di janblazer [user #26680] - pubblicato il 15 gennaio 2013 ore 13:30
Mi è capitato di leggere i diari di alcuni Accordiani che hanno trovato, nel loro polveroso solaio o tra gli scaffali di una buia cantina, una chitarra. Questa fortuna non è capitata a me, ma a un amico con qualche anno più di me, il quale ha riesumato la chitarra di quando era ragazzo, ed essendo al corrente della mia passione per le sei corde me l’ha portata a vedere.
Mi è capitato di leggere i diari di alcuni Accordiani che hanno trovato, nel loro polveroso solaio o tra gli scaffali di una buia cantina, una chitarra. Questa fortuna non è capitata a me, ma a un amico con qualche anno più di me, il quale ha riesumato la chitarra di quando era ragazzo, ed essendo al corrente della mia passione per le sei corde me l’ha portata a vedere.
Lo stato era a dir poco pietoso, schizzata di macchie di pittura murale e vernice, coperta dalla sporcizia di decenni di inutilizzo e indifferenza, il ponte era sparito assieme alle corde, ma la ragazza, una Harmony semiacustica presumibilmente databile negli anni '60, nonostante tutto aveva un fascino da vendere.
Queste le raccomandazioni del fortunato proprietario: ”Te la lascio Gian, tu che ne capisci qualcosa, giri per negozi di strumenti musicali e ti diverti a pasticciare (gran complimento), prova a vedere se trovi qualcuno che riesce a metterla a posto, mi raccomando prima fatti fare un preventivo che non vorrei mi costasse un’esagerazione”. Non l’ho portata da nessuna parte e il giorno stesso ho cominciato un restyling fai da te, anzi fai da me.
La prima operazione di pulizia e rimozione macchie di colore ha dato un discreto risultato. Le ho fatte saltare via millimetro dopo millimetro con la punta di una limetta da unghie. Senza scarlattina e morbillo, la piccola aveva un'altra faccia. Ho usato prodotti per pulizia non troppo aggressivi e uno spray specifico Martin per riportare lo strumento a uno stato, diciamo, decoroso. Non ho preso l’iniziativa di spagliettare il body, anche se la tentazione era forte, perché non volevo rimuovere la patina formatasi sul top in cinquant’anni di vita senza una precisa indicazione del proprietario, d’altronde è un’operazione che si può fare in qualsiasi momento.
Il problema grosso era trovare il ponte mancante, ma non avevo la più pallida idea di dove cercarlo e gli innumerevoli tentativi di reperire notizie sul web non mi hanno aiutato. Alla fine ho deciso di costruirlo e, dopo aver montato due vecchie corde, con alcune listarelle di legno sovrapposte ho abbozzato un ponticello, soprattutto per capire quanto doveva essere alto e la sua larghezza, anche perché quello originale aveva lasciato una impronta indelebile sul body e perlomeno avevo un punto da cui partire. Così è iniziata l’avventura e, armato di seghetto, lima e tanta, tanta, tanta carta vetro dato che il top della chitarra è bombato, ho deciso di realizzare il fatidico ponticello. Una mezza mattina di lavoro e ho portato a termine l’impresa. Sicuramente qualcuno inorridirà, ma nel punto strategico in cui appoggiano le corde ho inserito un fret che mi era avanzato dalla costruzione di una datata cigar-box.
Quello avevo e quello ho usato, interpretando un po’ a modo mio la frase che compare a firma di un noto Accordiano: “Fa' quel che puoi, con ciò che hai, dove sei”. Gli ho dato una mano di rolla per legno e una lucidata finale con l’olio di limone nel momento in cui ho ripulito la tastiera e per completare il lavoro l’ho solo appoggiato al top senza incollarlo così, se non piace o non convince, basta mollare le corde e sostituirlo con un altro.
Dopo aver ripulito esternamente i due humbucker e le meccaniche, ho montato un set di corde economiche parcheggiato da anni in un cassetto e che le mie chitarre avevano snobbato, e finalmente ho potuto collegare lo strumento al Roland Cube. La chitarra suonava!
Suona bene? Suona male? Il tutto è ancora da vedere, anche perché il manico è molto dritto e l'action è bassissima, fin troppo anche per me che solitamente la regolo rasoterra, e il truss rod (spero di averlo scritto giusto perché ho ancora ben in mente il diario di Rozzo a proposito de ”l’angolo del saputello”) si regola con un dado da 6,5, credo, e non ho la chiave a tubo necessaria.
Ho registrato un video a caldo, appena finito i lavori di questo piccolo restilyng, in cui provo a far sentire la voce della chitarra nelle tre posizioni dei pickup. Suggerisco ai deboli di cuore di fermarsi venti secondi prima della fine, quando succede ciò che il proprietario della Harmony non saprà mai. Tranquilli, nessun danno.