di memecaster [user #27954] - pubblicato il 12 dicembre 2012 ore 13:30
Nell’immaginario collettivo prima e nel catalogo Fender poi, la Stratocaster con la finitura biondo oro appartiene alla Mary Kaye Stratocaster. La Mary Kaye originale oggi è una delle Strat più ricercate dagli appassionati di strumenti pre-CBS, e la replica realizzata da Vince Cunetto non è da meno.
Una visita a Parigi per un chitarrista non può prescindere da un passaggio nel quartiere di Pigalle. E non solo per la rinomata presenza di avvenenti e disponibili fanciulle ma, soprattutto, per l’abbondanza di signore decisamente più nobili e stagionate... a sei corde. L’incrocio tra Rue Victor Massè e Rue de Douai è infatti letteralmente costellata da circa una trentina di negozi mediamente di piccole dimensioni che si susseguono uno a ridosso dell’altro e trattano solo ed esclusivamente chitarre. Un piccolo angolo di paradiso, dove il sapore non è quello del moderno super store fornito di ogni nuovo ritrovato, ma piuttosto della bottega antica e polverosa dove è possibile scovare un po’ di tutto. La parola d’ordine per cercare di sopravvivere alla concorrenza del vicino di casa è "specializzazione": c’è chi vende solo Fender, chi solo Gibson, chi solo cavi, chi solo chitarre acustiche o per mancini. Insomma una sorta di piccolo villaggio musicale ben strutturato su regole non scritte.
È proprio in uno di questi negozietti che mi sono imbattuto nella piccola grande meraviglia che ha allietato non poco un weekend di vacanza in visita presso parenti. La Stratocaster Cunetto Mary Kaye ha una storia abbastanza particolare.
Mary Kaye (1924 – 2007), chitarrista di origine Hawaiane, venne scelta nel 1956 da Fender, al culmine della carriera con il trio che la promosse “The fist Lady of Rock and Roll” tra gli anni '50 e '60, per apparire in alcune foto pubblicitarie che l'avrebbero ritratta con una Stratocaster dalla finitura allora della neonata serie Custom Color detta Blonde-and-Gold.
La chitarra, manico in acero, aveva infatti il body verniciato in un crema biondo chiarissimo e hardware completamente dorato. Una figura femminile apparve particolarmente aggraziata per presentare uno strumento con una simile finitura e venne scelta Kaye.
Mary apparve con la strato Blonde-and-Gold anche sei mesi più tardi per una produzione Columbia Movie dal titolo "Cha Cha Cha Boom!". Curiosamente però, dopo ogni utilizzo promozionale della chitarra, Mary Kaye si preoccupò sempre di restituirla a Fender (le venne donata tramite Don Randall che le forniva gli amplificatori per i concerti del suo trio) preferendo a essa la sua D'Angelico.
La chitarra venne prodotta in pochi esemplari nel 1954 per questo la Mary Kaye oggi è una delle Stratocaster più ricercate e pagate dagli appassionati di strumenti pre-CBS, ma la particolare livrea venne riproposta anni dopo, quando nell’immaginario collettivo prima e nel catalogo Fender poi, la Stratocaster con la finitura biondo oro divenne la Mary Kaye Stratocaster. Se ne occupò il Custom Shop quando, nel 1995, nei laboratori di Corona ampliati per la crescente richiesta di strumenti arrivò Vince Cunetto. Rinomato verniciatore e anticatore, famoso per le sue realizzazioni che rispecchiavano fedelmente i modelli originali, in collaborazione con JW Black creò quella che a buon diritto si può ritenere la prima chitarra Relic uscita dal Custom Shop Fender: la Stratocaster Mary Kaye appunto.
Nel 2005, sempre a opera del Custom Shop, ne è stata riproposta una serie limitata Mary Kaye Tribute.
Questo per cercare di inquadrare storicamente la chitarra.
Strumenti del genere non si trovano certo tutti i giorni, ragion per cui non appena l’ho vista esposta in negozio ho cercato a tutti i costi di provarla. L’esemplare in questione è stato prodotto nel 1996, assolutamete perfetto in ogni dettaglio. Gentilissimo il responsabile del negozio che alla mia richiesta di provare la chitarra mi ha invitato con un "no problem" a seguirlo in una apposita saletta insonorizzata (di cui quasi tutte queste botteghe sono dotate) per la prova. Collegata a un volenteroso Fender Blues Deluxe Reissue chiudo la porta, controllo l’accordatura e... inizia la magia!
Il feeling è unico, spettacolare. Il body al tatto sa di legno e ogni scartavetrata o martellata sembra essere stata studiata di proposito per essere nella posizione migliore, come fatta da un utilizzo lungo, pesante e maldestro. La chitarra sembra ritrovata in un ripostiglio, pensionata dopo anni di musica on stage. La doratura un po’ appannata di ponte, meccaniche e presa del jack si sposa meravigliosamente con la sbiaditura della verniciatura che sembra consunta dagli anni. Il pezzo forte è sicuramente, e a ragione, il manico: ruvido e consumato sulla tastiera ma soprendentemente comodo ed easy (i tasti sono davvero di burro) anche quando si vuole accelerare un po’ con il blues lasciando ben vedere sul dietro una meravigliosa fiammatura a terminare con il logo del Custom Shop inciso (non stampato) sul naso della paletta. Il suono è pieno, energico, caldo e vigoroso, mai violento e invadente ma educato e composto. Da Fender insomma.
Nel complesso è una gran chitarra, comoda come un vecchio paio di pantofole ma con tanta strada ancora da percorrere.
Di lei ho potuto rubare solo alcune foto veloci, vista la piccola coda che si formava fuori dalla cabina di prova con persone che, in un freddo sabato pomeriggio di dicembre, volevano provare altri strumenti più papabili di acquisto. Un po' anche per non approfittare della fiducia di una persona che, con un "no problem", mi ha permesso di abbracciare una chitarra dalla quale pende un cartellino con un prezzo molto vicino ai 5mila euro.
A lui invece rimando per l’ascolto di questa meravigliosa chitarra con il video che ha pubblicato per la Stratocaster Cunetto Mary Kaye.
Un doveroso ringraziamento a Maurizio Piccoli con il quale mi scuso per eventuali imprecisioni: la sua recente pubblicazione Fender 1909-2009 è stata davvero una fonte molto preziosa di informazioni.
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