Il mercato cambia e la crisi colpisce inaspettatamente anche i grandi marchi boutique del mondo dell'amplificazione. Cornford chiude i battenti, ma un nuovo nome a esso correlato è già all'orizzonte.
Muore un altro mito. Non è morto un grande chitarrista. Almeno, non mi risulta e spero non sia così.Vengo ai fatti.
Come quasi tutti i chitarristi, mai contenti del suono che esce dalle loro casse, sono alla ricerca del mio prossimo ampli (solo testata), che deve essere di buona qualità, di media potenza ma con un selettore o un qualche altro marchingegno che ne consenta anche un utilizzo casalingo. Mi direte che ce ne sono molti sul mercato. È vero ed è proprio questo il problema: non voglio cambiarlo tra due mesi, voglio essere convinto dell'acquisto e trovare il mio suono. Al momento propendo per un Suhr Badger 35, ma non sono qui per tediarvi con le mie manie, né con i miei gusti personali.
Scrivo questo articolo per dare una notizia triste, pur consapevole che a molti non fregherà un accidente...
Prima di iniziare un giro di prova nei negozi per provare con le mie orecchie l'amplificatore dei miei sogni, mi sono affacciato su internet alla ricerca di quel che offre il mercato e sono andato a visitare i siti dei produttori più noti e di qualche boutique, per cercare nei cataloghi l'oggetto del desiderio.
Tra i marchi a cui intendevo dare la precedenza, c'era Cornford.
Scrivo al passato non perché il suono della casa britannica non mi piaccia più, ma perché Cornford è morta.
Qualche tempo fa ha chiuso un'azienda che, seppur di dimensioni e diffusione non paragonabile a quelle di Marshall, Mesa e via dicendo, ha fatto un po' la storia degli ultimi vent'anni di musica rock e non solo.
Quando ci lascia un grande chitarrista, Accordo ce ne dà notizia ed è giusto che sia così perché, diciamocelo, ci sentiamo un po’ una famiglia... allargata, molto allargata! Da Allan Holdsworth a Raoul Casadei, c’è posto per tutti.
Chi di noi, magari alla festa paesana dove suona un gruppo locale, non si ferma e cerca di fare due chiacchiere col "collega" o a sbirciare sulla sua pedaliera?
Allora mi sono chiesto: perché non dare notizia anche della chiusura di un'azienda importante? Non grandissima per dimensioni ma sicuramente storica.
I Cornford sono stati sui palchi di Yngwie Malmsteen, Joe Satriani, Frank Gambale, Gary Moore, Greg Howe e molti altri mostri delle sei corde (anche se poi hanno legato i loro nomi ad altri marchi). Più di recente, su quelli di Dave Kilminster e Guthrie Govan.
Chi di noi li ha provati sa la qualità del suono che esce dai Cornford, dal jazz al metal, con clean cristallini e distorti graffianti.
Sulla si legge che la produzione di tutti gli amplificatori Cornford è cessata. Si spera che possa riprendere ma al momento non vi è alcun progetto. Non è più possibile ordinare nuovi ampli, né da privati, né da rivenditori.
Si chiude mestamente con un ringraziamento ai clienti e con l'invito a visitare di tanto in tanto il forum, nella speranza di avere notizie aggiornate su una possibile riapertura.
La crisi tocca anche le aziende della musica e alcuni grandi nomi scompaiono. Peccato.
L'unica piccola consolazione è che Martin Kidd, tra i progettisti del team Cornford, ha avviato un'altra nuova azienda boutique: Victory Amps, che ha già adottato il citato Govan tra i suoi endorser e i cui prodotti presto arriveranno anche da noi.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.