Cari amici accordiani come si inizia un diario dentro questa community? E' il primo che scrivo, dopo due anni passati a spulciare articoli, recensioni, esperienze che altro non hanno fatto che incuriosire e riscoprire la mia passione per la chitarra, oramai del tutto rinata dopo anni di giacenza...ma mai sopita del tutto!
Vorrei condividere l'esperienza della customizzazione di una stratocaster, secondo ferro comprato in due anni: dopo essermi dissanguato per una les paul, nasce il desiderio della "secondo genita", e cosa è davvero complementare a alla primo genita? Una stratocaster non si può non avere, parere personale ovvio. Spulcia e spulcia nel web il problema è sempre lo stesso: ho poca pecunia ma voglio una stratocaster. Cosa può unire al meglio le due necessità se non una classic vibe Squier? Sono oramai note al pubblico le proprietà uniche di quello strumento, acquieta GAS e ti ritrovi tra le mani una chitarra che suona per davvero! Ma siccome la vità è bella anche per complicarsela, mi sono imposto, o meglio il mio cervello bacato così ha voluto, di prendere un ferro usato vecchio e mettermi a sperimentare tutto quello che non ho mai fatto: saldature, verniciature fai da te, ecc ecc...
Mi informo sempre tramite il web e vengo a conoscenza di una serie quasi sconosciuta in Italia: Fender Stratocaster Squier Series made in Mexico...si trovano solo recensioni americane su cultori della squier a stellle e striscie...ma io mi fido a naso dell'intuito e anche del traduttore di Google! Sbircia e sbircia, la fortuna mi viene incontro ed eccola qui, quello che cercavo: un annunciod della suddetta il cui proprietario dista da me solo 20 km.
Mi precipito a casa sua in men che non si dica e in ancora meno la porto a casa, prezzo allettante : 200 eurozzi compresa di custodia rigida japponese. Soddisfatto perchè la chitarra suona davvero, eccome se suona, la base c'è. Ovvio non credo di aver portato a casa ne una custom shop ne una americana, ma la base c'è. Per chi fosse all'oscuro così come lo ero io, la stratocaster squier MIM è una messicana a tutti gli effetti, con però hardware ed elettronica squier. Se ho capito bene la Fender a meta anni 90 ha prodotto queste chitarre con il tentativo di "emulare" le già note Squier giapponesi; quella in mia possesso risulta essere del 94, colore red torino, tastiera in palissandro.
Tramite il preziosissimo e ottimo servizio fender riesco ad avere tutti i dettagli tecnici dell'arnese da me comprato: corpo in pioppo, manico in acero tastiera palissandro, pick up ceramici, meccaniche e ponte squier battipenna monostrato bianco.
Dopo averne notato i pregi, sempre rapporti al prezzo ovviamente, inizio ad effantizzarne i difetti. Le meccaniche sono le orribili squier che mal tengono l'accordatura, il ponte (tremolo 6 viti) fa il suo lavoro a sufficienza, i pick up mi suonano alle orecchie come non del tutto malvagi sui puliti e crunch, ma sui distorti proprio non ci siamo, troppo fiacchi e scarichi per le mie orecchie.
Ma siccome anche l'occhio vuole la sua parte, mi ricordo una volta di essermi innamorato del battipenna green mint a tre strati: per chi ama il look vintage un vero e proprio must! Ma tanto per complicare le cose, i fori gia fatti sul body non sembrano proprio coincidere con nessun battipenna esistente! Allora mi rivolgo a una famosa azienda italiana, la quale con professionalità d'altri tempi, in una settimana scarsa mi spedisce il pickguard fatto su misura! che figata... la chitarra sta venendo fuori già un pò come la sogno io! Ora dal momento che devo montare il battipenna è venuta l'ora di sostituire l'elettronica! La fortuna o sfortuna, a seconda di come la si vede, mi fa mettre in contatto con un amico che sta tornando dagli USA...e mi chiede tutto contento se mi serve qualcosa in particolare visto che ha posto in valigia. Come non approfittare? Sapevo già cosa avrei voluto, sul web avevo già ascoltato qualche sample ben fatto di pick up con le palle, i noti Vintage Hot del Sig. Lindy Fralin.
