Quello che andró a scrivere non ha niente a che vedere col pensiero Nazista , ne vuole appoggiarlo, ne in toto e ne in parte. È solo uno stralcio scritto dal punto di vista di un giovane negli anni 20 e va preso come singolo cenno storico, al di la che il giovane fosse Adolf Hitler e al di la del resto del libro, che , fra l'altro, non ho letto, e che considero una porcheria. È interessante secondo me conoscere tutte le testimonianze storiche, buone o cattive che siano, la conoscenza non deve avere pregiudizi , tanto meno quando è storia, e se uno ha giá una solida morale propria, non ha bisogno di avercene di pregiudizi. È inoltre interessante come la frustrazione che si evince dalle parole del testo, abbia poi portato alla dittatura e ai drammi che tutti conosciamo, ed è bene ricordare.
Questa è la prima pagine e mezza del libro e che cito: "Pensiamo, per un attimo, di quali misere idee siano infarciti, di norma, quelli che vengono chiamati "programmi di partito ", e come, di volta in volta, vengano riadattati alle mutate idee correnti! Bisogna osservare attentamente, come sotto una lente, le idee centrali delle "commissioni per il programma " dei partiti (in special modo quelli borghesi) per poter afferrare appieno la consistenza reale di questi aborti politici.
Con questo, gettammo le basi e seminammo le nuove teorie che dovevano distruggere definitivamente quel lerciume rappresentato sino ad allora da teorie ed opinioni vecchie e per giunta non molto chiare. Era giunto il momento che energie nuove nascessero e si lanciassero contro la pigra e ormai anemica società borghese, a sbarrare il passo alla grande marea marxista, e riequilibrare il traballante carro del Destino.
Come appariva chiaro ai più, il nuovo partito avrebbe potuto sperare di acquistare il peso e l'influenza necessaria a questo titanico combattimento, solo se fin dal suo nascere avesse fatto accendere nell'animo dei suoi proseliti la certezza di trovarsi di fronte un partito che voleva qualcosa di fondamentalmente nuovo, di un partito insomma, che non fosse un ennesimo tentativo politico.
Era il 24 Febbraio del 1920 quando tenemmo nella grande sala della Birreria reale di Monaco la prima vera assemblea del nostro ancor giovane partito, e più di duemila persone approvarono all'unaninimità i venticinque punti del nostro nucleo politico.
C'è una sola cosa che preoccupa e che spinge alla creazione di nuovi programmi al cambiamento di quelli preesistenti: l'esito delle future elezioni. Appena nella mente di questi veri e propri giullari del mondo politico s'insinua il dubbio che il beneamato popolo possa mutare opinione e sfuggire dalle stanghe del carro di partito, loro, non fanno altro che riverniciare il timone. Vengono chiamati allora quelli che potremmo considerare "astrologi di partito " detti anche "esperti " o "competenti "; sono in maggioranza vecchi parlamentari rotti a tutte le esperienze politiche, essi cominciano così a ricordare casi simili, in cui il popolo, stufo, perse definitivamente la pazienza, e suggerendo vecchie soluzioni, formano "commissioni ", tengono d'occhio le reazioni del popolo leggono i giornali e fiutano l'umore della nazione per sapere cosa voglia mai quest'ultima e di cosa abbia paura Vengono analizzati minuziosamente tutti i ceti sociali e raggruppamenti professionali; di cui vengono studiati anche i desideri più riposti.
