Nelle sue prime trentacinque edizioni, SHG è stato un evento in continua crescita, sempre ricco di contenuti culturali, nel senso più ampio del termine e la versione salernitana del 5 maggio scorso, la trentaseiesima per l’appunto, ha solo potuto confermare questa grande ricchezza, che è frutto senza dubbio dell’impegno del passato e del successo delle scorse edizioni. Tuttavia, i contenuti di SHG a Salerno si sono potuti differenziare grazie al convegno che ha preceduto l’esposizione, convegno dal titolo "Il Sud riaccende la musica" e che si è tenuto nel pomeriggio di sabato presso il Grand Hotel Salerno.
i temi principali del convegno e i nomi dei relatori intervenuti. Tutti gli interventi sono stati orientati non solo a trattare i temi predefiniti, ovvero quelli relativi al rapporto tra l’oggetto “strumento musicale” e il suo target commerciale di riferimento, ma anche e soprattutto quelli che vedono le chitarre - e più in generale tutti gli strumenti musicali - come oggetti di funzione culturale, che vanno quindi insegnati, appresi, vissuti materialmente e tattilmente, nonché collocati storicamente sia in termini sincronici che diacronici, allo scopo di riconoscere la loro storia, a la storia della loro evoluzione.
E se gli interventi tesi ad analizzare la situazione commerciale contemporanea hanno condiviso la visione di un momento non florido e piuttosto incerto, quelli votati all’analisi culturale e sociale hanno invece tutti evidenziato la carenza di spinte rinnovatrici non tanto relative al rinnovamento della tecnica chitarristica o strumentistica, che mai come oggi sono state così trasparenti e democratiche, ma alla corretta valorizzazione del linguaggio musicale all’interno di un contesto storico, quello contemporaneo, che appare blindato e impenetrabile.
Cosa fare, dunque? Come scardinare la crisi politica, economica, culturale e di valori che ci attanaglia da troppo tempo ormai? Possono la musica e i suoi strumenti avere un ruolo attivo in questo processo di scardinamento?
Riprendendo Voltaire, ci piace ricordare che a volte bisogna coltivare il proprio giardino, ovvero lavorare bene nel proprio piccolo, per raggiungere e permettere ad altri di raggiungere mete più complesse. Questa è certamente la migliore chiave di lettura possibile per ascoltare e condividere i contenuti del primo convegno sul rapporto tra sud e musica, che si è tenuto nella splendida e assolata Salerno nel pomeriggio del 4 maggio.