Poi, per carità, mi rendo conto che SHG Salerno è ampiamente perfettibile, d'altra parte una prima edizione organizzata da lontano e senza conoscere il territorio ha ampi spazi di errore. Però, superata la doverosa premessa, il pensiero "ma perché diavolo non ci abbiamo pensato prima?" è lo strascico di questo weekend campano.
SHG Salerno ha fatto storia a sé, due giorni straordinari cui ha fatto seguito (per me) un giorno extra in una delle città più belle del mondo.
Abbiamo cominciato col convegno di sabato, pubblico minimo (al sabato in una bella giornata di sole col Giro d'Italia non si può pretendere), ma relatori di altissimo livello. Sono state dette cose straordinarie e sicuramente ci saranno conseguenze positive.
Abbiamo continuato con la serata Anti-Shred, in cui i gioielli di Lickit (Castellano e Rojatti) hanno suonato con Erik Tulissio alla batteria, Lorenzo Feliciati al basso e Claudia Costantino alla voce. Il grande Sesselego alla console.
Poi, SHG, con i suoi suoni e i suoi colori, che trapiantati nel golfo di Salerno diventano ancora più speciali. Ho stretto tante mani, incontrato tanti amici, tra cui il Generale Jebstuart, che nella vita reale è ancora più delizioso che nel mondo virtuale. La sera abbiamo avuto il piacere di dividere la tavola con lui e suo figlio Michele (accordiano e bassista), Claudio Formisano (presidente di Dismamusica e Master-Music), Mario Monteleone, Gwynnet e due new entry nelle amicizie nate grazie ad Accordo: Patrizia e Maurizio Loveri. Mi sono anche innamorato di questa Fender Stratocaster Eric Clapton, primissima serie 1988 in 7up Green.
Proprio grazie a Maurizio Loveri la gioia di un SHG di successo è stata completata a Napoli dall'incontro del mio giallista preferito (Maurizio De Giovanni, con caffè e sfogliatella al Gambrinus proprio al tavolo ove si siede il commissario Ricciardi).
Sempre a Napoili, sulla via del ritorno, pizza (meravigliosa) in via dei Tribunali e giri turistici in città con guide d'eccezione: Patriza Loveri e il Generale Jebstuart.
Che dire? Sono diventato anche io un po' borbonico. Anche perché qua è tutto un po' diverso. Più leggero. Più fluido. Meno incazzato. Anche gli antagonisti. Quardate la delicatezza del messaggio in questa opera d'arte che ho ammirato a due passi da Piazza del Gesù Nuovo a Napoli, dietro Santa Chiara.
Viva la Campania.