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Brunetti Vanilla Soft Drive: lover drive
Brunetti Vanilla Soft Drive: lover drive
di [user #35769] - pubblicato il

Dal gain moderato ma dal carattere fortemente british, l'overdrive Brunetti rispetta il resto della strumentazione esaltandone pregi e difetti. Un pedale che dà grandi soddisfazioni, ma che non perdona nulla.
Di Marco Brunetti conoscevo diversi prodotti, anche perché  i suoi pedali erano utilizzati sopratutto da Masssimo Varini. Conoscevo l'Overtone, il Mercury Box, il Taxi Driver, ma di questo pedale zero, anche perché in rete non vi è molto.
Ma si sa, gli attacchi di GAS sono spesso in agguato e, grazie a un diavolo tentatore, accetto uno scambio alla pari. Dopo pochi giorni mi arriva a casa il Brunetti Vanilla Soft Drive.

Solo a guardarlo fa venire l'acquolina in bocca, il pedale ricorda una fetta di torta, con i potenziometri che sembrano canditi. I quattro controlli sono: Level (volume) Cream (gain) Fat (bassi) e Tip (alti). Il pedale è robustissimo, pesante e grosso. Fin qui tutto ok.

Brunetti Vanilla Soft Drive: lover drive

Collego il pedale tra chitarra e ampli (Strato Classic Player '60 e Hot Rod DeLuxe), metto tutto in flat, lo accendo e noto subito la grande trasparenza. La distorsione circonda il suono della chitarra, non lo inscatola come fanno alcuni overdrive. Anche al massimo il suono è sempre elegante e non impasta mai.
C'è da dire che il gain è abbastanza moderato, ottimo per crunch o soft lead blueseggianti, la dinamica è eccellente e dosando l'intensità della pennata si passa dal pulito al distorto con grande facilità, un po' come farebbe un ampli a valvole. Anche con il potenziometro della chitarra si ripulisce bene.
I controlli Fat e Tip agiscono in maniera ottimale, non hanno zone morte ma sono molto graduali e in qualsiasi posizione non si avrà mai un suono troppo tagliente o troppo ingolfato. Suonando con l'humbucker al ponte (JB) acquista, ovviamente una maggiore aggressività e gli AC/DC ce li fai tranquillamente, con il single coil al manico (Custom '69) il suono si ripulisce e si riesce a ottenere quel calore grasso con punte di gain ottimo per certe sortite alla SRV. Cambiando ancora pickup (manico e centrale) ci scappa anche Hendrix, sempre mani permettendo, tutto questo senza agire tanto sui potenziometri del pedale.

C'è una considerazione da fare: il carattere di questo pedale è sicuramente di stampo british, però con una personalità tutta sua che può essere un pregio o un difetto, questione di gusti. Sicuramente lodevole lo sforzo di Brunetti di cercare una propria intepretazione di un suono ormai classico, ma a qualcuno potrà non piacere. Inoltre: questo tipo di pedali con grande dinamica e trasparenza non perdonano nulla, perché esaltano sicuramente la strumentazione in possesso, che deve essere di qualità, così come il tocco del musicista, altrimenti...
Voto 8!
brunetti effetti e processori vanilla soft drive
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