Jazz fra tradizione e nuovi suoni: intervista con Riccardo Chiarion
di redazione [user #116] - pubblicato il 14 dicembre 2013 ore 07:30
Con il suo album Mosaico, Riccardo Chiarion ripercorre le tappe fondamentali del jazz moderno con l'energia di un'esibizione live e la competenza di una formazione di prim'ordine. Lo abbiamo intervistato per conoscere i retroscena delle sue composizioni e del lavoro svolto in sala d'incisione.
Con il suo album Mosaico, Riccardo Chiarion ripercorre le tappe fondamentali del jazz moderno con l'energia di un'esibizione live e la competenza di una formazione di prim'ordine. Lo abbiamo intervistato per conoscere i retroscena delle sue composizioni e del lavoro svolto in sala d'incisione.
Fresca nel fraseggio, evocativa nel sound, la chitarra di Riccardo Chiarion chiama a sé una sezione ritmica d'eccezione composta da Alessandro Turchet e Luca Colussi per un album jazz che spazia dalla tradizione bebop fino alle divagazioni modali con tanto di chitarre distorte e momenti ammiccanti al free. Al suo fianco, anche il sax di Pietro Tonolo, special guest nell'album Mosaico.
Incuriositi dal suo nuovo lavoro discografico, abbiamo approfondito la conoscenza di Mosaico in un'intervista esclusiva con Riccardo e Francesco Marzona, tecnico audio dello studio in cui è stato registrato l'album, il Birdland Studio di Gorizia.
Come nasce l'idea di questo disco? Le musiche di questo disco sono state scritte in realtà per un concerto importante che abbiamo tenuto a Gorizia nell'estate del 2012 e il giorno dopo abbiamo registrato i brani nel Birdland Studio, sempre a Gorizia. Quindi, nello scrivere le musiche, ho pensato a brani vivaci ed energici che potessero essere adatti a un'esecuzione dal vivo ma che mantenessero comunque la mia personale caratteristica compositiva. Per questo concerto sapevo di poter contare su musicisti molto esperti e immaginavo che non ci sarebbero stati problemi nell'esecuzione di brani che fossero anche armonicamente complessi, in particolar modo credo che Pietro Tonolo (sassofono tenore), Alessandro Turchet (contrabbasso) e Luca Colussi (batteria) abbiano valorizzato il repertorio e resa facile e immediata una musica che in realtà nasconde delle insidie soprattutto dal punto di vista esecutivo.
Come hai conosciuto Pietro Tonolo? Ho conosciuto Pietro Tonolo a un seminario, anni fa a Gorizia, e ho sempre ammirato la sua estetica musicale e le sue capacità strumentali e improvvisative. È stato molto bello poi suonare nel suo quartetto, un'esperienza durata quasi tre anni, fatta di concerti in molti festival importanti. Sono stato veramente felice quando ha accettato di suonare in Mosaico!
La tua musica risulta moderna, c'è uno stile al quale ti senti più vicino? In realtà preferisco non cercare di assomigliare a qualcuno. Ammiro molti musicisti: Kenny Wheeler, John Taylor, Kurt Rosenwinkel, Pat Metheny e tanti grandi del jazz ma preferisco dimenticare tutto quando scrivo e vedere cosa nasce spontaneo senza rifarmi a modelli già esistenti. Il risultato credo che sia una specie di ibrido che ha un'identità propria e che forse non è così facile da catalogare, spero che anche per questo possa risultare interessante a chi ascolta la mia musica.
Sei molto attivo anche dal punto di vista dell'insegnamento, credi che la didattica moderna stia influenzando le nuove generazioni di chitarristi? Sì, insegno in tre conservatori chitarra jazz e anche sul mio sito pubblico, sporadicamente, qualche video-lezione. Credo che la didattica moderna possa aiutare molti ragazzi a raggiungere un ottimo livello strumentale in tempi molto più corti rispetto a quelli del passato però resta pur sempre molto importante, per tutti i futuri artisti, cercare di avere anche una visione personale della musica e rimanere sempre un po' autodidatta, altrimenti si rischierebbe un appiattimento stilistico. Forse sarebbe giusto che gli insegnanti spiegassero la tecnica, il ritmo, l'ear training ma non influenzassero troppo stilisticamente i propri allievi, accettando punti di vista diversi e valorizzando le peculiarità espressive di ogni persona come qualcosa di unico e speciale. Spesso però questo non succede proprio per una debolezza dell'insegnante che non vuol rischiare di far notare le proprie lacune, ovvie e inevitabili in un essere umano, e preferisce far credere che l'unica cosa che abbia senso essere suonata sia quella che lui conosce. Sarebbe eticamente più corretto ammettere di non conoscere qualcosa e suggerire al proprio allievo la persona giusta che potrebbe insegnargliela.
Il sound della chitarra nel disco è molto fresco e particolareggiato, che strumentazione hai utilizzato? Suono una Gibson 335 e come amplificatore un Polytone Minibrute. Come distorsione uso un pedale Rat e dal vivo (in registrazione ho utilizzato diversi effetti del Birdland Studio) uso un Nova Reverb e un Nova Delay TC Electronic. Passerei la parola a Francesco Marzona (tecnico audio dello studio) per quel che riguarda gli strumenti specifici utilizzati in studio.
Francesco Marzona: per registrare la chitarra abbiamo provato varie soluzioni prima di trovare la combinazione che poteva funzionare al meglio per riprendere il suono di Riccardo. L'accoppiata migliore è stata registrare l'amplificatore con due microfoni, un dinamico Beyerdynamic M88 e un nastro sempre Beyerdynamic M320 (vintage anni '70) con preamplificatori microfonici Neve 1073. Altra componente fondamentale del suono è la diretta ripresa con la DI Box valvolare Universal Audio 610. Riccardo ama la presenza del suono della chitarra diretta mixato assieme all'amplificatore Polytone. Poi il resto lo ha fatto Riccardo con le sue mani!
Dov'è possibile comprare il tuo disco? Il CD Mosaico è uscito per l'etichetta Caligola Records ed è in vendita su iTunes come download digitale a questo indirizzo ed è ordinabile fisicamente in tutti i negozi di dischi con distribuzione IRD.