La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 15 dicembre 2013 ore 07:30
La ricerca del suono a volte prende strade inaspettate. Buddy Whittington, in un'intervista ad Accordo, svela il segreto del mitico suono del Reverendo Gibbons. Imitare i propri idoli a volte è più a portata di mano di quanto non si creda.
La ricerca del suono a volte prende strade inaspettate. Buddy Whittington, in un'intervista ad Accordo, svela il segreto del mitico suono del Reverendo Gibbons. Imitare i propri idoli a volte è più a portata di mano di quanto non si creda.
Quando si parla di ricerca del suono ideale, la linea di demarcazione tra l’acquisto dello stretto indispensabile e il "vorrei ma non posso" è estremamente labile. Circondarsi di chitarre, amplificatori e pedali sembra divertente, e l’acquisto compulsivo può diventare anche un buon alibi per chi proprio non riesce a tirare fuori il suono che ha in mente con le sue sole dita. Al contrario, però, la storia del suono che "è nelle mani" può puzzare di scusa per non dare fondo ai propri risparmi nella ricerca di strumenti degni di questo nome. Spesso in casi del genere la verità è nel mezzo, invece a volte non si trova né da una parte né dall’altra, né tantomeno al centro, ma proprio altrove.
Una chiacchierata con Buddy Whittington, bluesman finissimo dotato di un tone capace di far impallidire i colossi della chitarra, ha tirato fuori diversi spunti di riflessione, tra i quali alcune considerazioni su uno dei sound più studiati e imitati degli ultimi decenni: la voce celestiale della Pearly Gates, la ricercatissima Les Paul del '59 conservata gelosamente dal Reverendo degli ZZ Top.
Il suono di Billy Gibbons è uno di quelli che, più di tanti altri, riesce a mandare fuori di testa i patiti della ricerca del timbro perfetto. Ariosa, grossa, presente, con armonici che vengono fuori da tutte le parti e con sustain da vendere, la Pearly Gates ha contribuito a rafforzare il mito dell’annata Gibson 1959. Il Reverendo, dal canto suo, ci ha messo una serie di leggende che spiegherebbero la fonte del suo suono insuperabile.
Uno dei punti fermi nella mente dei chitarristi è che per avere un suono grande ci vogliono delle corde grandi. E allora via a montare cavi dell'alta tensione con scalature da spavento, magari per cercare di imitare il suono di Billy. Poi basta dare un'occhiata al suo rig per scoprire un'amara verità: mr. Gibbons usa corde .007-.038, tra le più sottili e morbide in commercio (.008 per il bottleneck). Subito dopo ci si appiglia all'anello appena successivo in catena: il plettro. In diverse interviste, Billy ha spiegato di usare un plettro ricavato da un peso messicano fresato a dovere. Inutile dire che le quotazioni dei pesos, del tutto privi di valore da collezione se non per la loro uscita di produzione, sono salite alle stelle e oggi ci sono chitarristi disposti a pagare cifre importanti per una di quelle monete. Neanche il tempo di procurarsene una e viene fuori una foto di Gibbons mentre usa un normalissimo plettro signature costruito da Dunlop per lui con un materiale plastico simile a quello impiegato per i finestrini delle auto da corsa. E in tutto questo il suo suono non sembra affatto diverso.
A questo punto la pazienza comincia a venire meno e l'attenzione si sposta verso il pezzo più costoso della sua collezione: la Pearly Gates. Ci si convince che il suo suono sia dovuto al mojo di quella Les Paul mitologica e si prova a farsene una ragione, spiegando a se stessi che quel suono si può avere solo imbracciando un pezzo di storia simile. Poi si vanno a guardare gli ZZ Top dal vivo e si vede Billy esibirsi con diversi modelli di Les Paul, Telecaster, varie Gretsch, chitarre spesso con fori interni di alleggerimento e a volte addirittura con manici cavi per ridurre ulteriormente il peso. D’altra parte, il tiraggio delle corde è minimo e non servono legni particolarmente resistenti per contrastarlo. Anche la nuova convinzione fatica a tenersi in piedi, perché lui ha lo stesso suono con tutte le chitarre, pure con quelle ricoperte di peluche e addirittura con una curiosa Telecaster con dentro ficcato un tablet.
Ultima spiaggia, ci si arrende ammettendo che il suono è nelle mani: non si potrà mai avere il suono di Gibbons senza il suo tocco. Ma anche qui c'è chi è pronto a smentire la tesi. In un'intervista esclusiva per Accordo, Buddy Whittington spiegava:
Billy è un eroe per me. Quando ho avuto l’opportunità di vedere da vicino il suo rig sono rimasto incantato dalle cose che i suoi tecnici ci fanno. Invece di prendere chitarre diverse per cercare suoni differenti, lui vuole che tutte le chitarre suonino come la sua Les Paul! Fa passare tutta la sua strumentazione attraverso un analizzatore di frequenze Gold Line. In studio, con la sua Pearly Gates ha registrato un bell’accordo di Sol e i suoi tecnici hanno conservato la “lettura” di quello spettro di frequenze. Quando prende una nuova chitarra suona lo stesso accordo e, con degli equalizzatori, fa in modo che questa sul grafico appaia esattamente uguale alla sua LP del ’59. Ha tipo venti tecnici che lo aiutano a eseguire questo processo!
