di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 29 dicembre 2009 ore 08:26
Di tutti gli effetti che passano per le mani dei chitarristi, il riverbero è quasi sempre il primo, il più importante, il più critico. Nato quasi contemporaneamente al tremolo (molto poco utilizzato oggi al di fuori del rockabilly), il riverbero è sopravvissuto a mode e tecnologie per la sua capacità di fare sembrare grandi ambienti piccoli, di arrotondare i suoni, aggiungendo spazialità e ambiente. Nato meccanico in un'era in cui "digitale" era una parola che serviva giusto a indicare quegli orologi da cucina di una volta in cui le ore sono scritte su rettangoli di plastica che girano facendo flap-flap, si basa su un principio semplice: si fa passare il segnale attraverso una molla che ha un trasduttore da una parte e un pickup dall'altra che generano vibrazioni in una molla, poi riconvertite in segnale e aggiunte al segnale dry.