Nel mio percorso musicale ho avuto modo di fare esperienze con tante chitarre e, nel mezzo, una marea di errori. La bellezza del suonare è la possibilità di creare sfumature, al pari di un pittore. Gli stessi accordi suonati con un ritmo diverso, con uno strumento particolare possono dare origine a tonalità differenti che in qualche modo creano emozioni. Parlando di colori e tonalità, da qualche tempo mi sono ritrovato a suonare sempre di più e con maggiore soddisfazione con i pickup P90. Probabilmente la Stratocaster con i suoi single coil rimane la chitarra più versatile che possiedo, ma in questo momento le emozioni più forti me le dà una Gibson Les Paul reissue 1956 con i P90.

Avendo da sempre cambiato con soddisfazione i pickup su tutte le mie chitarre, ho pensato di sostituire le saponette anche su questa. In passato mi sono affidato a Fralin, Peter Florance, Seymour Duncan. In questa occasione, su suggerimento di Massimo Mantovani di M Tech di Modena (che reputo una delle persone più preparate nel nostro Paese in termine di amplificazione), mi sono orientato verso Bare Knuckle.

Dopo diverse mail con alcune mie richieste, i signori di Bare Knuckle mi hanno suggerito di orientarmi sui Supermassive 90, ed è stata una scelta molto felice.
Rispetto ai Gibson originali, questi P90 mantengono le caratteristiche del single coil ma hanno migliorato profondamente la sonorità dello strumento: più dinamica, più chiarezza sonora e anche un pizzico di cattiveria in più.

Il suono ritmico sui crunch, ma anche su overdrive più spinti, rimane intellegibile: si percepisce nota per nota, pur suonando tutte e sei le corde e si ha quella sensazione di cremosità tipica delle bobine singole. Le parti soliste sono nitide, meno sottili di un single coil e meno ingolfate di un humbucker. Il tutto esce con una sonorità più moderna rispetto ai classici P90.

Sono rimasto veramente sorpreso.