Qui le braccia cascano. Il suono di Billy Gibbons non sta (solo) nelle sue dita, nel suo plettro, nelle sue corde o nella Pearly Gates, ma in un'equalizzazione studiata di fino sulla base di un segnale memorizzato attraverso un processore digitale con tecnologia RTA (Real Time Analyzer). Della Les Paul del '59 c'è solo una lontana ombra e del peso messicano neanche quella. Paradossalmente, il segreto del suono di Billy Gibbons non si trova in nessuno degli aspetti così affannosamente studiati dai chitarristi, e in teoria chiunque potrebbe avere il suo suono con una buona percentuale di approssimazione semplicemente lavorando su un equalizzatore di qualità.
Allora, qual era quel pickup, quel pedale o quella muta di corde che "dovevate assolutamente comprare" per ricreare il suono che avete in mente?
Concordo con Yaso al 100%. Giovedì scorso alle prove La mia Les Paul coi P90 sembrava una Telecaster! E avevo smanettato solo sulla testata impostandola a caso... :-)
Se la gente passasse un quarto del tempo speso a cercare il suono di tizo, caio e sempronio a cercare la propria personalità, ne uscirebbe tanto di buono...
Giusto, assolutamente vero... al 110 %. Ma dovete darmi dell'eretico:
Una STD nuova che ho acquistato 1977/78 è stata subito modifcata: ferraglia e pick-ups nuovi! Questo per evitare al
massimo di avere il solito sound Beano, Page, includendo dunque pure Billy Gibbons.
Hai Detto una grande verita'.Agli inizi,va benissimo imitare i propi idoli ma credo che se un chitarrista(musicista) vuole progredire,dovrebbe cercare di trovare un sound il piu' personale
possibile,magari appunto prendendo spunto da i nostri eroi
...secondo me la favola piu bella è quella dei venti tecnici...cosa ci stanno a fare venti tecnici dietro ad un equalizzatore???...e poi chi li paga...!!...figuriamoci..che stronzata...
Credo che i tecnici (forse non venti, magari Buddy ha buttato lì un numero per dire che i tecnici erano svariati) siano serviti solo per la ripresa iniziale, o qualunque altro tipo di operazione sia
stata fatta per imitare la Pearly Gates. Poi sul palco basta avere i preset e richiamarli al cambio chitarra.
Yes concordo, non ho mai sopportato quelli che vanno al concerto col binocolo per vedere come regolano i potenziometri sulle testate....la cosa più inutile che si possa guardare ad un concerto....
Sinceramente non mi interessa piu' di tanto sapere come e' costruito il suono delle sue chitarre (che, volendo, con un po' di orecchio fino ed i pedali giusti, ti ci puoi avvicinare ed anche di molto)
mi interessa soprattutto il personaggio, tutto quello che fa, tutto quello che suona e come lo suona.
Ora che ci penso sicuramente sarà vero, molti chitarristi come Billy suonano diverse chitarre ed hanno lo stesso suono. Una buona, ottima, impeccabile equalizzazione può aiutare molto, ad
esempio nell'avere lo stesso suono suonando le corde a vuoto o un accordo di sol che nel bene o nel male tutti sanno fare. Tuttavia credo che la famosa frase '' l'oro sta nelle mani'' sia ancora
la prima regola di ogni buon chitarrista, nel mio micromondo chitarristico ho avuto l'opportunità di suonare con chitarre ed ampli utilizzate da altri che avevano un gran sound, tanto da cercare di
memorizzarne il modo di equalizzare, il nome dei pedali, ampli e modello di chitarra per ottenere sfumature simili, fortunatamente la magia ( e la gas) svaniva quando prendevo in mano gli stesso
strumenti con le stesse regolazioni, il suono non era più quello ma il mio, pessimo o buono che sia. Il tone rimane dunque un mistero, la gas una malattia implacabile, sopratutto ora che tutti
inizieranno a comprare equalizzatori grafici in gran quantità e tecnici del suono in scatola;)
===sopratutto ora che tutti inizieranno a comprare equalizzatori grafici==
speriamo..
fino ad ora, qui' su accordo, si sentivano dire cose tipo che per ottenere un pelino in piu' di
medio acuti uno cambiava l'amplificatore, i pickups, ristrutturava casa, cambiava sesso e religione...
Come la maggior parte di noi sembra fare, pare che anche lui cerchi di ottenere, con qualsiasi cosa abbia tra le mani, il suono che ha in testa. E' illuminante l'intervista dettagliata al suo roadie:
inizia con alcune delle sue chitarre (che poi suoneranno tutte uguali... più o meno), da 8'00" invece spiega cosa Gibbons usa per amplificarsi, e mostra anche il suddetto "trucco"
dell'equalizzazione: vai al link
Ma la cosa più stupefacente è che alla fine tutto passa, per la
maggior parte del concerto (ma anche in studio) attraverso un modestissimo pre SEMIvalvolare Marshall JMP1...
Modesto si, nel prezzo e forse in certi suoni (ma ha una quantità di medi che fa paura). Io lo usavo con davanti il processore che entrava nel suo input, ma secondo me a quel pre basta spendere 50€
di valvole pre (di valvole ne ha 2, fanno parte della catena del suono, cioè scolpiscono il suono e per certi livelli di gain alti entra un diodo clipper, o quello che è, per aumentare la
distorsione, ma non credete a quelli che dicono che le valvole non fanno niente perchè se leggete in alcuni forum o nel web in generale, molti cambiando una valvola e mettendone una seria, hanno
drasticamente cambiato il suono.) e rinascerà completamente; inoltre penso che sia a prova di idiota, non esiste un pre più facile da utilizzare, il MIDI non lo devi neanche configurare, fa tutto da
solo in pratica....poi se avete soldi tanti da spendere Voodoo amp modifica con componenti assurdi praticamente tutto, e lì la differenza ci sarà sicuro. Poi si accoppia bene con tutti i finali,
cosa che non posso dire del Triaxis, che non si sa neanche come diavolo farlo partire, e non vale la spesa in confronto a quello che effettivamente offre, poichè vuole il 2:90 per forza...
