di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 23 febbraio 2013 ore 08:00
A meno di 400 euro è davvero difficile trovare una chitarra semiacustica che possa vantare un buon timbro, ma a volte un brand noto può rappresentare una valida garanzia. Può essere questo il caso della Aria FA-65.
A meno di 400 euro è davvero difficile trovare una chitarra semiacustica che possa vantare un buon timbro, ma a volte un brand noto può rappresentare una valida garanzia. Può essere questo il caso della Aria FA-65. L'azienda produttrice, nata nel lontano 1956, riceve ora il controllo qualità da parte di D'Aquisto, un marchio che non ha bisogno di presentazioni in quanto a esperienza nella liuteria archtop.
Appena tolta dalla scatola, la FA-65 si presenta davvero bene: finiture semplici e nel contempo classiche come il binding che contorna il body e la tastiera, segnatasti quadrati che vanno a scalare fino a diventare rettangolari, il tutto racchiuso nella classica verniciatura sunburst che dallo scuro passa a lasciare a vista una venatura semplice, calda e piacevole per gli occhi.
Osservandola, è inevitabile il confronto con Gibson. La chitarra si pone a cavallo tra la L5 CT e la Super 400 CES: il body, le dimensioni, la colorazione e l’hardware confezionano una sorta di cover dello storico marchio.
La tastiera in palissandro, dotata di venti tasti con un buon livello di precisione. Il manico confortevole trasmette la sensazione di sentire bene lo strumento e risulta, nell'insieme, comodo e scorrevole. I pickup, su specifiche Duncan e marchiati HB-103, suonano pieni e rotondi con la giusta dinamica. Il selettore è a tre posizioni e, a chiudere la parte elettronica, ci sono due volumi e due toni per regolare separatamente l'output di ognuno dei due pickup. Il ponte è completamente in legno e appoggiato alla tavola, un semplice ed economico elemento che aiuta a conferire rotondità al suono. È dotato di due piccole rotelle zigrinate che permettono la regolazione dell'action. La paletta ospita tre meccaniche chiuse e auto lubrificanti per lato. Qui si trova anche la classica regolazione del truss rod, ma noto con piacere che tolto dalla scatola lo strumento è già regolato con un'azione media, scorrevole e non faticosa.
Lo strumento, da spento, suona sufficientemente bilanciato, manca un po' sulle basse frequenze come è ovvio che sia su uno strumento acustico di fascia economica, ma senza pregiudicare la sensazione di un bel suono. Di fatto, il pregio può essere semplicemente un’aggiunta al bello. E questa Aria, di bello, ha che suona bene, trasmettendomi un buon feeling tra le mani e nelle orecchie. Attaccata all'amplificatore, si avverte una leggerissima vetrosità nel suono. Viene a mancare un po’ di acusticità a discapito del suono più elettrico, ma tale fattore non è necessariamente un segno di scarsa qualità ed è comunque riscontrabile anche su strumenti da migliaia di euro. Il pickup al manico suona subito pieno e con il suono giusto. Nella posizione centrale, che prevede tutti e due in funzione, il suono non cambia radicalmente e si sente ancora la predominanza di quello al manico. Passando a quello al ponte, la sferzata sulle medio acute è quasi esagerata e incontenibile, fa comunque il suo dovere e richiede maggior controllo nelle dinamiche a plettro e con le dita o unghie.
Da segnalare è che la chitarra è fornita di serie con corde .010, che ho volutamente tenuto per fare questa prova rispettando il setup di fabbrica: sicuramente con una buona .012 può soltanto guadagnare in presenza, dimensione e calore del suono. L'Aria FA-65 si è dimostrata uno strumento valido sotto tutti gli aspetti sonori e costruttivi, consigliato al chitarrista entry level o neofita del genere, ma altrettanto valida alternativa da battaglia per il professionista che non si porta la 175 in spiaggia con l'amplificatore a pile.