Sarà che il governo nazionale non è mai stato così nord-centrico (un terzo dei ministri è lombardo, tra i quali presidente del consiglio, ministro degli interni e dell'economia), sarà che i leghisti hanno capito che in Italia il federalismo "vero" non si farà mai, sarà che bisogna trovare sempre qualcuno a cui dare la colpa, ed i ROM sono passati di moda, ma sembra che, all'improvviso, le colpe di tutte le cose che non vanno in Italia siano imputabili ai terroni.
I dettagli sono piuttosto sottili: quando, due settimane fa, 80 serbi hanno messo a ferro e fuoco Genova, sembrava un episodio sfortunato, dove nessuno aveva nessuna colpa, con tanto di Maroni che va a fare l'eroe a Porta a Porta. Invece ieri, quando pochi imbecilli napoletani hanno pestato per sbaglio dei turisti inglesi scambiati per hooligan, si è cominciato ad inveire (come oggi, del resto, con allarmi strillati a tutte le ore) contro l'inciviltà partenopea. Napoletani in gran spolvero, peraltro, perché sembrano diventati gli untori del nuovo millennio, dopo i fatti di Terzigno. Mi piacerebbe chiedere ai bellunesi o ai comaschi come si comporterebbero se fosse deciso, senza consultare politici locali e cittadini, di costruire una nuova discarica, vicina ad un'altra, ed in una zona a tutela ambientale, salvo poi caricare e fumogenare i (legittimamente) manifestanti. Quelli che in Piemonte protestano per la TAV sono cittadini inemendabili, i napoletani invece sono degli animali incolti ed incivili.
Per non parlare della Puglia, dove, grazie alla sciacallaggine della TV su una triste vicenda di cronaca, tutti sembrano diventati killer o complici.
Vero è che il sud ha molti problemi, vero è pure che il nord ci marcia su da cinquant'anni, depauperando le regioni del meridione di tanta forza lavoro e di molte risorse umane (guardate sugli elenchi telefonici di Torino o Milano quanti "purosangue" autoctoni ci sono), ed utilizzando spesso il meridione come discarica, merce di scambio e luogo di vacanze.
Io di amici del sud ne ho molti, e tutti portano con loro la tristezza di non poter aiutare la crescita del proprio territorio, di non poter vivere vicino alle proprie famiglie, di non potersi vantare del proprio luogo natio, se non per raccontare le bellezze architettoniche ed ambientali, spesso stuprate. Gente esiliata nel civile e ricco nord. Dove sembra non succeda mai niente di butto. Almeno da tre-quattro mesi a questa parte.