In Italia non cambia mai nulla. E quando cambia, alla fine no cambia niente lo stesso (cfr "Il Gattopardo").
Sono da mesi che la coalizione al governo si logora (e logora i testicoli della gente), dando l'impressione di essere sempre sul ciglio del burrone, senza però mai cadere.
Penso io, a chi giova? La risposta, molto più semplice di tutte le elucubrazioni mie e dei commentatori politici, la da un lettore di Repubblica, in un commento ad un articolo pubblicato oggi sulla versione on-line del suddetto quotidiano: Il governo cadrà in novembre, e verranno allora sciolte le camere, per il solito, vecchio motivo: se un senatore o un parlamentare stanno in carica per due anni, 6 mesi ed un giorno (il che, con le attuali camere, accadrà in novembre, appunto), acquisiscono il diritto ad un lauto extra, una volta in pensione.
E io che leggo, sempre con meno passione, ad onor del vero, i giornali tutti i giorni! Basterebbe concentrarsi un attimo e pensare alle soluzioni più semplici e che non necessitano alte ipotesi, in ossequio al principio del rasoio di Occam.
Beh, ho problemi che mi stanno più a cuore: sabato hanno messo brutto tempo, quindi niente; mi dedicherò alla falegnameria (devo sagomare le mie due nuove pedaliere), e costruire due overdrive, di cui uno piuttosto "sperimentale". Ho pure deciso di piazzare una ventola sull'attenuatore di potenza che uso sulla testata Peavey, ma se fa troppo caldo gliela do su perché tagliare la lamiera a mano è una fatica improba. Poi finalmente il mio set-up sarà completo. E quindi potrò pensare ai dettagli della mia trasferta norvegese.