Il Kemper Profiling Amp ha scosso il mondo dell'amplificazione per chitarra con un modo inedito di replicare i suoni valvolari più amati. Molte sono, tuttavia, le domande che ci si pone valutando l'acquisto. Ecco le più gettonate.
Dopo un lungo periodo di assenza dalle pagine di Accordo, ritorno con una recensione su un prodotto che ha fatto ultimamente abbastanza scalpore nella comunità chitarristica, specie di oltre Oceano, e che promette di porsi come alternativa "definitiva" all'amplificazione tradizionale.
Parlo del Kemper Profiler Amplifier, il dispositivo teutonico dalla forma vagamente similare a un tostapane (ma ne è uscita anche una versione a rack) che sulla carta dovrebbe essere in grado di riprodurre fedelmente il suono di un qualsiasi ampli fisico, catturandone sfumature e comportamento.
Non so quanti di voi abbiano condiviso la curiosità che mi ha colto appena ho visto i primi video su YouTube, ma per me la possibilità di avere il mio suono (e anche molti altri a dire il vero) in qualsiasi momento, a qualsiasi volume e con un peso estremamente contenuto ha comportato un'attrazione fatale per questo nuovo giocattolino.
Certo, nel passato molti altri dispositivi hanno promesso le stesse cose, ma onestamente, senza voler aprire discussioni sterili, penso che tutti concordiamo sul fatto che nessuno di tali dispositivi si sia mai riuscito ad avvicinare realmente al timbro e (forse soprattutto) al feeling trasmesso allo strumentista da un ampli fisico.
E il Kemper invece? Beh, dopo un mesetto di utilizzo e ormai a mente abbastanza libera dall'innamoramento iniziale sono qui a riportare le mie impressioni sul tostapane tedesco.Non mi voglio dilungare in dettagli tecnici, anche perché onestamente non ho assolutamente capito come il Kemper sia in grado di fare quello che fa (e non me ne può fregare di meno...), né in una descrizione formale dei controlli e delle regolazioni a disposizione. Da questo punto di vista dico soltanto che il Kemper è un macchinario completo, intuitivo e semplice da usare, non eccessivamente complesso come architettura dei sotto menu e adatto tanto all'utilizzo live quanto a quello in studio.
Non vi parlerò neanche delle funzioni di profilazione vera e propria: non l'ho utilizzato in questo senso e sinceramente non ne vedo neanche il motivo. Fra i profili pre-caricati e quelli acquistabili o scaricabili gratuitamente da internet si copre praticamente tutto lo scibile degli ampli prodotti nella storia, con un'ampia palette di tutti i settaggi più caratteristici e diffusi, e per di più ripresi in studi professionali, con apparecchiatura al top e in ambienti trattati acusticamente in modo corretto.
Vorrei invece rispondere ad alcune domande che io stesso mi autoponevo prima dell'acquisto e a cui adesso sono in grado di dare una risposta che, pur personale, penso possa essere utile a molti.
Prima di cominciare e posto che (forse traspariva già da quello che ho scritto finora) sono estremamente soddisfatto del prodotto, voglio premettere che non ho nessuna affiliazione con la ditta produttrice del Kemper.
Inoltre negli anni ho posseduto molti dei modelli degli ampli profilati e quindi ritengo di poter fare determinati confronti con buona cognizione di causa, pur sempre nei limiti della mia percezione personale.
Ma passiamo alle FAQ "allo specchio".