Oliver, in seguito a un tuo articolo in cui si parlava del suono di Billy Gibbons mi sono fatto prendere dalla GAS e ho acquistato un JMP1. Spettacolare! L'unico difetto è che il pedale costa una
cifra (sui 140, che per essere quatto pulsanti e quattro led sono un po' uno scandalo), ma alla fine comprerò anche quello :-)
Puoi usare qualsiasi pedaliera di controllo midi. Io usavo la Boss FC50, ma ce ne sono di tutti i tipi, anche a prezzi contenuti. Ti consiglio un usato ;)
Io credo che usando un sistema di amplificazione dalla spiccata personalità, con una buona dinamica, che poi secondo me è la vera arma in più del reverendo, anche cambiando chitarre si riesca a
conservare il suono di base, lasciando da parte i discorsi sul playing volutamente da parte. In effetti se si hanno le idee chiare gli ampli old-style hanno pochi suoni di base difficilmente
modificabili; parlo di ampli e non di altri sistemi perchè al tempo della registrazione di Brown sugar credo avessero utilizzato quelli. Con l'evoluzione della tecnologia in effetti si è cercato di
costruiri amplificatori che consumassero sempre meno, silenziosi, dinamici e assai sensibili al segnale d'ingresso, leggasi chitarre. Io credo che anche nel sound del Reverendo delle differenze tra le
varie chitarre ci siano ed in effetti tutta quella dinamica e quegli armonici propri di Brown Sugar non si sentano sempre (e mi pare che in molti sostengano che quella non sia Pearly tra l'altro),
anzi mi pare che oggi il suo suono sia molto più distorto rispetto a prima, ma nonostante ció le Tele e le Les Paul siano più docili di certe Gretsch che imbraccia di frequente. In fin dei conti
forse ognuno di noi può fare solo una cosa per se stesso più utile dell'acquisto di qualunque nuova componente, ovvero stabilire un sound di base da raggiungere tramite un ampli in particolare e di
lì poi un passetto alla volta costruire tutto il resto del rig, imparando a sperimentare il più possibile. Bisogna avere una profonda cultura su ció che si possiede.
si, non credo sia una cosa molto difficile da fare, considerando poi che razza di tecnici saranno loro e che strumenti hanno a disposizione, quello che non riesco a comprendere è perchè suonare una
tele che è l'esatto contrario di una les paul e farla suonare come quest'ultima, o ancora peggio equalizzare tutte le chitarre in modo da farle suonare come la les paul, per me è semplicemente
folle, ma l'icona è lui non io quindi avrà sicuramente ragione, sono io che non ci arrivo.
personalmente ritengo che la cosa sia stata detta un po' a cavolo forse per fare sensazione.. nel senso che a gibbons piaceranno varie tipologie di chitarre, ma vuol comunque mantenere un certo
"colore" della les paul.. La cosa non e' scema.. Anche io, nel mio piccolo, se devo mettere una parte in un brano e non ho gli strumenti miei a disposizione, posso usare qualsiasi cosa, ma, anche
senza farlo razionalmente, alla fine regolo tutto per far uscire, in linea di massima, la modalita' sonora che di solito prediligo..
----Anche io, nel mio piccolo, se devo mettere una parte in un brano e non ho gli strumenti miei a disposizione, alla fine regolo tutto per far uscire, in
linea di massima la modalita' sonora che di solito prediligo-----
giustissimo , a lui per fortuna sua non mancano gli strumenti a disposizione, però il fatto è che a quanto pare vuole una
sonorità ed è quella della les paul che va a cercare in chitarre totalmente differenti, la risposta che posso darmi è probabilmente perchè gli piace anche il manico di altre chitarre o forse per
contratti ma non essendo il suo suono le adatta con trucchetti ben studiati, mah chissà.........
il punto mio e' che, come ho detto sopra, la cosa forse e' stata spiegata male.. bisogna essere decisamente fuori per pensare di far diventare tutto "les paul" a forza di equalizzatore, dato che,
sicuramente, la caratterizzazione della chitarra che effettivamente si usa, non puo' essere del tutto annullata .. pavarotti e carreras sono due tenori, possono lavorare sulla stessa identica
estensione e quindi essere forse intercambiabili, pero', indubbiamente, sono diversi...
Chissa' per quanti anni ancora durera' sta storia di avere gli stessi suoni di pincopallo ! Ma lavoriamo su noi stessi e sulle nostre possibilita' ! Basta con questa spasmodica e inutile ricerca di
cose che non servono a nulla ! Poi ci ritroviamo a suonare sul palco senza sapere accompagnare fare un solo decente ... La musica quella vera passa sempre in secondo piano ! Io sono veramente stufo di
questi articoli che non mi lasciano nulla ... Ciao
Riuscirai mai a non lamentarti di un articolo/artista o analogo che non ti va a genio? Se l'articolo non ti interessa, perchè commenti? Se non ti lascia nulla, non lasciare nulla neanche tu...
E' perche' scusami ? E' proibito esprimere il proprio dissenso ? Io credo di non aver mancato di rispetto a nessuno e continuero' a dire cio' che penso quando lo riterro' opportuno ! E se hai letto
il mio commento non ho solo fatto critiche sterili e salutato tutti .. Quindi abbi la cortesia di accettare commenti anche chi non la pensa come te ! Ciao
Ma io non ho detto niente, non puoi dire che sono in disaccordo perchè non la pensi come me, io ho fatto solo un'osservazione, cioè sul 70% dei commenti che scrivi critichi quello, critichi quell'
altro (che sia Batio o che sia Gibbons) se non ti va bene una cosa, perchè devi per forza tirare m***a sull'articolo o sul soggetto di cui si parla? Non sono il solo ad averti fatto questa
osservazione comunque da quello che vedo.
