Pazzesca. Nonostante abbia sempre suonato una SG, la chitarra si impadronisce delle mie mani e suona praticamente da sola. Rimango veramente sorpreso dalla suonabilità della tastiera e del manico, anche se per i miei gusti è un po' troppo cicciotto.
Scambio altre due parole con il padrone di casa che si dimostra essere veramente disponibile e appassionato. Mentre ammiro altre sue creazioni, cerco di capire quanto mi possa costare uno strumento fatto da lui.
I prezzi sono minori di quanto mi aspettassi e in linea con quelli di uno strumento "di marca", così inizio a pensarci sul serio. Mi faccio lasciare un biglietto da visita con l’intenzione di andare a trovarlo in laboratorio quando, per motivi di lavoro, sarei stato nella sua zona.
Tornato a casa, prima ancora di togliermi le scarpe, accendo il computer e vado a vedere il sito di questo Paoletti. Non mi ero mai avvicinato al mondo della liuteria italiana se non per qualche setup del mio strumento.
Il giorno seguente decido di scrivere una e-mail per farmi fare un preventivo di una chitarra fatta come vorrei. La mattina dopo Fabrizio mi manda un resoconto ben dettagliato con un po' di impressioni sui legni che lui utilizzerebbe. Decido di pensarci su ma in cuor mio la scelta era già stata fatta.
Una settimana dopo, il 4 Novembre 2012, parte l'ordine. Corpo in adler, manico in acero, tastiera in palissandro, ponte Floyd Rose, pickup Paoletti Strat 60, colore Foam Green finitura Relic. Tempi di consegna circa sessanta giorni.
Sto già scalpitando e chiedo a Fabrizio di fare il possibile per consegnarmela prima di Natale, per poterla spupazzare durante il periodo festivo.
Fabrizio mi tiene costantemente aggiornato sugli sviluppi mandandomi foto dei legni utilizzati e di come grazie alle sue mani stanno diventando la mia nuova chitarra.
La settimana prima di Natale ci sentiamo: "la chitarra è pronta, puoi venire a prenderla" mi dice.
Con l’occasione organizzo anche un weekend sulle colline Toscane in modo da unire l'utile al dilettevole.
Sabato 22 dicembre, alle ore 11:30, sono in laboratorio da lui. Scambiamo quattro chiacchiere e provo lo strumento. È bellissima! L’emozione è talmente tanta che non capisco più niente, ho bisogno di tranquillizzarmi e di passare un po' di tempo da solo con la mia nuova bambina. Chiudo la custodia rigida in dotazione e vado diretto in albergo.
Le venature della tastiera in palissandro sono stupende, la finitura relic fa intravedere il legno del corpo e la fa sentire ancora più viva al tatto.
Comincio a strimpellarla con più calma, senza amplificatore, e la chitarra suona da paura. Persino mia moglie rimane impressionata dal volume e dalla bellezza del suono dello strumento non amplificato.
La prima prova in saletta è con un Mesa Boogie Dual Rectifier. I puliti sono cristallini e veri in tutte le posizioni. Con il pickup al manico il suono si scurisce un po', sembra quasi una acustica.
I distorti sono veramente rock, hanno un suono corposo ma allo stesso tempo tagliente, proprio quello che cercavo. Il manico e la tastiera sono molto scorrevoli e la mano destra si trova subito a suo agio.
La Stratospheric diventa la mia prima chitarra. A ormai otto mesi di distanza posso dire che sono veramente molto soddisfatto dello strumento.
Un grazie particolare a Fabrizio Paoletti che ha dimostrato professionalità, passione e competenza da numero 1.
Spero che questo articolo possa essere utile a chi, attratto dai marchi più blasonati, non ha ancora provato strumenti di liuteria italiana.