Ormai suono la chitarra da qualche anno, è la mia più grande passione, l'unica cosa in grado di risollevarmi qualsiasi giornata storta e di farmi stare bene in qualsiasi momento.Già dall'inizio non mi sono mai posto un limite ben preciso da raggiungere.Ho iniziato (come molti adolescenti che poi abbandonano in fretta lo strumento) per cercare di imitare Slash e Angus Young e avrei voluto suonare come loro.Nel frattempo i miei orizzonti si sono molto ampliati, ho conosciuto i Led Zeppelin, i Deep Purple, i Cream ecc...successivamente mi sono imbattuto nello studio dei pezzi di Ozzy Osbourne, che ha sempre avuto un grande gusto nello scegliere i propri chitarristi.Dopo altre tappe che non elenco mi sto iniziando a confrontare con i grandi virtuosi (i "soliti" Gilbert, Malmsteen ecc..) e i primi standard Jazz e passo molte ore a cercare di capire queste sequenze apparentemente senza logica di accordi e capire quali menti malate abbiano potuto concepire cose come le scale modali (Ovviamente scherzo XD).
Eppure, nonostante tutti questi studi, trovo ancora più gratificante suonare una "Paradise City" o una "Immigrant Song" piuttosto che cimentarmi in un "Autumn leaves" o in un tentativo di "For the love of God".Quando suono le prime mi immagino su un palco con migliaia di persone pronte ad esplodere per ogni singola nota che suono, nonostante la difficoltà di esecuzione sia decisamente inferiore rispetto alla seconda categoria di brani che ho citato.
Se alla gente importa che il loro idolo chitarrista suoni solo quelle poche note in pentatonica, e lo stesso chitarrista prova una soddisfazione enorme a suonare ciò che suona seppure non debba distruggersi di studio per suonare questo genere di brani è necessario che il suddetto chitarrista continui a cercare di evolversi musicalmente?
Cosa ne pensate?