di luvi [user #3191] - pubblicato il 02 novembre 2012 ore 11:00
Quando incominciai a progettare pickup, il problema che mi si presentò subito fu quello di valutare quando e se il suono fosse quello giusto. Complici il mio impiego sistematico dello studio di registrazione e le ricerche per ricreare pickup d'epoca, mi sono reso conto della necessità di rendere "di riferimento" anche un altro elemento della catena: l'amplificatore.
Quando incominciai a progettare pickup, parecchi anni fa, il problema che mi si presentò subito fu quello di valutare quando e se il suono fosse quello giusto o perlomeno vicino alle sonorità specifiche alle quali avrei voluto che si allineasse, per cui da sempre utilizzo ambienti trattati e apparecchiature audio professionali per ogni valutazione. Complici il mio impiego sistematico dello studio di registrazione e le ricerche per ricreare pickup d'epoca, mi sono reso conto della necessità di rendere "di riferimento" anche un altro elemento della catena: l'amplificatore.
Dopo lunghe elucubrazioni, la scelta è ricaduta sul Fender Vibrolux, particolarmente sulla produzione pre-CBS dei primi anni '60, per motivi vari: prima di tutto questi amplificatori suonano bene con tutte le chitarre e in tutti i contesti musicali, in secondo luogo il suono pulito Fender è uno standard di riferimento assoluto e lo schema progettuale di questo modello consta veramente di pochi componenti che possano colorare in modo imprevedibile il suono di base. Non ultima, la potenza di 35W che, unita alla tendenza a distorcere prima rispetto ad altri modelli, rende il Vibrolux ben gestibile senza dover per forza utilizzare volumi alti, pratica che in pochi secondi anestetizza l'udito e rende ogni giudizio tutt'altro che lucido. Impegnarsi nella ricerca di valvolari dei primi anni '60 comporta una serie di problemi: prima di tutto la rassegnazione ad accollarsi il costo elevato di oggetti che hanno ormai assunto un notevole valore collezionistico, poi il rischio di beccare un apparecchio danneggiato o sottoposto a interventi di modifica poco ortodossi o riparazioni non eseguite correttamente. Acquistare un originale d'epoca per farne uno strumento di lavoro quotidiano non mi pareva dunque la soluzione ideale. D'altra parte, le reissue prodotte dalla stessa Fender sono frutto di alcune modifiche e migliorie che se hanno aumentato la resa e alzato la soglia di suono pulito hanno però anche alterato alcune delle caratteristiche proprie della timbrica originaria. Dal momento che credo fermamente che il suono di un amplificatore risieda principalmente nel suo progetto e nell'aderenza alle specifiche originali, non nell'età anagrafica che può solo essere d'intralcio, ho deciso che far realizzare la copia ben fatta di un Vibrolux pre-CBS del '63/'64 sarebbe stato molto più furbo, data la disponibilità dello schema originale.
L'affidamento di tale compito ha trovato un destinatario ideale nel "poeta delle valvole", la cui presenza e competenza impreziosiscono queste pagine da tempo e che risponde al nome di Paolo "Gwynnett" Di Russo! Così l'ho contattato senza indugio e Paolo, con la consueta affabilità, si è dichiarato disponibile. Di lì a poco, in quel di Formia, mentre alcune tavole di pino massello prendevano le sembianze di un accattivante mobiletto, un robusto chassis in lamiera piegata cominciava a popolarsi di componenti elettronici. La "clonazione" ha riguardato un unico canale privo di sezione effetti, mantenendo il tutto nel formato "testata", dato che volevo lasciarmi aperta la possibilità di abbinamento con casse diverse. Unica introduzione "aliena", una sezione send & return seriale, che non modifica il percorso del segnale tanto da alterare il timbro, ma consente per ovvie ragioni una maggiore flessibilità di utilizzo dell'amplificatore con pedali esterni di vario tipo.
La gestazione del progetto è stata inizialmente sofferta non certo per la difficoltà di esecuzione, che per il Nostro è poco più di uno scherzetto, quanto per la scelta del trasformatore di uscita, dal momento che il sottodimensionamento dell'originale appariva decisamente preoccupante. Paolo è un perfezionista e di fronte a specifiche poco soddisfacenti non transige. Dopo aver valutato varie alternative, abbiamo però preso atto del fatto che il trasfomatore sottodimensionato è una vera e propria caratteristica progettuale dei vecchi Vibrolux, voluta per differenziarli dai cugini di maggiore dimensione e potenza (Pro Reverb, Twin, ecc.), responsabile della tendenza di questo modello a distorcere più facilmente, unita a un timbro particolarmente musicale anche a bassa potenza. Proprio per questo, Paolo ha deciso di optare per il ricambio del trasformatore Hammond originale, prodotto ancora oggi con specifiche identiche, piuttosto che di impiegare uno dei più performanti modelli che fa realizzare su sua "ricetta".
