di redazione [user #116] - pubblicato il 18 maggio 2015 ore 14:45
La capacità di suonare avanti o dietro al tempo è una delle abilità più raffinate che un musicista esperto può gestire. Parimenti, stare avanti o dietro al tempo può essere un’attitutide spontanea, capace di caratterizzare in maniera radicale il playing di un musicista. Svisceriamo l'argomento con alcuni dei migliori strumentisti, session man e docenti italiani.
Nelle prossime settimane integreremo il tema e i vostri commenti con gli spunti di Massimo Varini, Gianni Rojatti, Giacomo Castellano, Lorenzo Feliciati e tanti altri.
Il La per trattare questo argomento ce l'ha dato il nostro lettore JoeRocker.
"Salve a tutti, volevo fare una domanda alla sezione didattica. Sento spesso usare l'espressione suonare dietro il beat o suonare davanti al beat. Seppure concettualmente capisco di cosa si tratti, non riesco a farlo e nemmeno a trovare un modo per esercitarmi. Potreste spiegare più chiaramente di cosa si tratta e consigliare qualche esercizio? O magari canzoni e dischi da ascoltare come esempio?"
Luca Colombo
Senza dubbio tra i session man italiani più richiesti e apprezzati del momento, Colombo è anche docente al Conservatorio di Parma.
"Si tratta per lo più di una caratteristica di ognuno di noi. Esiste un feeling di esecuzione più rilassato e pesante nel sound o più nervoso e frizzante e, ovviamente, tutte le sfumature intermedie. Non esistono esercizi a mio avviso ma solo adeguamenti di arrangiamento; a volte mi capita di dire a bassista e batterista "suoniamo più indietro" ci sarebbe discrepanza se lo facesse un solo musicista. In ogni caso, registrarsi e riascoltarsi permette di verificare se si è allineati al feel di esecuzione di una band."
Dado Neri
Apprezzato per la sua straordinaria versatilità (Celentano, Nannini, Racer Cafè, Atroci...) è un didatta appassionato e moderno.
"Stare avanti o indietro il beat è il risultato dell'intenzione con cui suoniamo il brano. Generalmente, suonare soprattutto appoggiati (indietro) può conferire più peso e sensazione di relax alle note suonate e, viceversa, suonare avanti rende tutto più nervoso. Per esercitarsi bisogna registrarsi il più possibile, suonare delle ritmiche sul metronomo e poi (una volta raggiunta la sicurezza sul timing) provare a giocarci un pò e ascoltare l'effetto ottenuto! Ho sottolineato l'importanza di raggiungere prima la sicurezza sul timing perché spesso si sottovaluta l'importanza di essere perfettamente sul beat, mentre al giorno d'oggi, visto l'ammontare delle sequenze che si usano nei dischi, è fondamentale saper suonare semplicemente a tempo e oscillare troppo può causare non pochi problemi in fase di registrazione."
Salvatore Russo
Affermato didatta, Russo è tra i più apprezzati e virtuosi chitarristi manouche italiani. Pioniere della chitarra shred, ha importanti trascorsi come turnista (Venditti, Di Cataldo).
"Suonare up beat e down beat è una pratica comune nel linguaggio jazzistico.
Vi suggerisco un esercizio per applicare questo approccio alla struttura di un blues di 12 battute. Lavoreremo sull’up beat. E’ chiaro che è importante saper leggere la musica per imparare a sviluppare al meglio questi concetti ritmici. Oltre a farlo con gli ottavi si può anche provare con i sedicesimi."
Roberto Gualdi
Musicista poliedrico, Gualdi è ilbatterista, tra i tanti, di PFM, Lucio Dalla e Roberto Vecchioni e insegna al CPM di Milano.
"Rispetto al beat, incarnato dal metronomo, il tempo può essere: sul beat, avanti o indietro.
Tenuto conto che ogni musicista ha un suo modo naturale di suonare, comunque - in ciascuno dei casi - è importante per un musicista avere un minimo di gestione della cosa.
Saper suonare avanti o indietro sul tempo secondo me è da considerarsi nel dipartimento espressione artistica ed è importante chiarire che non c'è un modo giusto o sbagliato per farlo: dipende dal contesto.
La scelta di portare il tempo in un modo piuttosto che in un altro è in grado di arricchire un’esecuzione e offrire all’ascoltatore stati d'animo differenti.
Stare avanti o indietro sul beat, può addirittura essere una caratteristica distintiva di una sezione ritmica.
I Police suonano avanti e i Led Zeppelin indietro per esempio.
Se ascoltiamo "Synchronicity" dei Police è avanti sul beat: ascoltiamo Kashmir dei Led Zeppelin è indietro, appoggiato sul tempo. Mi vengono tanti altri esempi: Gli ACDC suonano appoggiati, i gruppi punk quasi tutti tirano avanti così come quelli reggae indietro.
Ci sono degli aggettivi che aiutano a comprendere questa attitude nel portare il tempo.
Un brano suonato in avanti è: spinto, corso, nervoso, eccitato…
Uno indietro viceversa è: appoggiato, strascicato, rilassato.
Mi verrebbe da aggiungere che quando diciamo di un brano o di un’esecuzione che ha tiro significa che è avanti, in spinta. Quando invece di consideriamo groovy è appoggiato
La gestione della cosa però non è affatto semplice perchè c'è il rischio di suonare male cercando di suonare con un mood diverso dal proprio.
Anche perché, molto spesso il "dover suonare appoggiato" significa solo di non tirare avanti!
Ecco una manciata di consigli che suggerisco abitualmente ai miei studenti: bisogna imparare a suonare sul tempo meglio che si può; è necessario imparare a riconoscere quali sezioni ritmiche suonano avanti e quali indietro e ovviamente servirà ascoltare dischi pre Beat Detective; è indispensabile fare esperimenti con il metronomo.
Per suonare esattamente a tempo ci eserciteremo facendo sì che non si senta il metronomo perché il nostro colpo sarà esattamente sovrapposto alla sua pulsazione. Poi si deve cercare di suonare lo stess pattern arrivando prima del metronomo, quindi tirando avanti. In questo sentiremo il metronomo e ci dovrà sembrare più lento di noi.
Da ultimo, per appoggiarci indietro sul tempo, suoneremo lo stesso pattern arrivando dopo di lui; ora oltre a sentirlo avremo la sensazione che sia lui che ci sta trascinando!