Queste commissioni si riuniscono e rivedono i programmi creandone di nuovi, e facendo questo, detti uomini, mutano le proprie convinzioni politiche con la naturalezza di un soldato che cambi la propria camicia pullulante di pidocchi In questi nuovi programmi ciascuno ha la sua parte Il contadino si vede offerta la protezione dell'agricobura, l'industriale quella dei propri prodotti, viene altresì assicurata al consumatore la difesa degli acquisti e gli insegnanti fruiscono di aumenti di stipendio, mentre i funzioii,tri vedranno aumentare le proprie pensioni. Lo stato penserà ai bisogni degli orfani e delle vedove, saranno ribassate le tariffe sui trasporti e favoriti i commerci, e, per finire, le tasse, se non abolite saranno almeno ridotte. Capita spesso che un certo strato sociale venga dimenticato o che non si soddisfi una generale esigenza del popolo, allora viene inserito, a forza nei programmi, tutto quanto possa ancora trovarvi posto, nella speranza così di soddisfare in qualche modo quell'esercito di piccolo-borghesi e mogli rispettive. Così agguerriti, fidando nel buon Dio e nella inattaccabile idiozia dell'elettorato si dà inizio alla lotta per la "riforma " (così viene chiamata) dello Stato. Passata per il giorno delle elezioni e terminato l'ultimo comizio dei parlamentari del quinquennio, allo scopo di passare dall'addormentamento delle masse ai loro più elevati ed allegri compiti, queste commissioni si sciolgono, e la battaglia per le nuove condizioni assomiglia alla lotta per la conquista del pane quotidiano, i deputati definiscono ciò "indennità parlamentare ".
Tutte le mattine, il rappresentante del popolo arriva sino alla sede del Parlamento; se non entra, riesce ad arrivare perlomeno in anticamera dove viene affisso l'elenco dei parlamentari presenti: è su questo elenco, che il nostro, servendo la Nazione, scrive il proprio nome, ed è per questa fatica enorme, giornaliera, che incassa un profumato indennizzo. Passati quattro anni, o avvicinandosi sempre più lo scioglimento della Camera, detti signori vengono sollecitati da un impulso irrefrenabile, al pari della larva che è destinata a trasformarsi in farfalla, codesti vermi di parlamento abbandonano così il rifugio comune e volano fuori, dal popolo.
Ricominciano nuovamente a parlare agli elettori narrando loro come siano ostinati gli altri, e di come essi abbiano invece duramente lavorato; succede invece che il popolo, questa massa d'ingrati, invece di applausi lancia sul loro viso insulti e urla piene di odio. In genere se l'ingratitudine popolare tocca livelli molto alti tocca rimediare con l'unico toccasana possibile; migliorare ancora i programmi. Perciò la commissione si rinnova e risorge, dando di nuovo vita all'eterno inganno. Conoscendo bene la testarda idiozia dell'umanità intera non dobbiamo poi stupirci dei risultati. È così che il gregge del proletariato e della borghesia rientra nella stalla, tenuto per mano dal nuovo, invitante programma e dalla stanga, pronto a rieleggere coloro che lo hanno ingannato.
Con questo, l'uomo delegato dal popolo a rappresentarlo si ritrasforma nelle vesti del verme di parlamento, e riprende nuovamente a nutrirsi con le fronde dell'albero statale, per iniziare nuovamente il ciclo quattro anni dopo, mutarsi cioè di nuovo in farfalla."
interessante che sia stato scritto da un austriaco , cosa che mi tende a far pensare che dopotutto, il politico come mestiere sia malcostume dell'essere umano in generale e non solo Italiano ed è cosi dai secoli dei secoli; i tedeschi che l'hanno appoggiato furono portati a credere in lui dal momento che la germania era in forte crisi economica. Inutile sottolineare quanto sia evidentemente attuale il testo sopra, nonostante i quasi 100 anni. Allora puo esistere una democrazia nel senso in cui la si idealizza, o deve esserci per forza una casta che ci illuda e manipoli come condizione per cui possa esistere? L'alternativa è solo la dittatura? Esiste la libertá, o si puo essere solo anarchici o schiavi? Cos'è la libertá? La forza delle idee, delle persone, si puo davvero canalizzare in qualcosa di concretamente e assolutamente buono, magari guardandosi indietro e cercando di non fare gli stessi errori? Si puo davvero fare il bene, senza fare del male, in termini assoluti? O forse , anche per ragioni legate alla lunghezza media della vita media di un essere umano non se ne verrá mai a capo, e si faranno piu o meno sempre gli stessi errori? Bo :) |