Cos'è il "profilo" di un ampli?È la fotografia di un dato ampli collegato fisicamente a una data cassa e settato in un certo modo. L'acquisizione dei profili avviene mediante una ripresa microfonica, con tutti i limiti e i vantaggi di questo procedimento. Da un lato, i suoni che siamo abituati a sentire nei dischi (ma anche in un grosso live) sono ovviamente suoni ripresi, microfonati e trattati, dall'altro tutte le componenti che si frappongono fra l'ampli e le nostre orecchie aggiungono o tolgono qualcosa. Approcciandosi al Kemper bisogna partire subito con l'idea che è necessario scendere a patti con questi fattori: il suono che il Kemper può riprodurre, e quindi il metro di paragone che dobbiamo utilizzare, è quello di un suono microfonato, con i pro e i contro che questo comporta. Inoltre, e mi riallaccio con quello che dicevo poco prima circa il fatto di farsi i profili da soli, dobbiamo tenere conto che difficilmente, se non disponiamo di apparecchiature adeguate e delle giuste competenze tecniche, potremmo farci da soli dei profili ottimali. Quanti di noi sono capaci di registrare un suono di chitarra allo stesso livello qualitativo di quello che ascoltiamo nel disco del nostro guitar hero preferito, pur disponendo della stessa apparecchiatura? Chi alza la mano potrà senz'altro avere ottimi risultati anche con la profilazione fai da te. Per tutti gli altri ci sono
libraries sterminate di suoni reperibili in internet.
Veramente il Kemper è in grado di replicare qualsiasi suono di qualsiasi ampli?In linea teorica direi di sì. Per la mia esperienza e per i miei gusti posso dire che i suoni migliori sono quelli più classici: Fender, Marshall, Vox, più o meno tirati. I suoni molto distorti e moderni (penso ai profili delle Recto per esempio) forse rendono un po' meno in ambito live. D'altra parte i suoni molto distorti, moderni, tagliati sulle medie sono difficili da trattare in contesti live anche con ampli veri: la relazione con i bassi spesso eccessivi, le medie poco a fuoco, l'enfasi della direzionalità del suono e la diversa percezione a distanze diverse di ascolto rendono spesso problematica la gestione di alcune testate anche nel "mondo reale". E probabilmente per questo tipo di suoni sarebbe necessario anche scegliere un sistema di amplificazione del Kemper ad hoc (parlo dei monitor attivi a cui collegare il Kemper). Per quanto riguarda l'utilizzo in studio, invece, credo che le repliche offerte dal Kemper possano considerarsi pressoché perfette per ogni campo di applicazione. Posso dirvi solo che quello che si sente su YouTube nelle varie prove corrisponde a verità.
Ma quindi un suono profilato è una fotocopia esatta dell'originale, non modificabile?Nì... In realtà il Kemper permette delle possibilità di intervento sul suono profilato, le più evidenti delle quali sono relative al controllo del gain e dell'equalizzazione. Chiaramente impostando tutto flat avremmo esattamente il suono profilato. Oppure possiamo decidere di aggiungere o togliere gain o correggere l'equalizzazione. Ecco, ritengo che questi controlli abbiano principalmente una funzione correttiva rispetto al profilo originario. Se partendo da un Marshall, tanto per fare un esempio, voglio tirare fuori un pulito e un crunch, utilizzerò due profili diversi e non certo il controllo di gain del Kemper. Idem per modificare drasticamente l'equalizzazione, che per lo più rimarrà flat.
Poi sono possibili altri interventi (non parliamo comunque di migliaia di sotto menu o regolazioni, ma di una decina di parametri in tutto, molti dei quali possono tranquillamente rimanere flat), più che altro di natura dinamica, utili principalmente per equilibrare i suoni o migliorare il rapporto fra un dato profilo e la chitarra che utilizziamo.
Ma allora avrò bisogno di più profili dello stesso ampli, per coprire l'intera capacità timbrica dell'originale?Sì, salvo il margine di intervento di cui parlavo prima (da usare con moderazione, a meno di non voler snaturare volontariamente il suono di partenza). In effetti anche i profili commerciali sono impacchettati in più profili dello stesso ampli, con settaggi diversi.
Comunque sottolineo che le regolazioni modificabili disponibili (gain ed eq in primis) se usate con criterio producono risultati timbrici credibili rispetto alle stesse modifiche fatte sull'ampli originale. In parole povere, se voglio un po' più o un po' meno di gain, ma il suono di base mi piace, posso anche intervenire solo sul controllo del gain e il timbro che otterrò sarà ancora molto fedele all'ampli originale (ovvero, anche il controllo del gain si comporta, per estensioni limitate, in modo simile all'originale).
Al contrario, se voglio passare da un pulito a un distorto partendo magari da un ampli monocanale dove la differenza dei due suoni si ottiene, sull'originale, solo spingendo il volume, dovrò necessariamente usare due profili diversi se voglio mantenere un suono fedele all'originale.
