Spesa una bella sommetta per gli effetti, è giusto dare ai propri pedali una casa adeguata. Per i chitarristi che hanno bisogno di una pedalboard spaziosa e con custodia inclusa, Pedaltrain può avere la soluzione.
Capita a tutti di svegliarsi una mattina e dire "mi servirebbe...". Ecco, questo a me è capitato riguardo la necessità di avere una pedalboard degna di essere chiamata con questo nome e non una banale tavola di multistrato con la moquette e i pedali buttati sopra. No! Volevo e desideravo qualcosa di ordinato (magari inclinato) e soprattutto rispettosa della regola delle due E: Efficiente ed Efficace (all'inizio erano tre, ma la terza E di Economica per alcune cose direi che sia da evitare).
Ebbene, circa due barra tre (ma anche barra quattro, barra cinque) settimane addietro inizio la ricerca nell’amato sacro Graal che ogni consuma plettri a tradimento sogna e cerca costantemente. Parte quindi lo studio, armato di metro, fogli A4 e tanta pazienza.
Segue ora il sunto dello stream of consciousness dei giorni della ricerca (se non avete tempo per leggerlo potete saltarlo direttamente).
Voce narrante:
"Ci vorrebbe qualcosa di grande, ma non troppo. Meno di un metro ma più di 50cm di lunghezza. E non stretta. Inclinata? Parliamone! Alimentata? Dipende dall'alimentatore (ho il mattoncino Dunlop). Quindi buh... custodia? Morbida è più comoda, ma il flight case è più sicuro, ma costa na cifra ed è ingombrante. Però se lo trovassi per un prezzo civile ci penserei su...Fatta su misura? Potrebbe essere una soluzione (qualche azienda italiana propone ottime soluzioni a prezzi più che ragionevoli) ma la qualità? Sì, la qualità. Gator Warwick e la notissima Marca Cavallo offrono tante alternative. So che il nome non vuol dire, ma un minimo di sicurezza la dà a tutti (e non dite di no). E se me la facessi da solo? Che ci vorrà a fare un flight case e una tavolta inclinata...
No, aspetta, troppo tempo e rischi di fare un qualcosa stile il porta spezie di Homer, però quello ci ha fatto un impianto di luci a LED sotto che è una figata. Si potrebbe fare, ma i pedali li velcro o li avvito?
Dannati tutorial su YouTube, mi faranno perdere il (vo)lume della ragione...
Ma una scatola di derivazione la potrei anche mettere... Oh! Che bel delay! E guarda che connettori! Hmm, si vede che è una sporcacciona...
Concentrati! Concentrati sulla pedaliera! Non puoi portare più un vassoio con sopra i pedali, non hai una borsa dove metterli quindi se piove ci devi mettere la busta come l’altra volta, allora non fare il vanesio e segui la luce che ti porterà ad avere una pedaliera. Una pedaliera con la Custodia!
Però un buffer...
Sì, e mia nonna in cariola no? Pedaliera, Pedaliera, Pedaliera!"
Dopo un numero imprecisato di ore passate tra il sito di vendo/compro/scambio/rubo/estorco e sul sito più crucco che ci sia, tutto d'un tratto mi appare lei: la signora Pedaltrain.
La junior è troppo piccola per le dimensioni che avevo in mente, così come la Mini, Nano, la One e la Two. La Pro e la Four sono enormi (e costano), ma ecco che appare in un angolo dello schermo, così, quasi in imbarazzo, il modello PT3.
Dimensioni 61x41, composta da cinque barre, inclinata, con custodia semi rigida/non molto morbida ben fatta e rifinita, leggera e solida. Bene, è andata! Ordino online dall’italico sito presso un negozio piuttosto famoso del nord-est (abito in Calabria quindi trovare alcune marche è piuttosto difficile), il pacco arriva puntuale dopo due giorni.
Appena entrato a casa ci precipitiamo un cucina per farlo (lo scartamento) sul tavolo. Aperta la confezione mi appare la custodia con all’interno la pedalboard, nella tasca esterna trovo il velcro e delle placche da utilizzare per fissare l’alimentatore (sono fatte a posta per il Voodoo Lab, e non si adattano nemmeno morte al mattoncino Dunlop).
Noto che l’appendice di uno dei carrelli della cerniera principale è rotto. Corriere? Difetto di fabbrica? Dopo aver ringraziato gli dei secondo le usanze dei peggiori bar di caracas decido di pensarci dopo. Apriamo il tutto e guardiamo dentro.
Il telaio della pedaliera è costruito molto bene e le dimensioni sembrano maggiori a prima vista, sarà perché è inclinata, sarà perché sono felice dell’acquisto, sarà quel che sarà ma continua a sembrarmi più grande. Il peso, come detto prima, è ridotto e la struttura sembra (ed è) molto resistente.
Noto che il velcro presente nella confezione è di pessima qualità, quindi (dopo aver ringraziato le divinità) prendo la macchina e vado a fare spese: 3,50 metri di velcro da 3cm, una decina di fascette in nylon da 30cm (le John Holmes) per fissare l'alimentatore e tenere a bada i cavi più irrequieti.
Tornato a casa, posso finalmente dedicarmi al montaggio/cablaggio della pedaliera. Due orette buone di lavoro ed eccoci qua. Assemblata, cablata e ready to go!
Ho usato le fascette in nylon per attaccare l’alimentatore sotto la struttura (insieme a del velcro), una ciabatta all’esterno e tenere insieme i cavi di alimentazioni che fanno "sporcizia" sotto la pedaliera.
La custodia morbida l’ho fatta riparare in una valigeria facendo sostituire il carrello rotto per meno di 10 € di lavoro.
Consiglio la PT3 a chiunque abbia necessità di una pedalboard di dimensioni medio grandi (può contenere benissimo oltre la 15ina di effetti) senza spendere uno sproposito.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.