Ciao, l'articolo non va letto come una ricerca sul suono di Gibbons, anzi, lo scopo era proprio il contrario: se lui fa suonare una Telecaster moderna come una Les Paul del '59 grazie a qualche
"semplice" equalizzatore mentre noi ci danniamo acquistando chitarre su chitarre, forse stiamo sbagliando qualcosa!
Quanto alla cura del suono in generale, devo contraddirti. Sicuramente è
fondamentale prima di tutto saper suonare, ma la musica vuol dire anche estetica, e la bellezza dei suoni è importante. In certe situazioni lavorative, un musicista (non solo i chitarristi) che sa
come modellare il suo suono è preferito a uno che magari suona da dio, ma ha un brutto suono.
...punto. Appunto. Fossimo in politica ci sarebbe da fare un partito! Il bello di Accordo è che vi è spazio per ogni opinione - un partito personale per ognuno.
Si ma io rifletterei su una cosa: la scalatura delle corde, feeling e durata a parte, assume particare rilevanza quando si suona con una catena molto scarna. Mi spiego meglio: la loro dimensione
modifica la tipologia di segnale che mandi all'ampli; è chiari che per irrobustire il suono esistono altri espedienti, quali equalizzatori, boost, buffer, overdrive, compressori e non ultimo il
volume generale al quale è consentito suonare. Negli anni '70 avevano ampli cge suonavano forte a prescindere tutti e di lì era ovvio poter suonare con corde sottili, se oggi a volume casalingo vuoi
avere una pasta sonora simile a quella di Steve Ray montare un set più sostanzioso diventa quasi un must, soprattutto se l'unico ponte tra chitarra e ampli è il cavo, la cui qualità già da sola fa
una grossissima differenza (basta fare una prova con due cavi di qualità diversa in successione). Ecco perchè dico che bisogna sperimentare e conoscere bene ciò che si possiede, al di là
dell'esercitarsi costantemente per accrescere le proprie doti. Sul discorso dell'imitare suoni altrui io non ci trovo niente di male, anche perchè non tutti suoniamo roba nostra, anzi, non tutti
abbiamo le capacità ed il tempo per creare un nostro sound, quindi mi sembra una leggettimissima scelta personale. Sorry se nel risponedere al tuo post ho approfittato per dire la mia anche su
pensieri espressi da altri!?
Io passai dalle 0.09 alle 0.10 per avere un suono più grosso... Dopo un pò mi accorsi di avere un suono più sordo con le 0.10 perchè uso plettri molto duri (Dunlop Delrin 2mm)... Assottigliai i
plettri ed il suono migliorò ma con i plettri più sottili avevo perso qualcosa... Non riuscivo a fare bene alcune cose... Non mi trovavo... Tornai ai vecchi plettri e decisi di assottigliare le
corde... E tutto migliorò e mi resi conto che la storia del suono grosso era solo nella mia testa... Le 0.09 andavano benissimo e mi permettevano di avere una maggiore sensibilità ed
espressività... La mia conclusione è che bisogna usare scalatura di corde e plettri adatti al proprio stile e che ci permettano di suonare il più a nostro agio possibile... Poi la ricerca del suono
và aggiunta successivamente con effetti ed equalizzazioni... Per cui concordo al 100% con le considerazioni fatte in questo articolo... Fatta eccezione per l'attacco ed alcune sfumature tutto il
resto può essere equalizzato e permetterci di avere un suono bello e grosso anche con una strumentazione che a priori non dovrebbe permettercelo...
eccomi: presente e ne vado fiero :D uso 009-042 su strato, satriani e charvel e 01-046 su Les paul mi son sempre trovato bene, a volte vorrei passare alle 010, ma, sentendo il feel e i
risultati che ho con le 09, ed ottenendo un suono comunque grosso, tale da sovrastare l'altro chitarrista che usa la LP con la mia strato, desisto e resto fedele alle 09.
Finalmente qualcuno che c'ha fatto l'articolo sopra. Infatti io non ho mai capito l'associazione di Gibbons con la Pearly Gates, nella mia testa lo vedo piu' spesso con Gretsch o con una Tele. Mi
stupisce il fatto che suoni con delle corde cosi' sottili, non tanto per il risultato (a me il suono di Gibbons non e' mai piaciuto in fondo) quanto per il fatto che esistano in commercio corde 07.
In articolo bello provocatorio, illuminante e sfata-miti, bellissimo e divertente anche la sottile linea di ironia di sottofondo! come disse Francesco Amadori 10+!!! ;)
mi è un po' caduto il mito delle "mani" di gibbons lo ammetto...però il reverendo resta comunque il mio personaggio musicale di riferimento,la sua ganzaggine non ha fine :D
Qui il punto non è che lui ha lo stesso suono con tutte le chitarre, ma che eventualmente ha un suono che piace a molti. E torniamo da capo a dodici, nel senso che sono comunque le sue "mani" che
fanno la differenza. A quel punto certo che basta l'eq per usare una chitarra diversa. Ma suonata da me, sono sicuro che la chitarra equalizzata *non* suonerebbe come quando la suona lui.