E gli effetti?Il Kemper dispone di un set completo di effetti che possono essere piazzati con una quasi totale libertà prima dell'input dell'ampli profilato o nella mandata effetti virtuale del profilo utilizzato.
Gli effetti spaziano dai booster ai distorsori, passando per tutti i classici stompbox dei nostri abituali arsenali: compressori, riverberi (belli), delay, chorus, vibe, etc.
La scelta degli effetti disponibili e il loro timbro generale è piuttosto vintage.
Non ho sinceramente capito se anche gli effetti vengano acquisiti mediante profilazione: credo di sì, ma solo per booster/OD/distorsori e forse riverberi, mentre gli altri effetti mi sembrano essere dei normali effetti digitali di buona qualità. Non ho capito nemmeno se le
libraries di effetti siano espandibili autonomamente.
L'architettura delle regolazioni disponibili non è complessa: diciamo che bene o male le regolazioni sono quelle che avremmo sui pedali originali, magari con qualche aggiunta utile, tipo il ducking. Non stiamo parlando di una sezione effetti super complessa, ma comunque in grado di accontentare il 90% dei chitarristi: non sono particolarmente ferrato in materia (uso i booster, un delay, a volte il riverbero e non molto di più), ma senza considerare la nutrita sezione che comprende booster, overdrive e distorsori vari, la sezione effetti vera e propria può essere paragonata a quella di un G Major.
Sì, ma a me piace proprio il suono dato da una combinazione fra un certo ampli e un certo overdrive! Come fare?Innanzi tutto premetto che l'interazione fra booster/OD/distorsioni interni e i vari profili di ampli è molto, molto realistica: cioè il suono che ne esce e le caratteristiche anche sotto le dita (compressione, spinta, interazione con la chitarra) sono molto simili a quanto ottenibile mettendo un vero booster davanti a un vero ampli a valvole.
Inoltre anche per booster/OD/distorsori si può scegliere fra una varietà di modelli famosi timbricamente credibili.
Infine c'è sempre la possibilità di avere profili di ampli che fisicamente, nel momento di ripresa del profilo, erano già connessi a un dato booster/OD/distorsore. Cioè in pratica si può profilare direttamente un suono già fatto e finito: per esempio sono disponibili varie
libraries di profili di Fender più vari pedali (parlo sempre di booster/OD/distorsori): chiaramente in questo caso il profilo diventa un pacchetto chiuso, cioè non si può pretendere di dividere il suono del solo ampli da quello del pedale.
E se volessi usare i miei effetti analogici?Bah, provar non nuoce, ma non credo proprio che il Kemper sia nato per questo tipo di interazioni. Sicuramente è collegabile un multieffetto in send/return (se proprio qualcuno dovesse sentirne il bisogno, cosa che non dovrebbe essere necessaria per il 99,9% degli utilizzatori) ma non credo che il risultato ottenibile mettendo un overdrive vero prima dell'input fisico del Kemper possa dare un risultato uguale a quello ottenuto rimanendo nel mondo reale.
Ho provato invece con un wah con buoni risultati, anche se i wah di cui già dispone il Kemper (avendo una pedaliera che ne permetta il controllo) sono davvero molto belli.
Come si interfaccia il Kemper a chitarre diverse? Su altri emulatori non riuscivo a sentire la differenza fra una Telecaster e una ESP.Per quello che posso dire, l'interazione con strumenti diversi è praticamente identica a quella che si otterrebbe con l'ampli originale corrispondente al profilo utilizzato. Inoltre la dinamicità dell'interazione fra controllo di volume della chitarra e profilo utilizzato a mio parere è impressionante (sempre se stiamo utilizzando il profilo di un ampli che abbia tale peculiarità anche nel mondo reale). Utilizzando un profilo di un Marshall o di un Vox si passa dal pulito al crunch solo usando il controllo di volume, esattamente come accadrebbe utilizzando gli ampli originali.
