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Intervista a Marco Sfogli: la nuova chitarra della PFM
Intervista a Marco Sfogli: la nuova chitarra della PFM
di [user #116] - pubblicato il

Marco Sfogli è la nuova chitarra della PFM. La notizia è comparsa ieri sulla pagina ufficiale della band e noi abbiamo subito raggiunto Marco per farci raccontare com’è nata questa collaborazione. Ecco la prima intervista esclusiva.
 
 
Com’è arrivata questa proposta di collaborazione?
La proposta di entrare nella band è una cosa freschissima, di poco più che un mese fa ma tutto, in qualche modo, parte qualche tempo prima. Circa quattro anni fa avevo dato vita a un progetto chiamato Neon Karma, una band strumentale composta da me, Lorenzo Feliciati al basso, Guido Block alla voce e Roberto Gualdi alla batteria che, guarda caso, è l’attuale batterista che nella PFM affianca Franz Di Cioccio. Sapevo che Roberto aveva fatto ascoltare del materiale dei Neon Karma a Franz, magari anche con l’idea di farsi dare qualche consiglio sul disco che stavamo realizzando.  Ma tutto finiva lì. Qualche settimana fa ho ricevuto una chiamata di Roberto che mi diceva: “Mandami qualche tuo video: uno con una bella parte solistica, uno in cui suoni una ritmica, qualcosa di più acustico…poi ti spiego”. Senza farmi troppe domande e lontanissimo da questo possibile sviluppo, gli ho girato del materiale. Pochi giorni dopo è arrivata la chiamata di Franz Di Cioccio che mi chiedeva se volevo unirmi alla band. Sono rimasto senza parole per qualche secondo e poi la risposta è stata ovvia: ma certo!
 
Intervista a Marco Sfogli: la nuova chitarra della PFM
 
E’ una grande responsabilità…
Enorme. Ma ho apprezzato subito la maniera con la quale la band si è proposta. Non sarebbe stato possibile, nemmeno pensabile, sostituire un chitarrista come Franco Mussida trovando qualcuno che ne ricalchi suono, esperienza e personalità. Quel chitarrista ne sarebbe stata, a prescindere, una copia sbiadita. La PFM cercava proprio un altro chitarrista che portasse una sua diversa e nuova personalità per costruire assieme un’altra pagina della loro storia musicale. Avrei potuto essere me stesso al 100%.
 
Quindi nel preparare i brani non hai ricevuto nessuna particolare indicazione su suoni e arrangiamenti?
No, nessuna. Proprio oggi iniziamo le prove e le affronterò con la mia solita strumentazione. Queste settimane le ho ovviamente passate tirandomi giù e studiando minuziosamente il loro repertorio.
 
E non è che l'inizio di un grande lavoro...
Sì, anche perché adesso ci saranno gli ultimi concerti con Franco Mussida e poi il mio debutto sarà praticamente a Roma per il concertone del Primo Maggio, di fronte a un vero mare di persone. Non ti nascondo che un po’ di pressione la sento! Ma è una sfida, di quelle che ti motivano a dare il massimo; così come per me è stata una sfida lavorare con Virgil Donati o James LaBrie dei Dream Theater. Inoltre, lasciami dire che grazie a queste collaborazioni finivo per essere in un certo modo più seguito e conosciuto all’estero che in Italia; per questo ora mi riempie di gioia e di stimoli far parte di un gruppo imprescindibile della musica italiana, band con la quale potrò suonare e farmi conoscere di più anche nel nostro paese.
 
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