Il suono di Gibbons non i ha mai colpito in maniera particolare, anche se in effetti è molto personale e riconoscibile. E' sicuramente funzionale alla musica che suona e al "concetto" che vuole
esprimere. Tecnica e inventiva a parte penso che trovare un suono riconoscibile e personale sia uno degli elementi fondamentali che hanno portato i grandi chitarristi ad essere quello che
sono. E quasi sempre, quando vengono intervistati riguardo al loro "tone", dicono di aver cercato di riprodurre l'idea che avevano nella loro testa; a dimostrazione dell'importanza dell'artista
sopra la materia che usa. Naturalmente è inevitabile usare termini di paragone per l' ispirazione: Brian May ha sempre citato Rory Gallagher come fonte di ispirazione per costruire il suo tono
personalissimo. Il risultato ovviamente è molto diverso, tra i due.
L'idea di equalizzare il proprio suono per "modellarlo" ed ottenere il timbro dei grandi chitarristi è piuttosto vecchia, credo che la maggior parte dei chitarristi si sia cimentata in questa pratica
almeno una volta nella vita e grossomodo sia arrivata alla conclusione che fosse una strategia poco produttiva.
Fisicamente è molto difficile che un equalizzatore ci permetta di modellare il
sound di uno strumento, questo perché l'equalizzatore agisce principalmente sul timbro ma non permette un controllo realmente efficace dei transienti d'attacco, o meglio, influisce anche su questi ma
in modo molto meno prevedibile. L'attacco del suono, ovvero quell'intervallo di tempo che comprende il momento in cui colpite la corda fino a quando questa non comincia a vibrare in modo regolare,
sono determinanti nel modo con cui percepiamo un suono, è un fatto fisico e neurologico, è il modo con cui il nostro cervello elabora le informazioni e ci dice cosa stiamo ascoltando.
Per
fare un esempio banale e alla portata di tutti: un timbro di pianoforte modificato in modo da avere un attacco morbido, non vi sembrerà un pianoforte, per contro una chitarra distorta suonata con
l'attacco morbido (la famosa tecnica del volume che si apre subito dopo la plettrata) suonerà molto più simile ad un violoncello nnostante timbricamente siano suoni molto differenti.
A
determinare il suono concorrono molti aspetti e molti di questi sono legati alle tecniche esecutive ed a peculiarità particolari degli strumenti usati, al modo con cui reagiscono alla vibrazione
improvvisa delle corde, con un equalizzatore pre-distorsione (questo è molto importante, la maggior parte di noi si concentra erroneamente sulle equalizzazioni post gain tratti in inganno dal fatto
che l'intervento timbrico sia molto più evidente ma la pre distorsione ha un paio di assi nella manica che non tutti conoscono) ci si può avvicinare all'idea espressa nell'intervista, ma non perché
si effettua shaping sul timbro della chitarra ma si creano presupposti di "interazione" con gli stadi successivi che possano avere effetto sui transienti sonori. Esempio banale: se sparo gli alti
su certe frequenze non solo schiarisco il suono ma modifico il modo con cui l'ampli andrà poi a comprimere per saturazione le varie frequenze, comprimendo prima gli alti che conferiranno un attacco
più marcato. E' il principio dei compressori multibanda usati con una logica chitarristica. Ovviamente il Reverendo ha dalla sua il tocco e lo stile esecutivo che danno un'impronta molto forte a
qualsiasi cosa suoni sotto (un altro che caratterizza moltissimo il proprio stile è Eddie) e 20 tecnici (francamente ne dubito che siano così tanti!) con ottimi strumenti che lavorano per affinare
il possibile e "calibrare" tutte le sue chitarre. Non dimentichiamo nemmeno che il suono ascoltato è facilmente cammuffabile, soprattutto dentro un mix, ben altra cosa sono i suoni sotto le
proprie dita.
Scusate il commento OT, ma rivedere un commento di Robyz dopo un paio di ere geologiche è un piacere! Visto il nome nel feed dei commenti pareva incredibile...invece il commento eccellente dimostra
che è proprio lui :D
...per averne il prezzo in Corone danesi. Per adesso non si trova. Vi è cmq una sorprendente quantità di modelli della LP - tributes o no. Le differenze di prezzo tra il modello più caro e quello
meno costoso è abissale!!!
Beh...il discorso dell'analisi dello spettro in studio detta così suona da "leggenda", ma tradotto semplicemente come "attenta equalizzazione del suono con outboard da studio" non mi sembra affatto
strano (nè diverso da quello che fa qualsiasi chitarrista in fase di registrazione).
Credo che sia semplicemente impossibile emulare dal vivo il suono che sentiamo nei dischi (anche per i
big): in fase di registrazione, ai fini della creazione del suono, contano di più i microfoni, i preamplificatori, l'equalizzazione post "strumentazione" chitarristica e il posizionamento delle
tracce (al plurale!) nel mix, che non il gear strettamente chitarristico utilizzato dal musicista (e infatti spesso sentiamo di dischi registrati con gear strettamente chitarristici
assurdi).
E anche dal vivo, specie su grandi palchi, la bellezza del suono secondo me la fa una corretta e ben rodata abbinata fra "sorgente sonora" (ampli del chitarrista) e
ripresa/amplificazione/equalizzazione dell'ampli tramite l'impianto (che tanto è quello che sentiamo noi).
