora, gli studi continuano, il lavoro...tutta la vita segnata da uno strumento particolare, guardare una chitarra in casa non è solo guardare lo strumento, ma guardare la storia che si porta dietro, le lacrime versate su alcuni pezzi di legno sfogando la gioia, la rabbia o l'amore...la mia storia. Ringrazio il giorno in cui un mio caro e fraterno amico mi fece conoscere De André, l'uomo che riteneva la chitarra come un normale prolungamento delle proprie braccia...per me è diventato lo stesso, una parte di me...va beh ormai si è fatto tardi e la pausa è terminata, è stato bello poter scrivere per la prima volta su questo diario una mia essenza.
In fondo come dice qualcuno...la malinconia è solamente la gioia di sentirsi tristi...Hugo, non era tanto scemo nel dir certe cose ahahah.