Inizialmente scartati per il prezzo, la GAS mi assale e decido che 180 euro per un set completo è un affare. A questo punto però mi dico: cambio pick up e mi tengo quello schifo di elettronica squier?
Con l'aiuto di un amico esperto, non come il sottoscritto, riesco a ordinare tutto il necessario e soprattutto a montare (da solo non ce l'avrei mai fatta) tutta l'elettronica. Cablaggio stile stratocaster reissue 57/62 mi assicura il socio, grazie a potenziometri CTS, fili telati e condensatori giusti. E' stata davvero una bella esperienza attaccare tutti quei fili, finalmente so cosa vuol dire saldare, il che fa di me un uomo un pò più esperto, ma non certo un chitarrista.
Il body della chitarra a questo punto è a posto, manca solo di sistemare il manico e li mi sbizzarisco io, ho la fortuna di avere tra le mani un manico buono ma con il quale mi posso permettere anche di fare qualche esperimento, divertendomi ed elevando il mio livello di esperienza.
Cosa manca per finire il lavoro? Attaccare i decal ad acqua, dare una passata di vernice e successivo spray acrilico, montare le meccaniche ordinate su Axserus.
I precedenti decal erano alquanto sbiaditi e stavano scomparendo, compreso il numero di serie della chitarra. Nell'ordine ho smontato le vecchie meccaniche, provveduto a sverniciare la paletta sia davanto che dietro, attaccare i decal veramente ben fatti e anche quelli trovati in internet. Poi su consiglio del mio liutaio di fiducia, ho abbandonato l'idea della gommalacca, troppo brigoso il procedimento e se è vero che dipingere con questa vernice richiede una tecnica ad hoc, non fa proprio per me. "Verniciare a gommalacca è un'arte", così mi è stato riferito...scoraggiato ma mai affranto, l'amico liutaio mi fornisce mezzo barattolo di vernice diluita direttamente da lui nel laboratorio, di un colore che potesse assomigliare il più possibile al manico. Una volta stesa facilmente a pennello e lasciata asciugare qualche ora, il risultato non è affatto male per i miei gusti. Non è lo stesso colore dell' acero del manico, ma nello visione anteriore dove ci sono i decal l''effetto è davvero di una chitarra vintage, saranno per le imperfezioni, ma a me piace e ne sono più che soddisfatto! A questo punto monto le meccaniche stile ovviamebte stratocastrer d'una volta, imitazione delle vecchie kluson.
Dopo aver montato le corde, regolato i pick up a orecchio, il lavoro è terminato. Quanto scritto qui sopra e riassunto in qualche riga, è stato un processo travagliato lungo un pò estenuante. Ma mai mi sono sentito più che soddisfatto. La spesa definitiva è stata calcolata in 600 euro abbondanti, ma ora ho tra le mani una vera chitarra che quest'estate mi ha accompagnato in qualche live facendo il suo lavoro benissimo, andando molto d'accordo con l'amplificatore che uso, nonostante le scarse capacità di chi l'aveva tra le mani. I Vintage Hot sono una bomba, bellissimi, potenti, con l'attacco che tanto mi piace. Morbidi e twangosi nelle posizioni 2 e 4, graffianti in posizione 1 e vellutati al manico. E poi quanto ti rendi conto che anche la posizione 3 è splendida e ne scopri un suo utilizzo e motivo d'esistere, allora i pick up sono proprio ben costruiti. Nella precedente simil strato non avevo preso in considerazone il pick up centrale perchè più che brutto sembrava inutile! Ora è tutta un'altra musica. Il tono che ne esce, e per tono intendo la voce di questi pick up, si sposa ben con rock e rock blues anni 60/70.
Qualcuno mi prenderà per matto ad avere fatto tutto questo lavoro su una chitarra da 200 euro, ma ora mi ritrovo un signor muletto. E poi volete mettere la voglia e la passione che ha scaturito in me questa customizzazione. Chissene frega se il lavoro non è riuscito alla perfezione (parlo della paletta soprattutto...) ma a me piace così com'è perchè questa chitarra rappresenta me ed è parte di me, invendibile e mai mi separerei da lei. Suonarla è una goduria e questo mi basta.
Chissà mai se avrò il coraggio di registrare un demo, per ora mi basta scrivere qui perchè mai avrei pensato di farlo per indole personale...ed invece.