Da questo punto di vista non mi stupisce affatto che la stragrande maggioranza dei
chitarristi utilizzi dei rig piuttosto semplici e abbastanza "comuni" nella reperibilità dal vivo (leggi Marshall recenti, boss, chitarre sostanzialmente di serie): Zakk Wylde, Satriani, Gilbert,
Malmsteen (che ho visto suonare con delle "banali" 1987) sono alcuni esempi illustri. Anche in questi casi, "dita" a parte (che indubbiamente servono), conta sia come è settata e "assemblata"
l'apparecchiatura (cablaggi, piccole modifiche, alimentazione, ecc...), sia, soprattutto, come viene ripresa e amplificata tramite l'impianto: se tutto ciò che c'è dopo il microfono è scarso come
qualità, settaggio o interazione con il nostro gear, il suono finale sarà comunque brutto. Nello stesso modo sarà probabilmente brutto una volta ripreso e amplificato, un suono pensato dal
chitarrista per il monitoring diretto sul palco (specie se il suono è stato fatto in sala prove, in condizioni totalmente diverse). Al contrario ho sentito (dal vivo e su palchi grandicelli) dei POD
(e parlo del vecchio fagiolone) suonare letteralmente enormi nelle mani giuste (quelle del fonico!).
Per concludere...ricordo una vecchia intervista al buon Colombo, che di suoni se ne
intende, che diceva che per suonare in TV si faceva i suoni utilizzando casse con coni molto piccoli (tipo casse da PC per intenderci) perchè più simili all'ascolto che poi si aveva tramite gli
speaker della televisione!
PS: ultimamente sono passato alle 08 anch'io (sulle strato) e devo dire che, per quello che cerco, il suono è migliorato enormemente!
Gibbons è famoso per gli armonici (maschile) artificiali che produce a profusione mentre plettra, che sono un'altra cosa rispetto alle armoniche (femminile) che determinano il timbro di uno
strumento. A parte questo, nella sua pluridecennale carriera Gibbons ha usato suoni anche diversissimi tra loro, da quelli più essenziali a quelli incredibilmente grossi e detuned (ad esempio in
Rhythmeen), ma quelli per cui è più celebre sono proprio quelli "grossi e presenti". Grezzo ci sta, ma tagliente, molto sottile e poco presente... mi sa che non stiamo parlando dello stesso
musicista :)
Come dicevo, ha usato di tutto, anche crudi suoni in diretta. Ma non è questo il timbro per il quale è famoso. E non è assolutamente quello che ho sentito io dal vivo. Che sia l'età
che inizia a fare effetto? A lui, intendo :) Di solito, quando si cita Gibbons, si intende qualcosa del genere: vai al link
Qui invece si sente un po' di tutto :) vai al link
Mentre quando si parla di Pearly Gates (la chitarra, non l'accordiano), si intende
questo: vai al link
ho riportato quel video per riferirmi alla chiacchierata che facevi sopra.. nel senso che potrei sbagliarmi dato che ho ascoltato con auricolari, seppur non proprio spregevoli, ma il suo suono mi
sembra abbastanza "ciccio"... Sembra che abbia un taglione drastico su frequenze che potrebbero pestare i piedi al basso, pero', comunque, mi sembra che suoni piuttosto pieno.... o no?
E' sempre difficile dare degli aggettivi ad un suono. Ognuno tende ad identificare il timbro di un musicista a modo suo. Per molti la sonorità del video che hai linkato può sembrare "poco
grossa" perchè -anche solo per preconcetto, a volte- si aspetta un grosso suono da LesPaul carico di medio/basse. Come hai giustamente evidenziato (con orecchio professionale), Gibbons ha un modo
strano, ma evidentemente efficace, di equalizzare la chitarra: bassi e alti molto indietro, medi in primo piano e superacuti in evidenza. A me non sembra affatto un suono "magro", anche se i suoni
più caratteristici del suo stile sono generalmente più robusti di questo esempio. La semplice carenza di bassi per molti corrisponde ad un suono sottile, e la maggior parte dei chitarristi non
rinuncerebbe mai alle frequenze che lui taglia: il suono della chitarra da sola sembrerebbe impoverito, ma per l'utilizzo che ne fa lui, nel suo genere musicale (e con i due signori che si porta
dietro...), fa una differenza non da poco.
Hmmm... in effetti ce ne sono più di quanto credevo (adesso l'ho riascoltato con le cuffie...), anche se mi sembrano ancora molto indietro rispetto ai medi.
non so.. per me ha i bassi/medio bassi "giusti" ... gli mancano, tanto per capirsi, le risonanze spurie come quelle che escono fuori se con un les paul fai palm muting su una marshall 4x12 .. ma
visto che suona con un bassista, e' cosa buona e giusta...
un discorso a parte lo meriterebbe, a mio parere, il basso.. nel senso che forse e' piu' lui che, pur cambiando tanti strumenti,
mantiene lo stesso identico impatto..
Già. In realtà i suoi strumenti sembrano tutti molto simili ed essenziali. Sembrerebbe che li cambi più che altro per avere un'uniformità con le chitarre di Gibbons a livello di look. La
cosa veramente curiosa è che usa da sempre testate per chitarra (Marshall JCM900).
siiii, lo so... è che parlavo proprio di cose diverse ;)
Anche se forse non è proprio"famoso" per la forma dei suoi armonici artificiali (come Eddie o Zakk, per intenderci), è verissimo
che, come tutti quelli usciti dal panorama musicale a quell'epoca, ne faceva sicuramente uso.
Nel suo caso, avendo appunto uno spettro armonicO abbastanza limitato in frequenza, suonano
particolarmente sottili e "soffocati" (come in Sharp dressed man), come se "non uscissero". Tipo quando suoni con un valvolare con le finali al minimo, per intendersi (da qui il discorso
della"presenza"), anche se immagino che la cosa sia voluta.
