Le modifiche ai progetti di chitarre storiche sono spesso malviste dai puristi. Le camere di alleggerimento e l'introduzione delle tastiere in acero "cotto" sono state dei colpi bassi per molti appassionati di Gibson Les Paul, ma alcune revisioni possono ottenere esiti inaspettati.
Ebbene sì, ho acquistato una Gibson Les Paul Classic Custom del 2011, proprio quella con la tastiera in acero cotto, il corpo con fori di alleggerimento e tutte le altre diavolerie che hanno fatto gridare allo scandalo i puristi del marchio Gibson.
Sarò forse impazzito? È possibile, ma mi farebbe piacere condividere un punto di vista.
Breve premessa: ho festeggiato quest’anno i 35 anni di attività chitarristica e da quasi 15 anni ho abbandonato le solid body per le chitarre da jazz, che amplifico con un DV MARK Frank Gambale o con un Fender Deluxe Reverb. Suono prevalentemente jazz, ma da qualche tempo avevo voglia di avvicinarmi nuovamente a sonorità più moderne con l’idea di implementare un repertorio più fusion.
Mi sono messo in cerca di uno strumento che mi garantisse una elevata versatilità pur con un suo carattere e avesse costi ragionevoli.
Spulciando le offerte di un famoso sito internet, vedo in vendita da un privato a pochi metri dal mio ufficio una Gibson Les Paul Classic Custom. Bellissima in foto, con un colore bianco avorio e i knob dorati (che poi ho scoperto essere stati cambiati perché gli originali sono neri).Nel testo dell’annuncio leggo che monta i '57 Classic. D'un tratto penso: ho posseduto più di trenta chitarre ma non ho mai avuto una Les Paul, non può essere! Contatto la persona e fisso un appuntamento per una prova, che affronto senza alcuna preparazione (nel senso che non ho consultato nessun sito specializzato e non sono andato in nessun forum a leggere le opinioni dei più).
Ebbene, dal vivo è ancora meglio che in foto. Non eccessivamente pesante visto che pesa solo un po' di più della chitarra che attualmente uso di più (Gibson ES175). La imbraccio, suono due tre note e... manico da paura, fantastico! Né fine né massiccio, profilo a C, tasti perfettamente posati su una tastiera perfettamente liscia, abbastanza piatta ma comoda per suonare accordi e per eseguire bending. Ho poi scoperto che si tratta della forma denominata '60 slim, anche se il termine slim non va considerato in senso assoluto perché in ogni caso rimane un manico bello cicciotto. Comunque sia il tutto è perfetto per me.
Da spenta, la chitarra suona eccome. Le note sembrano non finire mai. Mi attacco all’ampli della persona che vende la chitarra e, pur trattandosi di un ampli valvolare di cinque watt equipaggiato con EL34, emerge subito un suono molto versatile. Volumi e toni funzionano alla grande, il '57 Classic al manico suona meravigliosamente e il '57 Classic Plus al ponte (montato un po’ troppo vicino alle corde per i miei gusti) fa decisamente il suo dovere.
Mi lancio e comunico l’intenzione di procedere con l’acquisto.
E qui nasce lo stimolo per la discussione. La persona che mi ha venduto la chitarra, onestissima, comincia a spiegarmi le caratteristiche tecniche e quindi prendo atto che il corpo è "bucherellato", gli intarsi sono in policarbonato e, soprattutto, che la tastiera è in acero. Cavolo, ma è scura!
Mi spiega allora che si è scurita nel tempo e che inizialmente era di un colore molto più vicino al miele che al palissandro. Vi dico che questa informazione è stato un grande shock per me: una Gibson Les Paul con tastiera in acero... non si più fare!
Poi però penso: ma come ti trovi? Come suona? Ti piace? Non ci sono altri motivi, se non il pregiudizio, per elaborare un’opinione negativa su quanto ho provato "a mente libera". Decido quindi di finalizzare l’acquisto.
Una volta settata come piace a me, con corde .011, pick up belli equilibrati e suonata sui miei ampli, posso condividere alcune esperienze.
La tastiera in acero cotto non assomiglia per niente al palissandro. Secondo me è fuorviante e sbagliato associare le due soluzioni. Invece ha parecchio senso associare l’acero cotto alla tastiera in ebano, che comunque caratterizza le LP Custom.
L’ebano, che conosco benissimo, ha bassi un po’ plasticosi e alti molto squillanti. Questo acero invece contribuisce con alti leggermente più frizzanti ma da molta più profondità ai bassi. La chitarra a un bell’attacco e un'ottima definizione, il suono rimane sempre più che definito ed equilibrato.
Il corpo bucherellato, sempre che incida davvero nel suono, mi pare più un vantaggio che uno svantaggio. Ragazzi, la Gibson Les Paul Classic Custom ha già sustain da vendere, se anche questa soluzione costruttiva avesse tolto un po’ di corpo al suono, e dubito che sia proprio così, ne hanno guadagnato la versatilità e la suonabilità generale.
I '57 Classic sono veramente ottimi, niente da dire.
Con la LP Classic Custom 2011 si può suonare in maniera credibile praticamente tutto.
Il prezzo è tutto sommato onesto per essere una Gibson. Non è basso in senso assoluto, comunque il marchio un po’ lo paghi ma rimane, in ordine di grandezza, decisamente gestibile da chiunque.
Mi domando e vi domando: ma perché quindi si legge (o magari si è letto) tanto accanimento nei confronti della Custom Series 2011? O forse sarebbe meglio domandarsi: perché rifiutiamo a priori ogni nuova versione dei grandi classici?
Conviene sempre farsi un'idea propria piuttosto che farsi guidare dai pregiudizi degli altri, o no?