Leggo la seguente notizia:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_23/acqua-arsenico-ministro-fazio-1804227784216.shtml
Chiunque prima si stupirebbe, poi si indignerebbe, ed infine si incazzerebbe come una poiana imperiale se, per ovviare a livelli troppo alti di una sostanza tossica, il ministero adottasse come soluzione l'innalzamento della soglia della sostanza medesima.
Ma io, come tutti gli abitanti della bassa ferrarese/delta del Po, al massimo di indigniamo e ci incazziamo (come nutrie inferocite) ma non ci stupiamo più, perché, quando ero bambino, negli anni'80, ho vissuto in prima persona una storia simile. Nello specifico, visto che nelle falde acquifere c'era una concentrazione allucinante di atrazina e simazina (principi attivi azotati, ultra-tossici e cancerogeni, usati in agricoltura), venne sospesa, per un periodo, l'erogazione dell'acqua potabile. L'allora ministro (che non ricordo chi fosse) decise, banalmente di innalzare di brutto il limite legale di tale sostanza. Tale faccenda si protrasse per qualche anno, poi, per fortuna, l'Unione europea mise al bando le sostanze incriminate, con sommo dispiacere dei contadini meno intelligenti, perché l'atrazina diserbava da Dio e non costava un cazzo. Tuttavia tali contadini furono piuttosto ammodino, perché, in poco tempo, la concentrazione delle due sostanze sostanzialmente si azzerò.
Il punto è che non si può dire se l'atrazina abbia aumentato o no l'incidenza dei tumori, e perché, essendo paesi di agricoltori e pescatori la percentuale di malati di cancro è sensibilmente più alta della media nazionale, specialmente per i tumori alla pelle ed alle vie respiratorie, e perché, sempre negli anni'80, l'ENEL, nel centro di una zona a tutela ambientale, un parco acquatico di centinaia di ettari, aveva costruito la più grande centrale a combustibile fossile d'Europa. Un mostro che bruciava gli scarti degli scarti della produzione di petrolio, con un camino, visibile a chilometri di distanza, che buttava fuori un pennacchio nero enorme, che, con vento da nord-est, la direzione prevalente in questa parte d'Italia, centrava in pieno il mio comune (Mesola) e quello di Goro.
Indubbiamente la centrale fece i miracoli dal punto di vista occupazionale, essendo, peraltro, la bassa rodigina una zona economicamente depressa, tuttavia i quaranta-cinquant'enni morti di cancro ai polmoni sono un po' troppi, anche per due paesi di pescatori ed agricoltori.
Di positivo ci sono due cose: in primis, adesso la centrale praticamente non produce più, nonostante stiano genialmente pensando di convertirla a carbone, l'altra cosa è che, almeno qui, la gente è sempre bella incazzata.