[ora che ci penso, ma non sara mica per colpa della barba?! ;D ]
Comunque non vorrei essere stato frainteso
eh!! non voleva essere una critica, ANZI, una celebrazione della soggettività (= arte) della musica!! :D
Figurati, non era una critica, ma una puntualizzazione. Adesso che citi Eddie e Zakk, credo di comprendere ulteriormente su cosa non ci siamo capiti: gli armonici artificiali di cui parli sono
quelli prodotti un'ottava sopra la nota frettata, mentre gli armonici caratteristici del playing di Gibbons (praticamente in ogni suo solo) sono "pinch harmonics", ottenuti impugnando il plettro molto
vicino alla punta, stoppando di conseguenza con il polpastrello la nota appena suonata e plettrando nel punto giusto. Il risultato è sicuramente diverso rispetto agli armonici "alla Eddie".
HAHAHA, Oliver, io e te non ce la stiamo proprio facendo a capirci :D
Il motivo è che non esiste una vera definizione per gli artificiali, comunque io intendevo proprio quegli Artificiali
canonici, quelli fatti con il pollice e plettro (riportati appunto come A.H. = Artificial Harmonic negli spartiti).
PS
Sono tutti daccordo che quelli naturali sono quelli fatti con
la mano sinistra in alcune posizioni del manico: armonici naturali (natutral harmonics)
Quelli con il pollice la maggior parte delle persone gli chiama Artificial -> Artificiali.
Per
altri gli Artificial sono i suoni generati dall'effetto Larsen controllato degli ampli (io l'ho sempre visto chiamare Feedback, anche sugli spartii), e i Pinched vengono considerati come una
sottocategoria degli Artificial.
Per altri ancora i Piched e gli Artificial sono esattamente la stessa cosa.
Se fai un giro su google va a finire che poi ti gira la testa, quindi mi
appoggio alla notazione standard: AH (armonico da sfioramento della corda plettrata con il pollice sul corpo o direttamente sul manico dello strumento).
Non è per fare lo sborone èh!
solo per arrivare a capirsi. (ce la possimao fare!!! :D )
Il Rig Rundown di PermierGuitar che qualcuno ha postato più sopra spiega molto bene come i tecnici siano molto meno di 20 (uno) e visto che l'eq a rack che si vede nel video non è programmabile (e
Billy cambia più chitarre durante la serata) anche la storia dell'equalizzazione che cambia ad ogni cambio di chitarra mi pare inverosimile. E' molto più verosimile quello che dice Elwood (il
guitar tech di Gibbons): Billy suona con un setup praticamente da heavy metal (con l'aggiunta evidente di un chorus) ed un tocco impercettibile. Il suono che ne esce è molto compresso e poco
dinamico, perfetto per riempire (a parte le sequenze aggiunte -a mio avviso inutilmente- in certi pezzi) lo spazio sonoro di un trio.
... oltretutto non ha nemmeno un gran che da riempire: i due soci che si porta dietro creano una base sonora di granito. Visti dal vivo, a volte smetteva completamente di suonare ma non mancava niente
lo stesso. Un tiro da paura.
Non sono un esperto dei zztop e vi propongo un test: Prendete diverse registrazioni di alcuni artisti molto imitati quali: Clapton, Santana, Hendrix, SRV, Knopfer, etc. Ascoltate le
registrazioni e ditemi se Santana ha sempre avuto lo stesso suono dagli anni 70 ad oggi... Dico Santana per dire chiunque altro. L'impostazione è sicuramenmte uguale ma il suono NON è uguale, se non
altro perchè all'inizio suonava una SG per poi passare ad una PRS. Allo stesso modo, tutti gli artisti sopracitati vi faranno la medesima impressione...
Gibbons? non so perchè non ho
molte cose loro. Fate voi la prova e poi diteci...
I musicisti che hai citato sono l'esempio lampante che il "SUONO STA NELLE PROPRIE MANI" e azzardo un altra ipotesi, tutto il corpo contribuisce al suono finale!Non sono un grande fan di Santana e
conosco qualche album,ma per quanto riguarda Clapton,SRV, Hendrix e Knopfler li ascolto assiduamente da 30 anni,aggiungerei anche Page,Gary Moore e Gilmour,ebbene per me non ci sono dubbi hanno avuto
ed hanno sempre lo stesso bellissimo c........o di suono sia nei live che nei dischi,a prescindere da cosa utilizzassero per riprodurlo!Inoltre parlo anche per la mia modestissima esperienza
personale,nel corso degli anni ho utilizzato diverse tipologie di chitarre/pedali/corde/cavi(ampli sempre e solo marshall) e quando ascolto qualche registrazione effettuata nell'arco di circa 30
anni,ho sempre e comunque lo stesso suono è innegabile.
esseneto, sulle mani concordo con te ed è in un certo senso la ri prova di quello che sostengo. Quello che noi percepiamo come stesso suono in realtà è lo stesso tocco. Il suono è molto
diverso. Visto che sei fan di Clapton, non credo si possa affermare che la chitarra in " EC was here" ha lo stesso suono della chitarra in "24 nights". Lo stesso Gilmour ha cambiato suoni in
maniera significativa nel corso degli anni.