E la dinamica com'è? E il tocco dell'esecuzione?Anche qui, rispondo ottima. Credo che il punto di forza del Kemper sia proprio quello di riuscire a ingannare l'esecutore prima ancora dell'ascoltatore. Voglio dire: timbricamente il Kemper può avvicinarsi moltissimo agli ampli profilati (direi anche al 100% per alcuni profili), ma per me non è questo l'elemento di forza. In fin dei conti, il timbro è una cosa soggettiva, molto meno soggettiva è la sensazione che un ampli vero dà sotto le dita dell'esecutore. Il Kemper si comporta in un modo molto simile a un ampli vero e in certe situazioni live permette sicuramente un ascolto più rilassato e quindi migliore. Non comprime il suono (a meno che non lo faccia anche l'ampli profilato), non schiaccia l'esecuzione, non nasconde gli errori. La prova del nove credo possano essere gli armonici artificiali: attraverso altre macchine digitali (o chiamatele come volete) suonano falsi, sembra che si attivi un flanger. Percepisco lo stesso effetto di sfasamento anche se si inserisce un multieffetto in send/return di una testa valvolare. Ecco, con il Kemper questa sensazione non c'è.
Il tocco dell'esecutore inoltre è salvaguardato al 100% (sempre in riferimento al profilo che si usa, chiaro che il profilo di un Twin enfatizza il tocco più di un Peavey 5150).
E dal vivo?Dal vivo permette di avere il suono che ci piace a qualsiasi volume ci serva! Inoltre, sui palchi più grandicelli, permette di superare i problemi di microfonazione ed equalizzazione spesso approssimativa: ci basta un canale flat del mixer e il gioco è fatto. Infine dispone di una molteplicità di uscite che permettono diversi tipi di rounting del segnale (per esempio posso mandare un segnale stereo al banco principale e avere un'uscita dedicata per una spia personale, addirittura con due equalizzazioni diverse se dovesse servire).
E se lo volessi utilizzare come un ampli normale? Io lo faccio, ma è necessario abbinarlo a una cassa FRFR di buona qualità e wattaggio adeguato: la stessa cassa può funzionare sia come spia personale sui palchi più grandi (cosa per me molto utile posto che il suono di chitarra che esce dalle spie di solito è una schifezza), sia come ampli vero e proprio per le situazioni più piccole in cui si preferisce mantenere il proprio segnale separato rispetto a quanto viene inviato all'impianto principale (per non creare pastoni con voci e tastiere in impianti più piccolini e avere una percezione più abituale/tradizionale del proprio suono).
Ed è la stessa cosa di usare un ampli vero?Mah, la sensazione dipende dal volume, dalle dimensioni della cassa FRFR che si sta usando, etc.
Direi che la sensazione è più simile a quella di sentirsi da un monitor (con un ampli microfonato perfettamente, inviato a un banco dedicato e con un equalizzazione ottimale, cosa molto rara nel mondo reale, specie nei live).
In pratica è più un'esperienza da studio di registrazione, ma adattata anche ai live.
Poi dipende anche dai suoni che usiamo: il confronto con ampli dalla timbrica più vintage può essere credibile addirittura fra l'ampli vero e l'abbinata Kemper più cassa FRFR. Se invece siamo abituati a usare ampli molto spinti in abbinata con casse a quattro coni, difficilmente una cassa FRFR potrà trasmettere la stessa sensazione di movimento di aria sulle gambe del chitarrista. Però ci dobbiamo chiedere anche se quella sensazione viene percepita dal pubblico così come la percepiamo noi stando in piedi a due metri dall'ampli. Direi di no, anzi, una cassa per chitarra è purtroppo molto direzionale. Gasa il chitarrista che sta a due metri di distanza, ma al pubblico arriva una cosa molto diversa (per non parlare di quello che arriva al bassista dall'altra parte del palco e messo di fianco alla cassa). Una cassa FRFR invece permette una diffusione molto migliore e una gestione molto più semplice sul palco (sia per il chitarrista sia per gli altri membri della band).
Inoltre tutti i problemi di volume scompaiono: ovviamente non dovremo utilizzare il volume per spremere a dovere il Kemper.
E se volessi usare il mio finale a valvole e una cassa per chitarra?
In teoria si può, ma i pareri sono discordanti.
Per quello che mi riguarda il risultato non è buono e comunque la cosa è poco sensata.
