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Zoom G5
Zoom G5
di [user #34497] - pubblicato il

Con la possibilità di mettere in fila fino a nove stompbox, da controllare singolarmente o come preset, e grazie a un particolare pedale d'espressione a doppia azione, la pedaliera multieffetto Zoom G5 rappresenta un'interessante opzione per l'amante dei suoni variegati con poco da spendere
Ci sono tanti video della pedaliera multieffetto Zoom G5 su YouTube, ma pochissime vere e proprie recensioni dell'oggettino quindi, siccome me lo sono comprato, vi racconto com'è.
Io provengo da un POD Floor Plus che mi andava un po' strettino. Utile, funzionale, buona macchina, niente da dire, ma poca dinamica, pochi effetti, poche possibilità di connessione col mondo esterno.
Mentre pensavo a un sostituto, ho trovato online una G9 usata in possesso di un tizio delle mie parti. Andando a documentarmi sulla G9, ho visto sul sito la G5. Sulla carta è un gradino sotto alla G9, ma in realtà è più recente e monta un processore nuovo. Quindi gas a manetta e ho iniziato delle ricerche di materiale, recensioni ecc. Alla fine l'ho trovata online come ex-demo e l'ho portata a casa per 220 euri.

Le caratteristiche tecniche si trovano facilmente e la qualità costruttiva è ottima. La novità di queste macchine rispetto alle note concorrenti Line 6 sta principalmente nel fatto che in casa Zoom si ha a disposizione un certo numero di stompbox virtualizzati, che si possono mettere in una serie di catene virtuali fino a un massimo di nove effetti per volta. Ogni banco da nove effetti viene memorizzato in un preset fino ad avere un numero esagerato di preset da utilizzare.
Anche le simulazioni degli amplificatori seguono lo stesso sistema e sono concettualmente identiche agli stompox virtuali. In più, rispetto a Line 6, hanno la possibilità di essere posizionati in un punto qualunque della catena, sempre che serva.

La gestione dei nove effetti in catena è estremamente semplice e, se si collega la pedaliera al PC col suo software, è possibile duplicare banchi di effetti, creare setup alternativi, spostare bank ecc.
In teoria si può arrivare a preparare configurazioni diverse del G5 a seconda della serata che si deve affrontare.
Il pedale di espressione si muove su tre assi e le funzionalità sono completamente programmabili. Bisogna farci un po' la mano nell'utilizzo ma è una cosa utile. Per esempio, se imposti un wah sull'asse verticale, puoi utilizzare uno dei due orizzontali per il gain dell'ampli oppure il tempo del delay. Dipende solo dalla fantasia.
Una volta collegato al PC e installati i driver, la G5 funziona come scheda audio e si può usare per registrare, ascoltare, smanettare e via discorrendo.
Completano la dotazione un accordatore integrato e un looper da sessanta secondi più che onesto con drum machine incorporata.

Zoom G5

Io uso la Zoom G5 diretta nell'impianto. I puristi storceranno il naso con i soliti discorsi, sta di fatto che suonare in un pub di cinquanta metri con un 100 watt è mortale per chi è sul palco e per chi è a pochi metri, quindi ben vengano queste macchine digitali.
La dinamica c'è, magari non è esattamente quella dell'ampli emulato, ma c'è e si sente.
I suoni sono credibili. Molto credibili. Sia i distorti sia i puliti. Ovviamente non si può pretendere di ricreare il suono di Blackie con una Roytek. Diciamo che l'ampli vero ti permette di fare un sacco di cavolate e di venirne sempre (più o meno) fuori (questo ampli è spettacolare, mi', c'ha un suono della madonna che solo le valvole... ecc.). Con queste macchine no. Devi sapere cosa stai facendo e su quali principi funzionano. Una volta capite le basi della relazione, poi si fila d'amore e d'accordo.

Gli effetti utilizzabili sono tanti e sono ben fatti. Le uscite audio sono tutte quelle che servono, con in più la possibilità di far uscire il segnale prima della catena effetti e dopo (per es. si può mandare l'effettato nell'impianto e i dry nell'ampli).

C'è un booster valvolare. Funziona. Non ho ancora capito bene se è una cavolata oppure no.
Mi spiego meglio: il booster agisce alla fine della catena di tutte le catene, cioè anche sulle parti registrate dal looper, e la drum machine, e l'eventuale line in... agisce su tutto.
Direi che è stato pensato per dare un plus a ogni catena in uso per avere una versione definibile ritmica e una solista. Detto questo, sto cercando di capire se è meglio utilizzarlo in questo modo, cioè per dopare le patch quando serve, oppure lasciarlo sempre acceso (perché comunque il suono che esce è bello) e utilizzare come booster uno dei nove effetti disponibili. Il secondo sistema è un po' più macchinoso, ma vedremo.

Ovviamente è possibile utilizzare lo Zoom sia in modalità patch sia in modalità multieffetto classico. Cioè, una volta scelta la patch, agire sui suoi componenti come se ci si trovasse di fronte a una reale catena di effetti.

Manca il loop effetti. Se ci scappa di collegarci qualcos'altro son dolori. Mancano anche due pedali dedicati per scorrere tra i banchi. Lo scroll viene comandato dalla pressione contemporanea di due pedali. Tranquilli, si fa con un piede solo.

A conti fatti, per le caratteristiche che ha potrebbe permettersi di costare anche il doppio.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

effetti e processori g5 zoom
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