di SergioSta [user #26925] - pubblicato il 31 dicembre 2010 ore 11:30
Nel recensire una compilation di Phil Manzanera nel 2009, ricordai l’importanza del suo lavoro chitarristico in seno ai Roxy Music, ed iniziavo con queste parole, che credo siano valide tuttora per introdurre Olympia di Bryan Ferry: “E’ un peccato che molti fra i più giovani non conoscano i Roxy Music, e che altri fra i meno giovani – un po’ snobisticamente – abbiano nel tempo sostenuto che il glam prima, il glamour dopo, superavano le qualità musicali: il gruppo che al suo esordio nel 1972 fu prodotto da Pete Sinfield era fra i più freschi e interessanti di quegli anni, capace di coniugare, con serietà e ironia, rhythm’n’blues, sperimentazioni elettroniche, cabaret tedesco, musica concreta e objets trouvés (courtesy of Brian Eno), pop da classifica e decadenza europea (“A song for Europe”), revanchismo machista e terzomondismo.