Leggendo alcuni interventi su Accordo e su altri siti dedicati alla musica e a chi fa musica, mi pare che alle volte , come capita spesso a noi italiani, ci infervoriamo a tal punto da non riuscire a discernere quali siano le cose per cui vale la pena arrabiarsi fino allo scontro, fortunatamente solo dialettico, ma visto come vanno le cose nello sport, temo a volte si possa trascendere anche per motivi musicali (speriamo mai!)
Nelle mie tante sere a vagare per varie comunity mi sono trovato a pensare a quanto troppo seriamente ci prendiamo e mi sono trovato a fare un raffronto con due culture a noi vicinissime quella francese e quella inglese.
Non è mia intenzione elogiare nessuno dei due paesi, non li conosco e non ho mai frequentato alcun sito estero ma mi ha sempre incuriosito il loro modo di tradurre il termine suonare, con il verdo giocare, jouer per i francesi e to play per gl'inglesi.
La dimensione del gioco, quant'è importante recuperare questa dimensione!
Il gioco, il giocare, non ci esime dall'impegno ma ci chiede di applicarci divertendoci e per divertirci dobbiamo sicuramente conoscere ed applicare le regole che sono a fandamento del gioco, ma non per pura pedanteria accademica, ma per essere più liberi nell'applicarci al gioco stesso senza dover pensare troppo alle regole ma lasciando a noi stessi lo spazio di divertirci.
Ed invece ci troviamo invischiati in discussioni che non servono a nulla, neppure a farci crescere culturalmente, ma solo ad ostentare, come tanti galletti in amore, il nostro piumaggio perfetto, ma inutile se non vi è sostanza.
Suoniamo, parliamo di musica, ma tutto con lo scopo di divertire e divertirci e come i bambini imparano prima di tutto giocando e giocando insieme, anche noi suoniamo e discutiamo, ma insieme per compensarci l'un l'altro delle mancanze che ciascuno ha.
Sono sempre più convinto che la musica sia un grande e bel gioco da non rovinare mai.