Ma come hai detto tu quello che noi percepiamo e che ci suscita varie sensazioni/emozioni(che sono il motivo principale per il quale si ascolta la musica), è il suono che penso sia inscindibile dal
tocco del musicista che lo produce con le proprie dita.Tutto il resto(chitarre/ampli ecc.ecc.)influiscono sul suono fornendo delle sfumature quasi impercettibili per la quasi totalità dei fruitori di
musica ,che soltanto un audiofilo accanito con l'hobby di documentarsi sugli strumenti usati dagli artisti può individuare o chi come noi avendoci a che fare in prima persona riesce a cogliere la
differenza tra il suono di una chitarra con PAF e scala da 24.75" e un altro prodotto da una con single coil con scala 25.50" tipo fender magari passate attraverso una plexi imballata e/o un hywatt
con big muff boostato......
concordo con te anche se sostengo che il suono non è lo stesso e ti faccio un esempio. Nei link che seguono hai due versioni di Wonderful Tonight. Stesso pezzo ma il suono di Eric è uguale nello
stile ma i due setup suonano in maniera diversa.
concordo sul fatto che prima di tutto ci vogliono le capacità per far uscire il suono che vogliamo (nostro o copiato) da un rig. Però ci vuole anche il rig. Non mi riferisco al plettro, alle corde o
al berretto, ma all'ABC: chitarra, ampli e un minimo di effettistica. Hai voglia ad essere capace, ma un conto è partire con una chitarra da 1.000 euro + testata valvolare e cassa da 12", altro è
voler spremere un legno da 200 euro (con pick up "altrettanto" di valore) attraverso un fenderino a transistor. Dunque io non so se gibbons usa catene di equalizzatori o il minimo indispensabile,
però di certo qualche soldino va investito.
non hai torto.. nel senso che una certa consapevolezza dell'equipaggiamento bisogna averla certamente, quello che semmai e' da notare e' che spesso maggior prezzo non vuol dire maggior qualita' e
che, riguardo all'equipaggiamento, talvolta conta di piu' come lo si gestisce che come suona in origine.. nel senso che il fenderino a transistor, se lo microfoni e lo equalizzi bene, lo fai suonare
come se fosse grande come un armadio.. :-)
concordo quando si dice che il suono di un chitarrista e' nelle mani che mette sulla chitarra...
pero' e' anche nella sua capacita' di regolare il suo equipaggiamento, registrarlo e/o
proporlo dal vivo..
nel senso che se il tale guitar hero si trova ad avere sempre il proprio suono con equipaggiamenti opposti, dipende anche dal fatto che, in linea di massima e' capace di
maneggiare strumenti, effetti e ampli in modo da ottenere, sempre e comunque, il suono che vuole.. ovvero il suo...
Sono d'accordo; nessuno mi toglierà dalla mente che, a prescindere dal fatto cdhe piaccia o non piaccia, se dessimo a Steve Vai il kit entry level di Fender: chitarra ampli fodero e pennetta da meno
di 200 euro, lui riuscirebbe a tirarci fuori un suono che ci stupirebbe.
quello che notavo io e' anche che, seguendo il tuo esempio, che vai, il suono stupefacente lo otterrebbe anche perche' saprebbe regolare il tutto in modo da ottenere cio' che vuole...
nel
senso che mi sembra che talvolta ci dimentichiamo che chitarre, effetti e ampli sono regolabili.. e, con una certa approssimazione, se si e' un pelino competenti, ci si puo' regolare per ottenere il
proprio suono su vari equipaggiamenti..
Finalmente un articolo che spiega una grande verità, alla faccia dei fanatici imitatori scoppiati, che non ce la fanno... Io adoro il reverendo, per il sound, per la tecnica che sembra non
esserci, ma che c'è (quando lo vedi suonare sembra che non faccia niente e invece...) ed anche per l'aurea da fumettone vivente che si è creato con tutte le balle che ha raccontato in vita (alcune
delle quali scritte anche nell'articolo), Lui si è inventato e costruito un personaggio che ha reso famosa la band, oltre all'abilità di sfruttare 4 accordi in croce in modo sempre diverso da
abbinare a testi mooolto texani per creare canzoni stupende (alla faccia degli iper tecnicismi ...). Quando l'ho visto dal vivo mi sono accorto subito di una cosa, con o senza plettro i volumi non
cambiavano sullo stesso pezzo (quando ha regalato il prettro prima di un solo) e la consol laterale per sul palco era lunga 3m.... ergo, il segreto è tutto li.... senza essee geni.
A tal
proposito, senza togliervi il gusto di acquistare strumentazione sempre varia per sperimentare (che è divertentissimo ed appagante se lo si fa con e per passione), per chiudere, suggerisco di seguire
il grande consiglio di un grandissimo del blues moderno, un certo Robben Ford, sullo stesso argomento... cercate di tirar fuori il suono che più vi piace dalla strumentazione che
avete!!!! ciao Buone Feste
Penso a tutti quelli che hano speso migliaia di Euro per "avere" il suono di questo o quell'altro,oppure i cultori di "la chitarra in diretta nell'ampli e solo un paio di pedali Boutique".......presa
per il culo galattica......da sempre...... :-) O chi compra per migliaia di Euro le chitarre "vintage".....pollame da spennare.
Alla fine il sunto credo che sia studiare per arrivare al suono che hai in mente ! Dopotutto se hai le mani giuste ti suona bene anche un mocio vileda !
ho comprato gli stessi pennelli che usava giotto, gli stessi colori, miscelati nelle stesse percentuali segnate sui suoi diari, ho dipinto in una stanza con pari umidità e lasciato asciugare in
notturna a finestra aperta con i raggi di luna come faceva lui, ma ancora NIENTE, i miei dipinti continuano ad essere diversi dai suoi..
Secondo me Gibbons ci prende tutti per il culo e fa bene, tutti a spulciare lo spessore delle corde e il tipo di plettro, i cavi i pedalini per cosa? Per non essere comunque come lui? Mah, ha ragione
Robben Ford cerchiamo di tirare fuori il suono che vogliamo dagli strumenti che abbiamo, impariamo a farci meno segne mentali e suoniamo dipiù.
E comunque gli ZZ mi fanno cacare, e il suono del tizio non mi pare niente di che
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