L'amplificatore è costruito in tecnica point-to-point, monta condensatori Sprague Atom di ottima qualità e resa, affiancati da resistenze a basso rumore. Data la scarsità numerica di componenti, la qualità e tipologia delle singole valvole si è rivelata cruciale per ricreare il suono più corretto possibile e gli esperimenti non sono mancati. Dopo varie prove, come valvole finali ho montato due preziose 6L6CG RCA originali, vecchie di più di quarant'anni ma ancora in condizioni ottime e soprattutto uniche in grado di conferire una timbrica morbida, ma allo stesso tempo scintillante (non trovo termine più adatto). La sezione preamp si avvale di una 7025 e di una sfasatrice 12AT7, mentre una raddrizzatrice GZ34 completa il quadro. Dopo varie prove, ho scelto per la sezione preamp tutta componentistica JJ.
Paolo si è veramente superato in personalizzazioni, realizzando un mobiletto in pino massello laccato dal bel mordente scuro, nel quale ha alloggiato un robusto chassis in lamiera piegata abbellito esternamente da un vinile verde brillante, con scritte in giallo caldo, riportando (tutto di sua iniziativa, tra l'altro) sia anteriormente che sul retro il mio logo ed aggiungendo frontalmente una spettacolare placca ovale in ottone inciso che riporta il marchio I-SPIRA. In un secondo momento il circuito è stato da me integrato con l'aggiunta dello switch Bright e (cosa già prevista da Paolo nel progetto iniziale) di un ottimo simulatore digitale di riverbero a molla (non inorridite, perché è davvero ottimo), pilotato da uno stadio di controllo che replica quello dei vecchi Fender e ricrea perfettamente il tipico ambiente di Vibrolux, Twin e Pro Reverb. Il vantaggio di questa soluzione è quello di evitare del tutto il rumore causato dalla forzata vicinanza delle molle al circuito, causata dallo spazio risicato offerto dalla soluzione a testata, recuperando una caratteristica importante del suono originale. L'amplificatore ha un'uscita per speaker a 4 ohm. Le varie versioni del Vibrolux si sono basate su un cono da 10 pollici, diventato da 15 pollici, poi da 12 ed infine su due coni da 10 pollici: il risultato raggiunto in abbinamento ad una cassa Fender 2x10 con due coni Jensen in Alnico non è stato però esattamente ciò che speravo, in quanto la bassa efficienza (96dB) non rende giustizia all'amplificatore, richiedendo troppi watt per creare sufficiente pressione sonora e costringendo il finale a distorcere prematuramente. Ho trovato invece la soluzione ideale in una cassa 2x12 con coni Eminence Redfang, sempre in Alnico, che con i loro 103dB (!) permettono di ottenere volume a sufficienza senza richiedere al finale di erogare troppa potenza. Il risultato è semplicemente eccellente! Non si tratta di un amplificatore aggressivo, ma di un partner silenziosissimo e dinamico, che suona con una colorazione discreta e gustosa, generando un segnale croccante, trasparente e gradevole, solo apparentemente in contraddizione con l'accenno di distorsione, molto morbida e musicale, presente in un modo o nell'altro appena si spinge con il volume e con la dinamica della plettrata. Altra caratteristica importante, dato che parliamo di un amplificatore monocanale, è l'ottima risposta con qualunque pedale, sia utilizzando un collegamento diretto in input, come ho fatto nei video che seguono, sia sfruttando il send & return seriale inserito da Paolo.
Non mi dilungo ulteriormente a parole, rimandandovi volentieri alla visione e all'ascolto dei video, il cui sonoro è frutto di ripresa microfonica stereo, diretta in ambiente e priva di sovraincisioni. La chitarra utilizzata nel primo video è la riproduzione di una Telecaster del '54 da me realizzata, che monta proprio i miei pickup reissue, per la precisione un set TSW54.
Per questa seconda prova ho utilizzato un gioiellino vintage: una Gibson ES150 originale del 1946, che sfoggia un ottimo P90 del primo anno di produzione!
In questo terzo video si può ascoltare il Vibrolux con la mia Gibson Les Paul del 2005, modificata in stile "Burst '59" ed equipaggiata con le mie riedizioni HSW Real PAF.
Non poteva mancare un test con la Stratocaster, in questo caso una riproduzione '62 da me realizzata e sempre equipaggiata con le mie reissue d'epoca SSW62.
Un ringraziamento doveroso, ma sentito, va a Paolo per l'ottimo lavoro svolto, per la pazienza, la competenza e la solita grande disponibilità dimostrate.
Chiunque voglia vedere e sentire questo amplificatore (oltre a pickup, pedali e strumenti, naturalmente), potrà farlo nella prossima edizione di SHG dell'11 Novembre al Forum di Assago: stand I-Spira (A1, nella sala Club) e demo live su uno dei palchi degli eventi.
Buona visione, ma soprattutto buon ascolto a tutti voi!