Oltre al fatto che timbricamente, per il mio orecchio, questo tipo di soluzione suona peggio, si perderebbero tutti i vantaggi che provengono dall'accoppiata del Kemper con una cassa FRFR: pulizia del suono, direzionalità estesa, semplicità di regolazione del volume sia sul palco sia verso il pubblico, trasportabilità, minor differenza fra il suono in prova e il suono sul palco, etc.
Va be', allora all'inizio posso usare l'impianto della saletta con i coni sfondati o la vecchia cassa che usavo 20 anni fa per amplificare la tastiera Bontempi!
No! Questo lo sconsiglio proprio! Per rendere bene, come qualsiasi altro dispositivo audio, il Kemper (ma anche un POD) ha bisogno di essere amplificato come si deve. Altrimenti suonerà male. L'impatto dell'abbinamento Kemper/cassa audio dà probabilmente nel bene o nel male risultati più drammatici e meno soggettivi dell'abbinamento ampli vero/cassa per chitarra. Bisogna tenere in conto fin da subito l'acquisto di un buon monitor, senza lesinare sulla potenza: non ragionate in termini chitarristici, a mio avviso c'è bisogno di una cassa dai 500/600 watt in su. E la qualità deve essere buona: non occorre spendere cifre da capogiro, ma comunque importi simili a quelli necessari per comprare due buoni coni per chitarra.
Inoltre la scelta della cassa influenzerà anche il timbro e la risposta del Kemper e va valutata anche in base ai suoni che si utilizzano per la maggiore. Idem per la scelta della dimensione dei coni degli speaker.
Invece posso garantire che l'utilizzo in mono, con una sola cassa, non penalizza più di tanto il suono.
Allora venderai ampli e pedali e terrai solo il Kemper?
No! Ma sicuramente dal vivo utilizzerò solo il Kemper. Sinceramente, il fatto di avere esattamente lo stesso suono ottenuto da una data combinazione di ampli e pedali per me conta fino a un certo punto ed è anche una cosa molto aleatoria: penso che tutti noi abbiamo sperimentato la frustrante sensazione di avere un suono bellissimo in prova e poi renderci conto che su un palco il suono è completamente diverso.
Io fra l'altro non ho neanche un rapporto di fedeltà con un certo ampli: mi piace cambiare, ma alla fine il suono che ottengo è più o meno sempre lo stesso.
L'importante per me è che il suono che si sente sul palco e verso il pubblico sia bello e che il feeling percepito dall'esecutore non abbia limitazioni. Il Kemper è in grado di garantire entrambi questi fattori.
I suoni che è capace di generare sono belli e naturali in sé e l'esecuzione non è compromessa. Inoltre la totale assenza di problemi di gestione del volume e la possibilità di monitorarsi come si preferisce sono impagabili dal punto di vista del relax e dell'ascolto sul palco: si può avere anche l'ampli migliore del mondo, ma se non lo si riesce a sfruttare o se comunque l'ascolto sul palco non è buono, alla fine anche l'esecuzione sarà penalizzata. Troppe volte ho dovuto rifare da zero e in modo approssimativo i suoni prima di un concerto perché era oggettivamente impossibile utilizzare lo stesso volume che utilizzo in prova. E sappiamo tutti quanto la regolazione del volume conti per un ampli valvolare.
Troppo spesso l'interazione fra una cassa per chitarra (specie quattro coni) e l'ambiente del palco rendevano vane le ore passate in sala prove a trovare l'equalizzazione giusta.
Molte volte, anche tenendo le stesse regolazioni che uso in prova, il suono microfonato dell'ampli era deludente, e ancora più deludente il segnale che mi ritornava in spia.
Anche un POD, se ben amplificato e utilizzato, può ridurre di molto questi problemi e permettere un ascolto più rilassato. Ma un POD non è naturale né sotto le dita né timbricamente. Il Kemper invece sì. Chiaramente preciso che molti di questi effetti positivi provengono anche dal fatto di essere autonomi per quanto riguarda il monitoraggio del dispositivo su palco.
Beh, questi erano i dubbi principali che avevo prima dell'acquisto.
Buoni profili a tutti!
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.